Image Alt

Alessandra Raggio Behind the Banff

Raccontami di te Alessandra.
La mia è una storia a zig-zag. Nasco al mare, a Genova, poi la vita mi porta a frequentare le montagne e a conoscerle sempre più da vicino al punto che mi innamoro di questi luoghi dove in pochi passi si riesce ancora a trovare il silenzio… Mi laureo in Economia e Commercio senza troppa convinzione e ho una voglia matta di andare a conoscere nuove realtà. Trascorro un lustro tra Londra e New York cambiando il percorso di vita che – dopo un’esperienza al Metropolitan Museum of Art come guida in lingua italiana – mi riporta in Italia. Milano è la destinazione, una città alla quale sono molto grata perché mi ha offerto i giusti stimoli a tirare fuori la voglia di mettermi in gioco. Dall’editoria e dal mondo dell’arte passo alla montagna e all’alpinismo, come ufficio stampa, redattrice, photo editor e autrice. Nel 2013 sono co-fondatrice dell’associazione Alt(r)ispazi. A tutto questo si affiancano progetti editoriali (il libro Maestri delle altezze. Storia delle guide alpine di Ayas) ed espositivi, come la mostra dedicata al 150mo anniversario della prima ascensione del Cervino (1865-2015) per il Museo della Società Guide del Cervino. Poi arriva il Banff…

Quando è nata l’idea di portare il Banff Mountain Film Festival World Tour (BMFF WT) in Italia?
L’idea di portare il Banff Mountain Film Festival World Tour in Italia nasce otto anni fa di fronte a una tazzina di caffè e dalla voglia di tornare a viaggiare e a lavorare con l’estero… Conoscevo il festival canadese e il World Tour e sapevo che in Italia questi film non erano ancora arrivati. E ho pensato che fosse davvero un peccato perché raccontano la montagna mettendone in luce anche gli aspetti più gioiosi: la creatività di un progetto, la condivisione con gli amici, la determinazione, il credere nei propri sogni. Inoltre la rassegna rispecchia anche la modernità, quel modo giovane di rispettare il passato senza apparentemente prenderlo a esempio.

Raccontami cos’è il BMFF WT.
Il Banff Mountain Film Festival è uno dei più prestigiosi festival di cinema dedicato agli appassionati di montagna e di outdoor in generale. È nato più di 40 anni fa nella cittadina di Banff, Canada, e ogni anno, riunisce il meglio dell’alpinismo internazionale e non solo. Registi, atleti, scrittori: per nove giorni (per i quali è stato coniato l’hashtag #nineepicdays) la piccola cittadina dell’Alberta diventa la capitale dell’alpinismo mondiale. Qui un numero di film scelti tra i finalisti viene selezionato affinché faccia parte del World Tour che oggi conta 45 paesi in tutto il mondo. Il World Tour ha inizio subito dopo la fine della rassegna a Banff e ogni Paese sceglie tra i film messi a disposizione la propria selezione, a seconda dei gusti del proprio pubblico. Ciascuna serata è un evento di circa 2 ore e mezza in cui viene presentata una decina tra corto e mediometraggi sui temi della montagna e degli action sport.

Quanto pensi sia importante portare la montagna in città attraverso questi film?
Credo sia importante prima di tutto perché la nostra vita nelle città rischia di essere molto distaccata dalla natura, di cui invece facciamo pienamente parte e questo mina nel profondo il nostro benessere. Ritrovare il contatto con l’ambiente in modo rispettoso è una fonte di enorme stimolo per la nostra creatività perché libera nuove energie che spesso, a causa di una vita quotidiana essenzialmente sedentaria, finiscono col restare sopite. Spesso le avventure dei nostri film si svolgono in luoghi remoti e selvaggi, ma non mancano gli esempi in cui si vede che l’avventura si può vivere anche dietro casa ed è proprio questo lo spirito che vogliamo promuovere, riscoprire il gusto per l’ignoto, guardare ciò che ci sembra noto attraverso nuovi occhi.

Come selezionate i film?
I film che scegliamo devono saper creare una connessione tra lo spettatore e la montagna e l’ambiente outdoor, devono essere coinvolgenti e assumere la prospettiva di un viaggio. Miriamo a condividere una raccolta di film che mostri le diverse facce di questi ambienti e il modo in cui le persone interagiscono con essi. Cerchiamo anche di andare incontro ai gusti del nostro pubblico, a volte privilegiando discipline come lo sci e l’arrampicata, tra le più praticate dalle persone in sala, come risulta dalle ricerche che periodicamente facciamo. Altre volte scegliamo le avventure più creative, altre ancora decidiamo di premiare la qualità delle immagini, come è accaduto quest’anno con Tierra del Viento, la storia di un fotografo innamorato della Patagonia che vive per fotografarne gli incredibili scenari. Un film in qualche modo “meditativo” ma di grande suggestione. Ci sono film che, in qualche modo, si impongono da soli, vuoi per il tipo di storia raccontata, vuoi magari per gli atleti coinvolti ma, spesso, quelli considerati minori non riscuotono meno successo. In generale, cerchiamo di garantire una buona alternanza tra corto e mediometraggi e questo è un elemento molto apprezzato dal nostro pubblico.

Come definisci la parola Outdoor?
Outdoor è tutto quello che ti porta “fuori di casa” ma anche e soprattutto “fuori dalla zona di confort”. È uno stile di vita che cerca una nuova relazione con la natura e una più profonda connessione con se stessi, a volte mettendo alla prova i propri limiti, a volte semplicemente godendo del momento e della bellezza che ci circonda quando ci troviamo in ambiente.

Oltre al Banff segui altri progetti, me ne puoi parlare?
Oltre al Banff Mountain Film Festival portiamo in Italia da tre anni l’Ocean Film Festival, una rassegna cinematografica dedicata al mondo del mare e degli oceani che presenta un format simile a quello del Banff e propone una selezione di film provenienti dall’omonima manifestazione australiana. Infine, dallo scorso anno abbiamo deciso di portare nelle sale cinema i film di Reel Rock, dedicati all’arrampicata. Abbiamo fatto nel 2018 un tour di 5 tappe che si è rivelato molto promettente, coinvolgendo un pubblico giovane di climber appassionati. E a proposito di arrampicata, il 2019 è stato un anno particolarmente importante per noi: abbiamo infatti avuto il privilegio di distribuire, in esclusiva in Italia, il film Free Solo che racconta il capolavoro di Alex Honnold su El Capitan e premiato, tra l’altro, con il premio Oscar come miglior documentario. Il film ha avuto un grandissimo successo e finora sono stati organizzati oltre 250 spettacoli in 100 città d’Italia. La pellicola ha appassionato un pubblico molto eterogeneo, anche al di fuori di chi pratica l’arrampicata grazie a uno storytelling coinvolgente e senza dubbio a un’impresa fuori dal comune.

Quali progetti hai per il futuro?
Senz’altro vogliamo lavorare ancora per far crescere le tre manifestazioni principali, aumentando il numero delle città coinvolte e lavorando per rafforzare le community locali. Non escludiamo di seguire qualche altro progetto speciale, ma è ancora presto per dirlo e… El Capitan non si scala in un giorno!

Inoltre a breve partirà l’Ocean film festival Italia, organizzato sempre da Alessandra Raggio.
È possibile vedere il programma sul sito.

Share this Feature