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Alice Russolo Fotografa – Intervista

Alice ha studiato per essere un avvocato, ma si è scoperta amante della natura, dei viaggi e della montagna. La fotografia è il suo mezzo per volare e sognare. E chi sa farlo meglio di una donna?

Alice raccontami di te.
Sono una persona creativa e iperattiva, da sempre! Uno dei miei nonni lavorava il legno e l’altro dipingeva. Ho passato parte della mia infanzia con loro e indubbiamente hanno avuto un ruolo significativo nella mia crescita e nello sviluppo dei miei interessi. Uno dei due, in particolar modo, era un grande amante della vita, dei viaggi, delle avventure. Mio nonno sentiva il bisogno di esprimersi dipingendo, voleva che i suoi quadri fossero la rappresentazione di una storia o di uno stato d’animo. Mi rivedo in lui, con il suo entusiasmo e cerco di trasmettere questo con le mie fotografie. Anche i miei genitori erano appassionati di fotografia. In casa giravano macchine analogiche più o meno evolute ed io fin da piccola sono stata attratta da queste. Arrivato poi il momento di scegliere l’Università, in quegli anni, ciò che era fondamentale per me era però lo sport. Giocavo a tennis e l’unica cosa che volevo fare era andare il più lontano possibile e fare tornei. Tra un allenamento e l’altro poi, decido di iscrivermi a Giurisprudenza. Mi ero chiesta diverse volte se avrei potuto vivere di fotografia e – ingenuamente – mi ero risposta di no. Giurisprudenza mi sembrava la cosa più ovvia: vicino a casa, così avrei potuto continuare ad allenarmi; senza frequenza obbligatoria; e non cosi determinante per un eventuale professione futura. Dopo neanche due anni però, mi ero già resa conto che quella non sarebbe stata la mia strada, ma non era da me lasciare le cose a metà. In 5 anni mi sono laureata e ho archiviato velocemente il capitolo Università. Volevo provare sport diversi, ero ansiosa di vedere posti nuovi, di portare a casa un bagaglio di esperienze il più grande possibile. Ed il mezzo per fare tutto questo era la fotografia. Rimanere nell’ambiente sportivo, viaggiare, e immortalare momenti attimi ed emozioni con la macchina fotografica. Bingo. Così dopo la laurea sono letteralmente scappata in America, a San Diego, lasciando in sospeso la pratica forense, che nel frattempo avevo iniziato e il mio lavoro come maestra di tennis. A San Diego ho seguito vari workshop di fotografia e fatto da assistente ad una fotografa conosciuta proprio in uno di quei corsi. Ho scoperto anche il surf e la birra californiana e quindi ho deciso di posticipare il rientro di qualche mese. Dal momento in cui sono tornata a Trento, ho avuto solo un unico obbiettivo: unire le mie passioni e farne il mio lavoro. Fotografia sport e viaggi.
Con tanto tanto orgoglio e felicità, oggi, posso dire di esserci riuscita!

Ami di più la fotografia o la montagna?
Fotografia e montagna direi che sono sullo stesso piano. La montagna è un pretesto per uscire a scattare foto, mentre la fotografia mi porta in montagna per lavoro. E’ un sentiero da percorrere in entrambe le direzioni!

Che valore aggiunto è poter lavorare in un ambiente che hai scelto e fotografare ciò che ti appassiona?
Fare il fotografo è un lavoro, ma tanto è il piacere con cui lo faccio, che spesso non mi sembra neanche tale! Poter fare ciò che più mi piace mi da una soddisfazione immensa: essere padrona del mio tempo e della mia professionalità. mi sento felice con una macchina fotografia in mano. E più si è felici, più penso che si è stimolati a fare sempre meglio: ad aggiornarsi, a provare cose nuove e a pensare che, nonostante possano esserci momenti di sconforto e sbattimenti vari, ne vale sempre la pena.

