BANFF 2024

BANFF 2024: intervista ad Alessandra Raggio

Come ogni anno, il tour italiano di BANFF ha girato la penisola portando storie ed immagini inedite che hanno ispirato migliaia di appassionati. 37 le città italiane che hanno ospitato la dodicesima edizione del tour, con proiezioni, ospiti speciali e racconti di outdoor. Le ultime date si stanno avvicinando, e noi ne abbiamo approfittato per scoprire qualche retroscena insieme ad Alessandra Raggio, curatrice, organizzatrice e promotrice di Banff Centre Mountain Film Festival World Tour in Italia.

Alessandra Raggio

Ti va di raccontarci quali sono state le principali novità per questa 12° edizione?

Una delle principali novità è sicuramente il raggiungimento della Sicilia: finalmente siamo riusciti ad attraversare lo stretto e a raggiungere Catania! È un nostro grande desiderio riuscire ad ampliare il pubblico dei nostri spettacoli, perché in tutta Italia c’è una grande passione per le montagne, la natura e lo sport outdoor. Quando si parla di montagna siamo soliti pensare soprattutto alle Alpi, ma non dobbiamo dimenticare gli Appennini, o i rilievi in Sicilia e Sardegna! Riuscire ad arrivare a Catania, grazie alla collaborazione di persone appassionate che ci hanno chiamato e ci stanno supportando, per noi è un grande successo. La nostra struttura – e questo è sicuramente un’altra importante novità – si appoggia sempre più alla community sul territorio, coinvolgendo le persone a livello locale per ridurre il nostro impatto sull’ambiente, riducendo il numero di viaggi che il road tour richiede. Per quanto riguarda la rassegna vera e propria, quest’anno per la prima volta ci sono film che affrontano temi come inclusività e diversità, senza per questo perdere in emozioni. Anzi, ti darò un’anteprima: sono tra i film preferiti dal nostro pubblico, per ora!

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Quale credi sia la cosa più importante che un evento cosi riesce a trasmettere?

La nostra vita nelle città rischia di essere molto distaccata dalla natura, di cui invece facciamo pienamente parte e questo mina nel profondo il nostro benessere. Ritrovare il contatto con l’ambiente in modo rispettoso è una fonte di enorme stimolo per la nostra creatività perché libera nuove energie che spesso, a causa di una vita quotidiana essenzialmente sedentaria, finiscono col restare sopite. Spesso le avventure dei nostri film si svolgono in luoghi remoti e selvaggi, ma non mancano gli esempi in cui si vede che l’avventura si può vivere anche dietro casa ed è proprio questo lo spirito che vogliamo trasmettere, riscoprire il gusto per l’ignoto, guardare ciò che ci sembra noto attraverso nuovi occhi.

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Che ruolo credi che abbia il mondo dei film nel creare consapevolezza anche a livello di tematiche ambientali?

Il mondo dei film sempre più veicola tematiche ambientali, nei film generici e soprattutto nel «cinema green», in cui la natura e l’ambiente diventano il soggetto centrale della narrazione. Nel nostro festival il tema della salvaguardia del Pianeta e del creare consapevolezza dell’effetto delle nostre azioni sull’ambiente è molto importante, probabilmente il più importante e quello che ci sta più a cuore, ma non l’unico. I nostri film mostrano la natura nella sua bellezza e maestosità, e già questo ispira lo spettatore a viverla e rispettarla; in più trasmettono tanti messaggi e inviti, spesso legati al prendersene cura. C’è un invito a superare l’egoismo dei singoli, ma anche della specie umana, responsabile non solo della sua salute ma di quella del Pianeta.

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Com’è iniziata la storia di BANFF Italia?

