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AKU Minima: a basso impatto ambientale

By Silvia Galliani

Powered AKU

Esattamente in questi giorni, ad ISPO Winter 2020, Aku sta presentando al mondo la sua nuova ed innovativa calzatura a basso impatto ambientale. Parliamo del modello Minima, vincitrice del prestigioso riconoscimento ISPO Award Gold che premia la miglior calzatura outdoor lifestyle per la stagione Autunno/Inverno 2020. 

Uno scarponcino invernale dal design ispirato alle tradizionali scarpe da montagna che è stato premiato per l’importante valore espresso nella ricerca di soluzioni progettuali a basso impatto ambientale, confermando il ruolo leader dell’azienda di Montebelluna sul tema della sostenibilità e dell’impegno responsabile.

Abbiamo raggiunto Giulio Piccin, responsabile prodotto di Aku, per saperne di più su questo prodotto innovativo e che getta le basi per uno standard di riferimento nella progettazione e produzione di calzature responsabili.

Ciao Giulio, come nasce il modello Minima?

Minima è stato il punto di arrivo di uno studio durato più di due anni.

Siamo la prima e unica azienda del settore outdoor ad aver calcolato e certificato il grado di impatto ambientale di una scarpa, il nostro modello Bellamont Plus, secondo il protocollo EPD Environmetal Product Declaration, un modo per capire quali sono gli impatti reali dalla produzione di materie prime fino al fine vita di un prodotto.

Grazie a questa analisi abbiamo identificato che una delle aree di maggior impatto è la pelle e ciò ci ha portato a concentrarci sul tipo di pelle che riducesse al minimo la nostra impronta. Abbiamo selezionato un pellame che la conceria chiama Zero Impact, un prodotto metal free e che viene realizzato attraverso un processo di concia innovativo in quanto riduce l’utilizzo di acqua. Inoltre è la stessa conceria a recarsi al macello a prendere i pellami freschi, evitando cosi che questi vengano salati per bloccare il processo di degradazione. Un processo lungo e complicato che porta ad avere una riduzione d’impatto significativo.

L’altro aspetto fondamentale sui cui ci siamo concentrati è stato quello di trovare un sistema per utilizzare meno pelle possibile. Con la conceria Dani, nostro partner da anni, abbiamo lavorato ad un pellame che non solo fosse Zero Impact ma che fosse finito non solo sulla parte superiore ma anche sul retro. Questo perché il pellame pieno fiore, laddove c’è un difetto, non può essere utilizzato e non viene accettato dal cliente e dal consumatore. Le parti scartate quindi sono state riprese e rovesciate per realizzare collarini e talloni. Quindi il prodotto è stato disegnato perché potesse vestire lo scarto senza danneggiare l’estetica del prodotto. Un modo per dare anche più carattere al prodotto, l’idea era che non esistesse più un design puramente estetico ma che all’interno dei processi di creazione dovesse esserci sempre una connessione con l’agire responsabile, trovare un sistema nuovo per fare dei passi avanti nella riduzione del nostro impatto. 

Sostenibilità e impegno responsabile sono temi molto dibattuti ultimamente. Spesso ci si chiede se non siano solo una moda del momento. Il lavoro che avete fatto con Minima, al contrario, è stato un processo lungo e complicato che fa trasparire invece quanto questi aspetti siano fondamentali per Aku.

È così perché facendo scarpe da montagna siamo abituati a fornire un prodotto non ad un semplice consumatore ma ad un’utilizzatore che è consapevole e acquista un prodotto per le sue qualità e la sua durata. Siamo totalmente fuori dal tema della moda dove la spinta maggiore è quella di convincere un consumatore a cambiare il più velocemente possibile il prodotto perché diventa obsoleto. Abbiamo prodotti in collezione da 40 anni e la fortuna di essere un produttore locale. Ogni nostro modello è disegnato, sviluppato e prodotto da noi, quindi abbiamo un contatto veramente diretto con i fornitori di materie prime. Nel caso della conceria Dani, che ci fornisce il pellame, c’è un rapporto di partnership, anche loro spingono molto sui temi della responsabilità sociale e ambientale e con loro possiamo lavorare anche su progetti fuori dal comune.

Minima è la conclusione di uno studio importante ma anche il punto di partenza per un nuovo standard di riferimento nella produzione di calzature responsabili.

Esatto, si tratta di un lavoro costantemente work in progress.

Il design delle calzature di Aku nasce con la dedizione alla responsabilità, con l’obiettivo di ridurre i rifiuti di cuoio durante la produzione riutilizzandoli in vari componenti del prodotto, mentre le emissioni di CO2 prodotte durante l’intero ciclo di vita di Minima sono state compensate sostenendo le iniziative delle Nazioni Unite per climateneutrality (UNFCCC). Noi abbiamo fatto quello che secondo le Nazioni Unite sono i primi due passi fondamentali che ogni brand dovrebbe fare. La prima cosa è calcolare il proprio impatto ambientale. La seconda è quello di ridurlo. Il terzo passaggio, che deve essere funzionale ai primi due, è compensare quello che non si è riusciti a ridurre. Senza questo passaggio i primi due sono aspetti non sono altro che qualcosa fatto per seguire una moda. Una volta che avremmo raggiunto i quantitativi d’ordine andremo a compensare la CO2 emessa e per farlo utilizzeremo proprio la piattaforma delle Nazioni Unite. Tutto questo senza considerare il fatto che la conceria stessa svolge già a sua volta un’azione di compensazione sui pellami che ci fornisce. 

Progetti futuri? Avete in programma di applicare gli studi compiuti per Minima anche ad altri modelli?

Potrebbe essere. È un concept che ha richiesto molto tempo quindi ora che abbiamo visto che funziona potremmo pensare anche di estendere questa lavorazione ad altri modelli. Il premio di ISPO Award Gold è un riconoscimento che oltre a farci molto piacere, ci ha confermato ancora una volta che la direzione intrapresa è quella giusta.

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