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Bellezza a chilometro zero

Text by Simone Mondino e Romina Manassero

Troppe volte anzi troppo spesso ci capita di partire per un viaggio e raramente si tratta di una destinazione o di un’esperienza a portata di mano.

Questo volere sempre più allontanarsi, quasi a scappare per staccare la spina o chissà per quale altro motivo, ci porta a trascurare la nostra terra natia, le nostre montagne, le nostre vallate. Le snobbiamo ma senza dubbio non con cattiveria, si tratta solo di un automatismo presente in ognuno di noi.

 

Spesso ci dimentichiamo della fortuna di essere italiani e della bellezza che abbiamo intorno ogni giorno. Negli ultimi anni, tuttavia, sta sempre più crescendo la consapevolezza di quante possibilità e di quanta bellezza ci sia qui da noi, nel cuneese. Due telefonate, una chiacchierata telefonica ed ecco che è tutto organizzato: si va per una settimana in Val Varaita, in compagnia del Val Varaita Trekking, alla ricerca della pace ma soprattutto della bellezza di una vallata anche in veste invernale.

 

Chilometro dopo chilometro saliamo di quota avvicinandoci sempre più alla neve.

Ormai, come ogni anno, è sempre più inverno a novembre che a dicembre ed è così anche in questi giorni prossimi al Natale. La nostra continua ricerca della positività ci fa pensare che la neve verrà a trovarci.

 

Tra ravioles, birre artigianali e risate le giornate scorrono velocemente, scoprendo scorci nuovi e fuggendo dai rovesci di pioggia e dalla nebbia mentre inseguiamo timide occhiate di sole.

 

Un maledetto flusso di libeccio infatti condiziona l’atmosfera della vallata ma fortunatamente le abbondanti precipitazioni nevose di novembre ci permettono di esplorare nuovi sentieri come quelli del vallone di Gilba, il versante del Meira Paula ma anche quelli più tradizionali nel bosco dell’Alevè, a Chianale e a Bellino.

 

Una scoperta della vallata in compagnia di alcuni gestori dei rifugi, una “scusa” per socializzare, conoscere e capire come stia cambiando la montagna, un modo per entrare in contatto con coloro che la montagna la “vivono” veramente e non la sfruttano come moda passeggera. Così ci si ritrova ad aiutar alcuni a portare in quota i rifornimenti in vista del boom turistico delle festività, a sistemare addobbi natalizi nel bosco, a preparare piatti tipici o semplicemente a brindare al termine della giornata tutti insieme.

Una montagna viva, vera e pura proprio come piace a noi.

 

Una settimana veramente full-immersion nella vita della valle, un’autentica riscoperta di bellezze locali troppe volte dimenticate che meritano rispetto e maggior valorizzazione. Dalle prime luci dell’alba alla notte è un girovagare continuo tra vecchi borghi e boschi incantati e mentre tutto corre intorno a noi arriva sua maestà, la neve, a farci fermare, a farci capire che si può vivere la montagna ancor più a rilento, in silenzio, apprezzandone ogni sua sfaccettatura.

 

La legna scoppietta nei camini, i sorrisi di chi vive in quei posti che spesso sembrano abbandonati ma che sono più vivi che mai, e, fuori dalla finestra, i fiocchi lentamente si accumulano trasformando il paesaggio intorno a noi.

 

Alcuni pensano che la neve possa dividere ma in realtà se la si sa affrontare e vivere unisce letteralmente tutto e tutti. Uscire, indossare le ciaspole e partire verso qualsiasi meta, avvolti nel silenzio più assoluto sentendosi vivi, veri e presenti e, seppur per un istante, parte di una comunità.

“Che fretta c’è, godiamoci questo caffè, questi fiocchi in faccia, questi sorrisi” uno stile di vita che sempre più viene dimenticato andandolo a cercare in destinazioni lontane quando invece è proprio lì, davanti a noi, sotto casa. Sarebbe bello capirlo sempre più perché le nostre montagne devono tornare a vivere come una volta, devono tornare a sorridere come i loro abitanti che ancora ci credono nonostante i mille sacrifici e soprattutto che resistono ogni giorno, sempre.

 

Quassù non vivo in me, ma divento una parte di ciò che mi attornia.

(Lord Byron)

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