L’ambassador Ferrino Andrea Lanfri conquista due volte l’Aconcagua

L’ambassador Ferrino Andrea Lanfri conquista due volte l’Aconcagua

Lo scorso 16 gennaio l’alpinista ha scalato per la prima volta la cima più alta del Sud America, purtroppo senza riuscire a scattare una foto dell’impresa. Non contento, ha ripetuto la scalata solo 6 giorni più tardi – il 22 gennaio – riuscendo finalmente a testimoniare la sua presenza accanto alla croce di vetta.

Chi ci segue da tempo avrà già avuto l’occasione di incrociare il nome di Andrea Lanfri, alpinista toscano ambassador di Ferrino. Un uomo dalla storia incredibile: colpito da una meningite con sepsi meningococcica che lo ha privato di entrambe le gambe e sette dita delle mani, non ha accennato a fermarsi dal vivere appieno le sue passioni e soprattutto la sua vita. Una vita di sport e montagna che lo ha portato ad essere il primo atleta con pluri-amputazioni a raggiungere la vetta dell’Everest.

A soli 8 anni dall’evento che ha cambiato la sua vita, il 16 gennaio Andrea ha conquistato l’ennesima vittoria raggiungendo l’Aconcagua, la cima più alta del Sud America, alta 6962 metri. Tuttavia, un intoppo ha impedito la testimonianza dell’impresa: dopo aver raggiunto il campo 3 ed essere ripartito verso la vetta, si sono persi i contatti con lui e il navigatore è rimasto fermo a quota 6745 metri per sette ore.

“Sbadatamente avevo messo il navigatore nella tasca superiore dello zaino e devo averlo perso – racconta l’alpinista toscano – Sono andato in cima e faceva un freddo allucinante, tanto da causarmi alcuni leggeri congelamenti alle mani che non mi hanno consentito di fare fotografie”. Poi, continua: “Le previsioni meteo per i giorni successivi erano ancora buone, quindi ho deciso di ritornare su, questa volta per scattare le foto a testimonianza certa della cima raggiunta. Non volevo che ci fossero dubbi su questa salita per me tanto bella e importante”.

Così, sabato 21 gennaio Lanfri è ripartito con zaino in spalla raggiungendo il campo 2 a circa 5600 metri dopo aver superato in giornata 1200 metri di dislivello positivo. “Ho impiegato 9 ore per coprire quegli ultimi 1600 metri di dislivello e scattare finalmente le foto accanto alla croce di vetta. Da lì di nuovo giù, per altre 5 ore fino al campo 2, dove ho trascorso la notte, rientrando al campo base il giorno successivo”. 

Con questa vetta, Lanfri si sta avvicinando sempre di più alla realizzazione del suo sogno: la salita delle Seven Summit, le cime più alte dei sette continenti. Al momento, al suo palmares conta l’Everest, il Kilimangiaro e l’Acongagua. “La prossima vetta in programma sarà l’Elbrus, che ho intenzione di salire con la mia ragazza nei prossimi mesi – svela Andrea – Poi vedremo… A fine anno vorrei salire il Puncak Jaya, poi il Vinson e il Denali. La spedizione al Puncak Jaya sarà probabilmente la più complessa da organizzare a livello logistico, ma la sfida alpinistica più grande sarà il Denali”.

“Come sempre – conclude – voglio ringraziare Ferrino per il suo supporto e per gli ottimi materiali che mi ha messo a disposizione. I materassini Air-Lite e Super-Lite e il sacco a pelo Mystic si sono rivelati preziosi con le basse temperature che ho dovuto affrontare. Anche lo zaino XMT 60 ha fatto egregiamente il suo lavoro, soprattutto per scaricare il peso che mi portavo sulla schiena durante la discesa. Quella a cui devo proprio dare il voto 10+ però è la tenda Blizzard 2, leggerissima e veloce da installare, anche da solo e con il vento che tirava ai campi alti. È rimasta montata parecchi giorni a campo 2 senza subire nessun danno. Fantastica!”.

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