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Alla scoperta di Yankee Boy Basin in Colorado

Nessun programma per il weekend, solo una jeep e il desiderio di un’avventura, così io e Dallas siamo partiti per Yankee Boy Basin da Boulder, in Colorado. Dopo sei ore di viaggio, siamo arrivati un po’ più tardi del previsto per una svolta mancata vicino a Ouray, che ci ha portato fuori rotta.

Ci siamo così ritrovati ai piedi di una tra le strade più pericolose del Colorardo, Yankee Basin Road. Il sole era già tramontato e noi non sapevamo se continuare a guidare la 4×4 al buio oppure accamparci alla base della strada e proseguire il mattino dopo.

Dopo aver riflettuto, abbiamo pensato che vedere l’alba al mattino superava di gran lunga stare al sicuro. Così ci siamo fermati al nostro campeggio sapendo che l’avventura era appena iniziata. Sentivamo l’adrenalina salire sapendo che c’era una montagna di 14.000 piedi da scalare davanti a noi. Presto si sono fatte le 5 del mattino e noi abbiamo allacciato i nostri zaini e siamo partiti nell’oscurità, illuminando la strada con i fari in testa. Era passata poco più di un’ora, quando davanti a noi ci siamo trovati una delle albe più belle mai viste. Eravamo in soggezione. Un momento di umiltà, noi così piccoli davanti a tanta bellezza, che mi ha ricordato perché ci siamo spinti fino a questo luogo. Un momento che ricorderò sempre.

Mentre salivamo la cresta sud-ovest del monte Sneffels, ci siamo accorti che più andavamo in alto, più energia avevamo per conquistare la vetta. Ci siamo sentiti più riposati che mai, anche se avevamo dormito solo qualche ora la notte prima. L’ansia della vita quotidiana era stata cancellata dal luccichio del sole riflesso sulle montagne intorno a noi. Lanciai un’occhiata a Dallas e trovai un sorriso gigante. Non avrei immaginato che fotografare la sua traversata sarebbe stato qualcosa di indimenticabile. Dallas Peak (13.815’) era lì in piedi sullo sfondo, dietro a Dallas. Questa era davvero una coincidenza e ci ha fatto capire che non potevamo essere altrove, se non lì.

Mentre continuavamo a scalare, sentivo Dallas dirmi “concentrati sul tuo compito”. Inizialmente perplesso, ho poi capito che ripeteva quella frase perché nelle sue esperienze passate in alta montagna non gli avevano mai dato l’esposizione sulla cresta sud-ovest. Invece che lasciare che le paure prendessero il controllo sulla situazione, ha sviluppato un mantra per concentrarsi sul percorso. Un mantra prezioso che ognuno di noi può portare nella sua vita quotidiana.

Anche se non avevamo bisogno di riposare, ci siamo presi un po’ di tempo per ammirare la bellezza del paesaggio che ci circondava. Senza dirci niente, abbiamo entrambi guardato il Yankee Boy Basin. Sembrava uscito da un vecchio film western. Il selvaggio West era qui, e noi ci eravamo dentro.

Era arrivato il momento di spingere per salire sulla vetta. Avvicinandosi a solo un centinaio di metri dalla cima del monte Sneffels (14,1589’), ci siamo trovati a desiderare che questo viaggio non finisse mai. Eravamo completamente circondati dalla forza della natura. La nostra vista sulla vetta ci mostrava montagne e valli che ci facevano sentire incredibilmente piccoli. Siamo stati fortunati con il tempo, così ci siamo presi un paio solo per ammirare la vista dalla vetta. Essere in cima al monte Sneffels è stato per me un momento decisivo nel mio viaggio personale verso questa montagna. Pochi mesi prima avevo provato a raggiungere la vetta percorrendo il sentiero dei Blu Lakes ma non ero riuscito ad arrivare in cima perché si era abbattuta una tempesta, facendomi girare a 13.000 piedi.

Respirare l’aria frizzante della vetta mi ha ricordato ancora una volta che la pazienza nel viaggio rende il finale più dolce.

Dopo aver trascorso un paio d’ore in vetta, ci siamo ricordati che era solo metà della nostra avventura. Dovevamo ora scendere la vetta di 14.000 piedi e tornare a casa sani e salvi.

Abbiamo fatto i bagagli e abbiamo iniziato a scendere il canale Snake sul lato nord della montagna. Con cautela, siamo arrivati sani e salvi alla jeep, dove abbiamo trovato con piacevole sorpresa delle birre che ci eravamo dimenticati di portare in montagna. Ci siamo dedicati un applauso e siamo stati grati di aver fatto questo viaggio insieme. Scendere dal bacino dello Yankee Boy alla luce del giorno era molto meglio che guidare di notte. Dallas e io non ci eravamo accorti di quanto potevano essere pericolose le scogliere che cadevano proprio dal lato della stretta strada sterrata. Con un sospiro di sollievo, le gomme della Jeep sono tornate a percorrere le strade asfaltate prima a Ouray e poi a Boulder.

14 ore di guida e più di 8.000 piedi di dislivello ci hanno insegnato, o ricordato, che la vera avventura la si può trovare dietro l’angolo se sei disposto a cercarla e andare oltre a quello che già sai. È sorprendete tutto quello che si può fare in sole 36 ore. La prossima volta che mi ritroverò a desiderare qualcosa, invece che fissare il mio laptop ricorderò l’avventura che mi sta aspettando. 

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