Altri generi di fotografia che ti incuriosiscono?
La fotografia mi piace in ogni suo ramo, di certo quello che preferisco è il mondo action/outdoor, ma altrettanto mi piace fare ritratti ambientati: penso che sia affascinante rappresentare una persona, metterla a proprio agio davanti alla camera e vedere quanto riesce ad essere se stessa: più riesce ad esserlo e si rispecchierà nello scatto. Credo che in questo giochi davvero un ruolo fondamentale la sensibilità del fotografo.

E’ importante sapere muoversi bene e conoscere profondamente la montagna per fotografarla?
Sicuro, meglio si conosce un ambiente o uno sport, meglio si riesce a rappresentarlo. Si conoscono e si colgono dei dettagli che ai più risultano insignificanti, ma che invece possono fare la differenza agli occhi di esperti.
Meglio ci si muove in ambiente e più si è liberi di osare con i punti di vista, senza sprecare tempo prezioso.

Raccontami le tue ultime esperienze più entusiasmanti.
Un viaggio di sci alpinismo in Norvegia nelle Lyngen Alps. Mare, neve e tramonti interminabili, di nuovo, viaggi, sport e foto!

La prossima?
A fine ottobre andrò ad arrampicare in California con il mio ragazzo, guida alpina e grande appassionato di video. Se non riuscirò per fine estate ad avere un livello “decente” per arrampicare in fessura, mi auguro almeno di portare a casa delle belle foto del posto dove – per me – tutto ha avuto inizio!

A quali fotografi ti ispiri?
Adoro la positività delle immagini di Chris Burkard, i punti di vista di Jered Gruber, e i giochi di luce e ombra di Tal Roberts. La varietà degli scatti di Ted Hesser e Jeremy Bernard, ma è una lista in continua evoluzione per fortuna. I gusti cambiano nel tempo, come si evolve, di pari passo, il modo di scattare e anche di post produrre le immagini.

Fotografia di outdoor. Solo una moda?
Penso che nell’era digitale in cui viviamo, sia sempre più facile “fotografare”. A volte mi chiedo però, se per qualcuno, non sia più in voga fare qualcosa solo per postarlo che non la fotografia outdoor nel senso più puro del termine, ossia solo per il piacere di fotografare, di essere nella natura. Senza poter postare uno lo farebbe lo stesso? Una mia cara amica direbbe “Fare poco e farlo sapere tanto”..non so se mi spiego.
Dall’altra parte, per qualsiasi amante della montagna e del mondo outdoor, la cosa bella, almeno per me, è vivere di esperienze. E se ci piace andare in montagna per provare delle esperienze nuove, magari in un posto dove non siamo mai stati, come possiamo non fotografarlo!?! 

Moltissime ragazze si stanno appassionando sempre di più al mondo outdoor, cosa ne pensi?
Penso che sia un discorso un po’ ampio. C’è più consapevolezza sulla salute, sul fisico, c’è più attenzione riguardo l’alimentazione, lo sport e a condurre una vita sempre più sana. Stanno anche nascendo molte community al femminile per riunire e mettere in contatto donne per vivere più intensamente il mondo outdoor. Andare in montagna è bello e fare fatica pure, sia al maschile che al femminile.

Che consigli ti senti di dare ad una ragazza che vuole diventare fotografa outdoor?
Provarci e crederci: con passione, umiltà e determinazione si fanno grandi cose.
Consiglierei di iniziare con il settore che meglio si conosce, per poi provare a fare più esperienza possibile anche in rami della fotografia. Da ogni lavoro si impara qualcosa di nuovo, che può “influenzare” quelli successivi. Gli atleti più forti eccellono nel loro sport, ma grazie alle loro doti sono bravi e coordinati anche nel praticarne altri. Anche il fotografo deve essere così, sapersi destreggiare professionalmente in tutte le situazioni che gli si presentano.

Secondo te la montagna è democratica?
La montagna è aperta a tutti ma non è per tutti.

Come ti vedi tra 10 anni?
Con una macchina fotografica in mano e qualche ruga in più, ma dove non lo so. Zaino fotografico in spalla, sacca pronta e entusiasmo da vendere per le esperienze che arriveranno.

Website: www.alicerussolo.com

Instagram: @alicerussolo

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