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Black Yak Here to Say

BY DAVIDE FIORASO

Il mercato outdoor europeo da il benvenuto al nuovo marchio BlackYak, già argomento di conversazione tra rivenditori e designer della scena alpina. Dopo una sola stagione, Black Yak si è affermato in questo difficile settore convincendo molti consumatori per la sua unicità. Lanciarsi nel mercato occidentale è stato un passo coraggioso per un brand sudcoreano e non c’è da meravigliarsi che nessuno ci sia mai riuscito prima. 

Sei anni fa, da leader del mercato asiatico, aveva già osato un primo tentativo. Il Managing Director Maximilian Nortz, lo ha definito un palloncino di prova. “All’epoca Black Yak ha presentato la sua collezione a ISPO Munich. Tutti erano entusiasti, ma nessuno sembrava voler acquistare qualcosa” – dice Maximilian con un sorriso. C’erano diversi motivi: stili selvaggi con sei o otto diversi colori per capo ma soprattutto una differenza tra il fitting asiatico e quello europeo.

“A questo punto il management coreano poteva intraprendere due strade: tentare una collezione ad-hoc o abbandonare l’espansione pianificata in Occidente” – spiega Maximilian. L’esito di tale decisione è visibile oggi nel centro di Monaco di Baviera. Trendsetters e alpinisti vestono giacche BlackYak e i principali rivenditori sportivi come Globetrotter e Keller Sports le espongono nelle vetrine e nei negozi online.

Maximilian Nortz dà alcuni dettagli dei suoi primi giorni: “Ho avuto la possibilità di ricostruire completamente un marchio che era già leader su un altro continente. E potevo farlo da zero. Un’occasione sensazionale ed estremamente eccitante”. Gradualmente, questo sviluppo si è trasformato in una visione:  creare capi innovativi e altamente tecnici per gli alpinisti estremi e gli amanti dell’urban fashion, senza mai sembrare fuori posto. Nel tempo, la famiglia BlackYak in Europa è cresciuta e Maximilian ora lavora con circa dieci colleghi. “Per implementare la visione di BlackYak Europa abbiamo assunto i migliori sviluppatori di prodotti. Il nome dell’ azienda svizzera che ci segue rappresenta anche il nostro motto: Development Never Stops, lo sviluppo non si ferma mai”. 

David Randall, noto designer del settore sportivo, è responsabile dello styling europeo di BlackYak. E’ stato il primo collega di Maximilian nominato in via definitiva, ovviamente per una buona ragione. “E’ stata una grande sfida, ma anche un’opportunità unica per la mia carriera” – afferma David. Oggi, i designers dei grandi produttori guardano a BlackYak cercando di capire quali trend saranno in voga la prossima stagione. Ma non possono certo copiarne il design: le cuciture e lo stile delle giacche o dei pantaloni richiamo la sagoma di uno yak. Lo stessa tema è riconducibile al branding, sviluppato in modo molto low-key. Ancora oggi si possono riconoscere dettagli apparentemente invisibili che lo rendono unico.

Parlando di soluzioni caratteristiche, una delle chiavi del successo è stata la stretta collaborazione con i principali fornitori mondiali di tessuti. La collaborazione con W. L. Gore & Associates, per esempio, è iniziata nel 1994 e oggi BlackYak è uno dei primi cinque clienti al mondo. I prodotti innovativi di BlackYak hanno ricevuto negli ultimi due anni un record di 14 ISPO Awards. L’obiettivo è quello di aumentare questi successi affinché BlackYak si possa finalmente vedere in tutte le città europee.

FIVE QUESTION TO MAXIMILIAN NORTZ

Il mercato europeo outdoor è notoriamente vasto e saturo. Perchè qualcuno dovrebbe acquistare un vostro prodotto? 

Ci sono molte ragioni. Abbiamo trascorso circa due anni a lavorare su ogni collezione. Lo sviluppo è avvenuto in Europa, ingegnerizzato in Svizzera e progettato presso la nostra sede a Monaco di Baviera. Ora siamo molto orgogliosi del risultato. I capi sono super tecnici e altamente alla moda. La nostra collezione permette di salire su montagne di 8.000 metri ed avere allo stesso tempo un look straordinario in città.

Nel mercato ci sono molti marchi noti che fanno un grande lavoro, che cosa rende BlackYak diverso?

Siamo una squadra molto giovane di appassionati di montagna e ancora piuttosto piccoli in Europa. Qui, siamo autorizzati a realizzare il nostro sogno: creare i capi migliori e più stilosi sul mercato outdoor. Le gerarchie piatte e un grande pool di idee provenienti da tutto il nostro staff portano a collezioni uniche. Vedrete stili diversi, colori audaci, nuove soluzioni tecniche e uno stile incomparabile in tutti i capi BlackYak.

