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Back to crave

Gli snowboarder se ne erano innamorati negli anni Novanta, poi lhype intorno al carve è sceso. Adesso che è di nuovo di moda, potrebbe risollevare il mondo e il mercato dello snowboard.

Nel resto del mondo magari non è così ma, in Italia, il mondo e il mercato dello snowboard non sono certo tra i più floridi al momento. L’Italia, infatti, è conosciuta per essere la patria degli sci. In oltre, le nostre condizioni di neve e di piste non sono certo paragonabili a States, Canada o Nuova Zelanda. Di certo anche il fattore “moda” incide, e pare che oggi il mondo dello snowboard non sia più il trend. Adesso, complici i grandi campioni che continuano a vincere con gli sci e il diffondersi del freeski e del freeride tra gli sciatori, sulle nostre piste è questa, dati alla mano, la disciplina dominante. Ma, appunto perché spesso i nostri interessi sono guidati da quello che in un dato momento è o non è considerato cool, ecco che sta tornando alla ribalta una disciplina che è una nicchia della nicchia: il carve snowboard.

Con carving, nello snowboard, si intende il tipo di riding che si ottiene spingendo molto sulle lamine durante la curva. Ciò consente di tracciare una linea più precisa, piegarsi di più, godersi al meglio la velocità e, non da ultimo, essere belli da vedere. Chi pratica carving di base ha due obiettivi: non sbandare mai e allo stesso tempo lasciare sulla neve delle linee perfettamente rotonde e nettissime, come tracciate da una matita.

La sfida è portare linclinazione al suo massimo, sfiorare il pendio quasi con gli avambracci. Tutto questo mentre si tracciano dei semicerchi perfetti, curva dopo curva, e si prende parecchia velocità. Se cercate su YouTube i video di chi fa carving (c’è anche chi fa extreme carving), vi accorgerete allistante che si tratta di una disciplina spettacolare e dal vibe decisamente potente. I carver sono una razza rara, non se ne vedono di solito sulle nostre piste, ma ultimamente si sta riaccendendo la scintilla per questa disciplina che potrebbe ritirare un posu tutto il movimento dello snowboard. Un poperché si tratta di una sorta di ritorno alle origini, quando si voleva ricreare sulla neve le sensazioni provate con la tavola da surf. Un poperché i due anni di emergenza sanitaria legata alla pandemia hanno riportato in auge tutte quelle discipline in grado di connettere le persone in maniera più diretta e profonda con la natura.
In più, richiedendo abilità in qualche modo diverse rispetto al freeride, o alla semplice conduzione in pista, è un modo per spostare un popiù in là lasticella della performance. E se siete di quelli che una volta arrivati in fondo a una discesa si girano per controllare i segni del loro passaggio, definitivamente il carve snowboarding è quello che fa per voi.

Questa è la teoria. Per la pratica sono troppo debole di cuore, oltre che sulle mie lamine, perciò per descrivervi le sensazioni uso le parole di Nicholas Wolken, fondatore di Korua Shapes.

«Mi piace sentire la potenza in curva, specialmente quando questo si traduce in spinta e velocità per quella dopo. Essere bravi nelle curve è il fondamento dello snowboard: ti dà la base per scoprire molte altre cose che potresti voler ottenere dalla tua tavola».

Come ti spieghi tutto lhype che c’è intorno al carve snowboard in questo momento? 

«Non lo so per certo, ma potrei immaginare che abbia a che fare con il fatto che è davvero divertente, relativamente sicuro e facile da imparare: è stato semplicemente dimenticato per alcuni anni, quindi adesso sembra una novità e stuzzica linteresse degli snowboarder».