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Arc’teryx: ritrovarsi nella natura dopo il lockdown

By Giulia Boccola

Questo lockdown forzato, che ha visto milioni di persone rinchiuse totalmente in casa, ha rallentato le nostre opportunità lavorative, la nostra mobilità e il nostro metabolismo, facendo nascere in noi sentimenti di frustrazione, preoccupazione e disagio.

E proprio in questi mesi di vita indoor, insieme a momenti di privazione dovuti ad una costrizione forzata, la natura più vicina non è mai stata così importante e fondamentale. Nonostante questo periodo globale difficile, con la sua bellezza e la sua quiete ci offre grande gioia e speranza.

Molti studi hanno dimostrato che vivere e sperimentare attivamente gli spazi verdi accelera i tempi di guarigione, riduce lo stress, migliora la salute fisica e porta benefici cognitivi e psicologici negli individui. Un altro aspetto particolarmente rilevante ora, a parte l’esercizio fisico, è l’esposizione alla luce solare e agli elementi naturali della foresta che sono in grado di rafforzare il nostro sistema immunitario. Purtroppo la crisi ha già reso evidente che molti quartieri cittadini non hanno abbastanza spazio verde nelle vicinanze. Basti pensare che negli Stati Uniti 100 milioni di americani non vivono a 10 minuti a piedi da un parco. Stare all’aperto è un’affermazione di vita e di salute. La natura ha un intrinseco effetto speciale su ognuno di noi, ci rende più felici, più energici, più creativi e trascorrendo più tempo all’aria aperta aumentiamo il nostro senso di appartenenza al mondo e sperimentiamo un legame più solido con la terra.

Come dice Shane O’Mara, neuroscienziato e autore di “In Praise of Walking”: “Prendi il vento in faccia; lascia che la luce del giorno e i lampioni della notte danzino sui tuoi occhi; senti la pioggia sul tuo viso; senti la terra sotto i tuoi piedi; percepisci i suoni; parla, anche solo con te stesso; rilassati al ritmo del camminare e lascia che la tua mente vaghi, deliberi, contempli; viaggia nel tuo passato, scava nei tuoi possibili futuri o non pensare proprio a nulla”. Trovarsi tra esseri viventi non umani è un richiamo ai cicli della natura, alla resilienza della vita, alla spinta a vivere.

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