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Capanna Dosdè rivive con Braulio

By Maria Laurenti

Photos Giacomo Meneghello

Capanna Dosdè rivive con Braulio: un autentico gioiello in alta quota, a 2824 metri nel cuore della Val Viola è ora aperto, grazie a un progetto straordinario a beneficio della comunità valtellinese. Questa realizzazione unica è stata possibile grazie alla collaborazione eccezionale tra Braulio e il CAI di Bormio. 

La montagna, nella sua varietà mozzafiato, sembra fatta per custodire piccoli segreti. È così che fa breccia nel cuore, con i suoi slanci verso l’alto in cui l’umano tace e lo sguardo spazia e per quanto si sforzi non trova ripetizioni. Così è anche per la Val Viola, un ramo della Valtellina colorato dalle curve dei larici e dagli spigoli delle vette. È lassù, nell’ancor più stretta diramazione della val Cantone in Dosdè, che si trova un dettaglio dal tetto rosso pieno di segreti raccolti da una storia lunga più di un secolo. Capanna Dosdè. 

Arroccata a 2884 m nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, la capanna è stata realizzata nel 1890 ad opera del CAI Milano e nella sua vita ultracentenaria ha vissuto un triplo intervento da parte del CAI di Bormio. Il primo nel 1955, poi un altro nel 1982 e infine oggi, nel 2023, con un’iniziativa in collaborazione con Braulio, produttrice dell’omonimo amaro che affonda le radici in quelle stesse montagne. 

Il restauro, quasi specchiando le regole della montagna, che pur offrendo scorciatoie non offre traguardi senza fatica, si è occupato anche del sentiero da Valdisotto al bivacco. Prendersi cura del percorso, dopotutto, è anche prendersi cura della meta e di chi deve raggiungerla. Questo soprattutto se si abbraccia l’idea di una montagna da saper assaporare, come fanno la comunità alpina e il marchio Valtellino, che di una vera e propria filosofia della lentezza ha fatto il proprio nucleo. 

Inerpicandosi per la Valtellina in direzione Livigno, tra i paesi della Valdidentro, si arriva ad Arnoga. Lì, una stretta strada asfaltata a pedaggio segna l’ingresso nella Val Viola. Superate le baite di Altumeria, una sterrata si addentra dolcemente in direzione della val Cantone in Dosdè. È oltre l’Alpe e il rifugio Federico Dosdè cominciano i tornanti del nuovo sentiero allargato e sistemato dal CAI Bormio e da Braulio. 

Partendo da un’analisi dettagliata del sentiero da Valdisotto a Capanna Dosdè, il restauro si è sviluppato nell’ottica di realizzare un percorso adatto sia per gli escursionisti sia per i veicoli specifici, con l’obiettivo di garantire una facile manutenzione futura. Il nuovo sentiero scorre ora nel centro della valle, più agevole e dolce, tanto da essere percorribile in ebike. Risale morbido verso il passo, con sassi e rocce ben assestate dal lavoro fatto e con brevi rampe giusto per non togliere il gusto di un pò di fatica. La Capanna compare solo all’ultimo, ben riconoscibile dal tetto ora scarlatto, ispirato alla ricca tavolozza di Braulio. Nell’ottica di Braulio, il bivacco restaurato vuole fungere non solo da rifugio per gli alpinisti che affrontano salite impressionanti, ma anche da punto di passaggio per coloro che attraversano le grandi distese di questo passo, parte del Grande Sentiero Italia, un percorso escursionistico di 6.166 chilometri che attraversa l’intero territorio italiano passando per sei siti patrimonio UNESCO. Prati, cascate, laghi panoramici, canyon, l’assoluta bellezza della natura circonda ogni angolo, rendendo l’esperienza indimenticabile per tutti, che si sia escursionisti esperti o principianti. 

Così il presidente del CAI Bormio ha commentato l’iniziativa: Al CAI promuoviamo la valorizzazione della cultura della montagna e sottolineiamo limportanza di rispettarne e preservarne il patrimonio ambientale, storico e culturale. La nostra missione è evidente in progetti come il restauro della Capanna Dosdè con il sostegno di Braulio, che mira a rendere la montagna un museo a cielo aperto accessibile a tutti. Ci riempie di immenso orgoglio e onore essere custodi di un tesoro così straordinario, uno degli innumerevoli gioielli custoditi nella nostra regione”.

Il tragitto verso Capanna Dosdé richiede un’escursione di circa due ore e mezza. Tuttavia, gli splendidi ghiacciai e le vette rendono il viaggio una dolce passeggiata nella bellezza. Il sentiero, segnato da verdi pascoli, cascate e morene, promette un’esperienza ricca e suggestiva. Con questo progetto Braulio invita i viaggiatori a vivere il fascino senza tempo della Valtellina, con la lentezza necessaria ad assaporare attimi che durano per sempre. 

Queste le parole di Ludovica Riciputi, Responsabile Marketing Globale Amari: “Con l’inaugurazione della Capanna Dosdè, Braulio non solo riafferma l’importanza del suo legame con il territorio valtellinese, ma anche il valore inestimabile del tempo per creare qualcosa di indimenticabile. In un’epoca in cui tutto sembra accelerare, la montagna ci insegna che le cose più belle e profonde richiedono tempo. È una lezione che ogni escursionista comprende quando si ferma a osservare dettagli unici lungo il sentiero; una verità che l’artigiano rispetta, dedicando giorni e notti a perfezionare ogni singola creazione. Ed è proprio per questo che Braulio aspetta pazientemente per mesi e mesi nella botte: per assicurarsi che ogni goccia sia perfetta. Il restauro di questo Bivacco, situato tra l’incontro di due valli e amato da molti appassionati di montagna, simboleggia non solo il profondo legame di Braulio con la comunità valtellinese, che dura da oltre 150 anni, ma anche la consapevolezza che le esperienze più autentiche e profonde hanno bisogno del giusto tempo per essere godute appieno.”

Qui un riassunto della giornata di inaugurazione della nuova vita di Capanna Dosdè.