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C’era Una Volta… Il Ghiacciaio di Mer De Glace

Text Marta Manzoni

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«C’era una volta il ghiacciaio della Mer de Glace». Potrebbe iniziare così la storia che racconterò un giorno ai miei figli. «Al posto dell’area di servizio che avete visto oggi, c’era un rifugio dove ho dormito. Invece dell’autostrada sulla quale siamo passati, c’era la neve perenne».

 In effetti siamo sul più grande ghiacciaio della Francia per raccogliere rifiuti abbandonati sin dallo scorso secolo e sembra di vivere un sogno premonitore: ci aspetta un viaggio introspettivo dentro noi stessi, tra meditazione e visioni preoccupanti. Il primo ritrovamento che facciamo, infatti, è la ruota di un’automobile. Chissà come ci è finita sulla Mer de Glace. L’iniziativa si chiama Montagna Responsabile, ed è organizzata dal marchio Lafuma in collaborazione con il Club Alpino Francese – CAF – che da oltre trent’anni si occupa della pulizia delle montagne. Una giornata di azione concreta, gratuita e aperta a tutti, accompagnati da guide UCPA, per salvaguardare l’ambiente. Un esempio di come il brand francese promuove la responsabilità sociale attraverso progetti di sensibilizzazione per vivere la montagna in maniera consapevole. Il prossimo appuntamento è per settembre 2020, e si sta già pensando a un’edizione italiana. L’organizzazione è impeccabile: per quattro ore ognuno di noi procede lentamente, perlustrando e passando al setaccio ogni gelido angolo. Mettiamo la spazzatura nella nostra borsa e quando è piena la svuotiamo dentro un enorme sacco dove sono ammassati tutti gli oggetti recuperati e che sarà prelevato dall’elicottero e portato a Chamonix, dove effettueremo la raccolta differenziata. 

«Dalla prima edizione, 12 anni fa, sono state raccolte più di 28 tonnellate di rifiuti da migliaia di partecipanti»sottolinea Renoud Menozzi, brand manager Lafuma. A causa dello scioglimento del ghiacciaio, dovuto dal cambiamento climatico, affiorano sempre più resti che prima erano sepolti dalla neve. Troviamo di tutto: delle lire italiane, centinaia di lattine, migliaia di mozziconi di sigarette, 12 cozze, tubi di ferro arrugginiti, uno sci. Ma è la plastica a dominare il panorama: è talmente tanta che presto fai forma una piccola montagna. La stessa scena si verifica ogni giorno nei nostri appartamenti: il bidone della plastica è sempre il primo a riempirsi. Procediamo nella nostra ‘caccia al tesoro’ concentrati, in un silenzio zen. Siamo immersi in uno scenario lunare. La Vallée Blanche toglie il fiato per quanto è bella. All’inizio del diciannovesimo secolo, la Mer de Glace era visibile da Chamonix. Oggi per guardarla bisogna salire fino a Montenvers. Forse i miei figli non la vedranno mai.

Eppure qualche speranza c’è ancora. Durante gli ultimi mesi ci sono stati segnali positivi, in Italia come in Europa: il nuovo Governo ha introdotto la sostenibilità nell’agenda politica e ha fatto discutere per le proposte di misure che prevedono nuove tasse sulla plastica e la riduzione di sussidi dannosi per l’ambiente, mentre Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha dichiarato: «Adotteremo misure coraggiose contro i cambiamenti climatici». La lotta contro l’inquinamento alle materie plastiche è diventato il più grande movimento ambientalista degli ultimi anni. Il passo successivo è la trasformazione di un’intenzione in azioni che abbiano effetti reali. Le scelte individuali, come andare in bicicletta, abbassare il riscaldamento in casa, fare una spesa intelligente, sono molto rilevanti su scala locale ma comportano delle rinunce che in pochi sono disposti a compiere quando influiscono sul proprio stile di vita. Comportamenti tangibili, come la pulizia delle spiagge o delle montagne, permettono, toccando letteralmente con mano quanto si possa far male alla natura, di imparare ad amarla di più. «Bambini, una volta al posto del casello c’erano delle grandi grotte di ghiaccio. Ma sono cose che purtroppo voi non vedrete mai». 

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