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Caucaso: erbe selvatiche, cani di strada e montagne incontaminate.

Text & Photo Kieran Creevy and Lisa Paarvio

Lisa Paarvio e Kieran Creevy sono rispettivamente una fotografa professionista e uno chef e istruttore di montagna. Lavorando come un team creativo, hanno viaggiato attraverso ambienti montani in tre continenti; a piedi, su racchette da neve e sci. L’amore per i luoghi selvaggi, l’esplorazione e la narrazione sono gli elementi che li uniscono. I loro viaggi in montagna e nella natura selvaggia combinano storia e cultura, sport d’azione, avventura e cibo locale.

In cima al Caucaso nella regione del Kazbegi, Lisa e io abbiamo gli zaini carichi di cibo, attrezzatura fotografica e da montagna, pronti per una ciaspolata di più giorni e un’avventura selvaggia in tenda.

Qualche giorno prima, abbiamo incontrato per caso Vasil, il nostro autista.

Uno di quegli incontri inaspettati che amplia le tue conoscenze e altera la tua visione del mondo.

Grazie a lui abbiamo avuto un’anteprima dettagliata di decenni di informazioni locali conquistate duramente. Nozioni importanti come quale negozio di alimentari scegliere per fare scorta dei migliori sottaceti, verdure fresche, yogurt greco e specialità georgiane locali come prugne secche e noci.

Uno di questi ci rimane impresso; dall’esterno, la facciata sgangherata e sbiadita rimanda l’immagine di un negozio ben lontano dal suo periodo di massimo splendore. Tuttavia, l’interno poco illuminato rivela una miriade di meraviglie; frutta dalla buccia aspra, formaggi piccanti, un mix di erbe selvatiche, barbabietole delicate e cipolle di un’accesa tonalità verde/bianca.

Quella sera stessa ha inizio il rituale della sistemazione dei materiali. Abbastanza abbigliamento per tenerci caldi e asciutti, con pezzi di ricambio per quei momenti “metti caso che”. I sacchi a pelo invernali vengono srotolati in casa per essere poi riposti in sacche stagne. Lisa si arrovella su quali obiettivi mettere in valigia e se avremo la possibilità di vedere la Via Lattea.

In questo viaggio non mangeremo pasti liofilizzati, solo cene, pranzi e colazioni di ispirazione georgiana.

La mattina arriva troppo presto. Mettiamo brevemente in discussione le nostre rispettive scelte lavorative, ma l’attrazione magnetica di nuove montagne è tutto l’incentivo di cui abbiamo bisogno per uscire.

Dopo un breve percorso selvaggio su una tortuosa strada di montagna siamo soli!

Fasci dorati spezzano l’orizzonte e ci fermiamo per il tè del mattino accompagnandolo con del pane fresco.

Scendiamo più a valle sulle colline, seguendo sentieri logori battuti dalle sole capre selvatiche. Le nostre racchette da neve e le piccozze sono ancora impacchettate.

Siamo quasi a quota 3.000 metri e il termometro segna -20 gradi ma la neve è scarsa e irregolare, con degli  accumuli su alcuni pendii settentrionali.

Incontriamo i primi segni di vita in questo angolo selvaggio della Georgia. Un santuario in rovina con le sue pietre consumate e lisce da secoli di abbandono.

A fine giornata, ci imbattiamo nel posto perfetto per il nostro primo stop. Nel bel mezzo della preparazione del campo base il mio stomaco si fa sentire, è ora di preparare la cena.

Lobio con Mchadi (Stufato di fagioli rossi, pepe, cipolla ed erbe con pane di farina di mais)

Ingredienti per 2 persone

Lobio

400 gr circa di fagioli rossi secchi, immersi in acqua durante la notte

1 cipolla bianca affettata finemente

1 peperone verde tagliato a dadini

25 gr circa di prezzemolo tritato grossolanamente

1 cubetto di brodo vegetale sbriciolato

1 cucchiaino di pepe bianco

1/2 cucchiaino di polvere di finocchio essiccato

1/2 cucchiaino di cumino nero in polvere

1/2 cucchiaino di coriandolo in polvere

Acqua

Sale – a piacere

1 cucchiaio di burro o burro chiarificato.

