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Alla conquista dell’Ecrins: un’avventura per due!

“Domani sveglia alle 5, ti porto in un posto fotonico”.

È così, dopo uno yogurt rapidissimo, io e Edo ci mettiamo in marcia verso il magico mondo degli Écrins. Arriviamo a Pré de Madame Carle verso le 7 e ci mettiamo subito a camminare verso le Refuge du Glacier Blanc. La giornata è spettacolare, il cielo è azzurro intenso e la natura intorno a noi è magnificamente selvaggia. Ci fermiamo giusto un paio di minuti per mettere a tacere lo stomaco brontolone, azzannando un pezzo di crostata al rabarbaro (di Rochemolles ovviamente – coltivato con le sante manine della mamma di Edo) e ammirare ciò che ci circonda: il Pelvoux da una parte, il Glacier Noir dall’altra, il Glacier Blanc e il Glacier des Violettes.

Ambiente davvero meraviglioso. Ma, come ben sapete, non ci piace andare per le lunghe e così riprendiamo il nostro avvicinamento con un passo bello brillante e, in meno di due ore, arriviamo all’attacco della nostra via. Si perché ciò che andremo a fare oggi, secondo i piani del mio Guidos, è la via Vieux Piton che porta in coppa alla prima Arête della cresta composta da 7 guglie, Arêtes des Cineastes, per poi proseguire in cresta e conquistare le successive 6 punte. Imbragati e pronti a scalare, diamo inizio a questa bellissima via che si sviluppa tra magnifici traversi ed esposti e esaltanti tiri. La roccia è davvero bella e dopo svariati “Molla tuttoooo”-“Recuperaaaa” – “Quando vuoiii”- “Parto!!”, conquistiamo la prima Arête e finalmente ci fermiamo un paio di minuti a contemplare il paesaggio e mangiare qualcosina. Siamo perfettamente in orario e la pausa di 5 minuti può bastare, così riprendiamo la nostra avventura e avanziamo verso le guglie successive.

Cresta meravigliosa, trovo alcune difficoltà solamente a superare un tetto perfido ma, grazie ai consigli del mio Guidos, lo supero in men che non si dica. – Vi tralascio le mie imprecazioni, Edo Santo subito! – Successivamente, troviamo due cordate davanti a noi e, a Guidos, parte l’agonismo: “Da qui in poi devi essere ancora più rapida eh, altrimenti ci mettiamo un secolo a fare le calate” – “Ricevuto capo! No more photos”. La fame di conquista è davvero importante e così in davvero poche ore terminiamo la nostra Treversée des Cineastes e concludiamo con tre calate fino a valle. Ed è qui che la fame, quella cattiva, si impadronisce di noi e, tra una fetta di toma e qualche grissino, ci godiamo lo spettacolo che abbiamo davanti, prima di tornare verso la macchina tutti contenti e con il cuore leggero, per goderci la birra più gustata dell’ultimo periodo.

Perché si sa, dopo sudore e fatica e con il cuore che sorride, la birra ha un gusto speciale.

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