Qual’è il tuo prodotto preferito nella collezione?

Amo la Hybrid Jacket. È piena di innovazione, nuove tecnologie e imbottita con tre diversi materiali. Rappresenta uno stile molto particolare con le nostre tasche in mesh sul davanti. Io uso questa giacca quando vado a fare trekking, sulla mia bici e in città. Inoltre, mi piace abbinarla con l’abbigliamento da lavoro quando vado in ufficio. È incredibile quanti feedback positivi ottengo quando indosso questa giacca.

Il successo di BlackYak sul mercato globale è strettamente connesso con Maximilian North?

Sono un appassionato di sport e sono sempre stato parte dell’industria sportiva. Dopo aver lavorato per la Sport Scheck a Monaco di Baviera, sono stato direttore marketing e sponsorizzazione presso il Munich Exhibition Center per cinque anni. Nel 2014 ho avuto la grande opportunità di unirmi a BlackYak per la campagna di ingresso nel mercato europeo. Ho iniziato come Direttore Marketing Globale, ma in pochi mesi sono stato nominato Direttore Generale Internazionale. E’ stata un’occasione unica per costruire un marchio da zero e sono incredibilmente eccitato per il modo in cui è stato sviluppato.

Dove vedi BlackYak in cinque anni?

Spero su tutti gli appassionati di outdoor! Seriamente, cercheremo di continuare a lavorare su di noi come squadra e sulle nostre collezioni. Dobbiamo riflettere duramente su ogni prodotto e cercare di migliorarci. Non c’è tempo per guardarsi indietro, rilassarsi ed essere felici dei premi vinti. Il nostro obiettivo è entrare in nuovi paesi.

BLACKYAK – THE STORY

Tae Sun Kang è sempre stato uno scalatore appassionato di montagna. Il suo obiettivo più grande era raggiungere un 8.000. All’inizio degli anni ’60, al campo base del Cho Oyo (8.201 m), si rese conto che gli alpinisti occidentali erano incredibilmente ben attrezzati e sarebbe stato difficile raggiungere la cima con le sue attrezzature. Doveva smettere quell’avventura e pianificare una nuova missione. Tornato a casa, decise di entrare nel settore sportivo di montagna, aprendo un primo negozio nel distretto di Gangnam, a Seoul. Questo succedeva nel 1973, quando nel suo paese c’era una evidente carenza di attrezzature adeguate alle escursioni estreme. Aveva visto questa nicchia di mercato.

Il nome attuale, BlackYak, fu registrato nel 1996 e nacque durante un’altra avventura sul Cho Oyo. Durante il cammino al Campo 1, Kang fu colpito da un fronte di maltempo. Il vento, la nebbia e la neve ridussero la visibilità a meno di tre metri. Senza sistemi di navigazione in aiuto, fu bloccato per ore nel freddo pungente con la possibilità di morire. Improvvisamente un punto nero apparve all’orizzonte. Kang iniziò a spostarsi verso quel punto finché capì che era uno yak. Seguendolo, lo riportò in sicurezza al campo base. Fu il giorno in cui nacque BlackYak.

Negli anni Novanta, Kang ha continuato ad espandere BlackYak passo dopo passo. Nel 1998 la società è entrata nel mercato cinese con l’apertura del suo primo negozio a Pechino. Ora il marchio ha 195 punti vendita in Cina, di cui 100 sono monomarca di proprietà. C’è anche un negozio speciale nell’habitat originale dello yak, a Kathmandu, in Nepal. La penetrazione del mercato in patria ha invece raggiunto uno stadio avanzato: attualmente ci sono 337 punti vendita, gestiti per lo più in franchising, che vendono esclusivamente l’etichetta BlackYak.

Per prepararsi alla sua espansione globale, l’azienda ha scelto l’Europa come punto di partenza. Dopo una prima prova a ISPO Munich 2012, il marchio ha iniziato la distribuzione globale nel vecchio continente nel 2016. Ma l’Europa è solo il primo passo. BlackYak è già presente in 120 negozi negli Stati Uniti, in Canada, in Russia e persino in Giappone, non dispone di propri impianti produttivi, ma lavora con partner esterni in Cina, Vietnam e Indonesia. Per soddisfare gli standard europei di qualità, l’azienda ha deciso di acquistare abbigliamento da produttori di fascia alta come KTC, produttore cinese con radici austriache.

“Ho avuto la possibilità di ricostruire completamente un marchio che era già leader su un altro continente. E potevo farlo da zero. Un’occasione sensazionale ed estremamente eccitante”

“La nostra collezione permette di salire su montagne di 8.000 metri ed avere allo stesso tempo un look straordinario in città.”

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