L’idea di portare il festival in Italia è nata nel 2013. Da appassionata di film outdoor, conoscevo la lunga tradizione e il prestigio del festival canadese e sapevo che in l’Italia non era ancora tra i Paesi che ospitavano il World Tour. Mi è sembrato un’interessante opportunità per far conoscere nuovi film al nostro pubblico e, al tempo stesso, una manifestazione che in Canada da oltre 40 anni rappresenta il punto di incontro tra alpinisti, registi e scrittori. Di questo progetto mi è piaciuta soprattutto l’idea di creare una sorta di ponte tra il Canada e l’Italia, di unire realtà solo apparentemente lontane, e di creare una community basata sulle passioni e sui valori comuni, prima ancora che sulla lingua o l’appartenenza geografica. Negli anni, questa community la stiamo costruendo attorno alle serate: il BMFF è ormai un appuntamento fisso per tante persone che traggono ispirazione da ciò che vedono, non tanto per imitare gli atleti, ma per dare forma ai propri progetti e ai propri sogni.

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Cosa diresti a chi è curioso ma non ha mai assistito ad una serata?

Di venire e viverlo in prima persona! Il BANFF è una sorta di viaggio intorno al mondo che permette di visitare paesi e luoghi remoti o anche vicini, ma visti con nuovi occhi attraverso le storie dei protagonisti dei film. È un appuntamento annuale rivolto a tutti gli appassionati e non solo, accomunati dalla condivisione di interessi e valori; un’occasione per trovare stimoli, progettare nuove avventure e passare una serata insieme, ritrovando vecchi amici o facendone di nuovi (sappiamo che c’è anche chi ha trovato l’amore!).

Vedi delle differenze fra il pubblico delle varie tappe?

Decisamente sì! Ci sono città in cui senti proprio un’energia e una partecipazione maggiore rispetto ad altre. Tutte le nostre tappe hanno un pubblico attivo, anche i più timidi con gli anni si sono lasciati andare…ma nelle città più prossime alle montagne il pubblico è davvero unico!

E per chi non potrà partecipare alle serate?

Chi non può partecipare alle serate potrà vedere comunque i film del BANFF sulla nostra piattaforma Itaca on Demand (https://itacaondemand.it/): dai primi di maggio infatti li pubblicheremo, anche se venire al cinema e condividere la serata con la community è un’altra cosa!

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Hai un film preferito fra quelli in programma?

Two Point Four, in cui il noto scalatore britannico Leo Houlding, la moglie Jess e i loro due figli Freya (9 anni) e Jackson (5 anni) scalano la Stetind, una delle montagne simbolo in Norvegia. Al di là della bellezza dei luoghi, è uno stimolo a coinvolgere la propria famiglia e i propri figli fin dall’infanzia, a condividere viaggi ed avventure outdoor, abituandoli sin da piccoli a trovare una propria dimensione nell’ambiente naturale, a viverlo, ad amarlo e rispettarlo. Nel film tutto è vissuto con grande naturalezza e semplicità.

C’è una tappa che fra tutte ti ha dato più soddisfazione per qualche motivo?

Ricordo sempre con simpatia la serata di Bergamo del 2019, che ha avuto come ospite in sala Denis Urubko appena tornato dal tentativo invernale al K2 e dopo il soccorso dell’alpinista francese Revol sul Nanga Parbat: Denis era stanchissimo, ma aveva un’energia incredibile! C’è stata poi la serata inaugurale di Milano del 2020, al Teatro Nazionale: quando sono salita sul palco per presentare la serata e ho visto 1400 persone che mi guardavano…inizialmente ho avuto un momento di panico, subito scaldato da un flusso emotivo dovuto al calore di tutte quelle persone in attesa del BANFF! Che emozione!

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Chi c’è dietro al BANFF Italia oltre a te?

C’è il team milanese tutto al femminile, che cura, organizza e si occupa della gestione e della comunicazione del BANFF e delle altre rassegne che portiamo in Italia (Ocean Film Festival e Reel Rock, oltre alla piattaforma Itaca on Demand). Poi ci sono i Road Warrior, i nostri stretti collaboratori che dirigono la serata con professionalità e grande passione, e i volontari, che supportano il nostro team e senza i quali il BANFF non sarebbe quello che è! E, last but not least, il pubblico che ci segue in sala e che anno dopo anno, di edizione in edizione, continua a condividere con noi questa grande avventura!

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