Mchadi:

Farina di mais macinata finemente

2 uova

2 cucchiaini di sale marino

1 cucchiaino di peperoncino tritato

100 gr circa di formaggio bianco a pasta dura tagliato a cubetti

2 cucchiai di olio di colza o olio d’oliva.

Acqua

Farina di mais extra per spolverare

 

Preparazione Lobio:

Mescolare la farina di mais, le spezie, il sale, le uova e l’olio.

Quindi aggiungere il formaggio e un po’ d’acqua alla volta.

Impastare fino ad ottenere un impasto liscio.

Posizionare la padella sul fornello con fuoco medio/alto.

Rompere una massa di pasta di dimensioni di una pallina da golf, arrotolarla tra le mani fino a renderla liscia e piatta. Spolverare con un po’ di farina di mais e metterla in padella.

Nella padella c’è spazio per 2-4 pani, a seconda delle dimensioni.

Cuocere per alcuni minuti su entrambi i lati fino a cottura ultimata quando il formaggio inizierà a sciogliersi.

Preparazione Mchadi:

Accendere la stufa. Scaldare il burro a fuoco lento e, quando sfrigola delicatamente, aggiungere la cipolla, il pepe e le spezie. Cuocere per 2-3 minuti.

Aggiungere il mix di fagioli, mescolare bene e coprire completamente con l’acqua.

Aumentare il calore al massimo, mettere il coperchio e portare ad ebollizione.

Cuocere per 20 minuti a fuoco medio o fino a quando i fagioli saranno morbidi, aggiungendo più acqua se necessario. Servire lo stufato di fagioli in un contenitore con del pane.

La nostra avventura invernale su queste montagne trascorre fin troppo velocemente. I giorni passano in un caleidoscopio di meraviglie sensoriali; l’odore della neve al vento, la luce della luna che fa brillare frammenti di ghiaccio come se il terreno fosse ricoperto di diamanti, una fitta foresta che nasconde una fortezza di pietra, una zuppa speziata calda e la gioia di viaggiare attraverso la natura selvaggia con un compagno di avventure fidato.

Alla fine, torniamo in prossimità del punto di partenza, il fianco della collina mostra piccoli segni di traffico mentre il sentiero si allarga leggermente.

Tuttavia, non vogliamo rompere l’incantesimo di queste terre selvagge e tornare immediatamente alla civiltà. Il nostro ultimo pranzo in montagna viene improvvisamente interrotto da un cane selvatico. Non sappiamo se se sia stato attratto profumo del nostro pasto o se sia in cerca di compagnia. Si avvicina al campo, rilassato ed a proprio agio. Si sdraia, sembra contento ma con l’aria di uno che spera in un po’ di cibo.

Dopo pranzo, come se non volesse lasciarci fuggire dal suo incantesimo, il Caucaso ci lancia un’ultima sfida. Il sentiero su cui stavamo camminando scompare senza preavviso. Molto più avanti possiamo vedere la strada proseguire e, ad un chilometro di distanza, la nostra meta. Tra di noi c’è un largo fiume.

Guadarlo ci richiederà alcune ore. Decidiamo di esplorare la riva, sperando in trampolini di lancio o in uno stretto tratto su cui poter saltare. Niente di tutto ciò.

Appena ci rassegniamo a tornare indietro, Lisa individua un possibile guado.

Valutiamo la velocità del flusso e la profondità dell’acqua, siamo fortunati. É sicuro.

Ci facciamo strada e quasi immediatamente gli orli dei nostri pantaloni si congelano dal freddo. L’ultimo chilometro scorre veloce sotto i nostri stivali fradici.

Anche se stanchi e infreddoliti l’incantesimo permane in noi a lungo.

Portiamo nel cuore questo magnifico paesaggio e la sua gente.

 

Grazie Georgia.

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