Image Alt

Danner Boots: per andare ovunque

By Silvia Galliani

Photos Garret Kind, Ryan Field & Silvia Galliani

Ci sono tre giornalisti: un californiano, un newyorkese e un italiano.

Sembra l’inizio di una barzelletta, invece è semplicemente come comincia la nostra storia destinazione Svizzera insieme a Danner Boots.

Il brand americano ci ha invitato a provare sul campo i nuovi Danner Arctic 600 con suola Vibram Arctic Grip in una serie di attività top secret che non hanno voluto rivelarci se non una volta dopo il nostro arrivo.

Punto di partenza, la folkloristica cittadina di Gstaad, una frazione del comune svizzero di Saanen, nel Canton Berna. Stazione sciistica sviluppatasi a partire dagli anni 1900, è una nota meta di turismo invernale di lusso grazie alle numerose piste da sci e rifugi montani, ma è frequentata anche negli altri periodi dell’anno. Io la raggiungo comodamente da Milano in 4 ore di treno, durante un ancora soleggiato pomeriggio di inizio ottobre. I miei compagni di avventura saranno un po’ meno fortunati e toccherà loro un volo intercontinentale con annesso jet lag.

Tuttavia sono un po’ preoccupata, anzi, provo sentimenti contrastanti: sono certamente felice di questa opportunità ed entusiasta di trovarmi sulle Alpi, pronta per un’altra avventura in montagna, ma al tempo stesso sono anche un po’ nervosa ed intimorita in quanto unica italiana fra americani. Tutti i miei timori però svaniscono appena conosco i giornalisti Lauren e Matt ed Erin e Tara (di Danner US) a cui poi si aggiungono Garrett e Ryan, i fotografi che ci seguiranno in questi giorni, che mi mettono subito a mio agio. Tempo di scambiare qualche parola ed informazione su di noi ed è come se ci conoscessimo da sempre.

La passione per la vita all’aria aperta è il nostro comune denominatore ed il motivo per cui Danner ci ha riunito qui.

Go There è la campagna del brand statunitense che celebra il desiderio di un’avventura inesplorata attraverso le storie di viaggiatori, pionieri, avventurieri e semplici appassionati di outdoor. Un invito ed un incoraggiamento per tutti a infilarsi gli stivali, uscire di casa e vivere la natura, non attraverso viaggi e racconti di altri ma in prima persona, dovunque il vostro spirito di avventura vi porti, dalle infinite cascate della Gola del Columbia alle Alpi Bernesi.

Ed è proprio qui che Danner ci ha condotti, il nostro campo base è Huus Gstaad, un meraviglioso cottage immerso tra le dolci cime delle Alpi Bernesi. Ci troviamo in una soleggiata posizione collinare che vanta le migliori vedute sulle vette circostanti. Confortevole e familiare, ci sentiamo subito come a casa e l’atmosfera ci rapisce, ma non facciamo in tempo a rilassarci troppo che arriva Simon, la nostra guida svizzera che ci accompagnerà per i prossimi due giorni.

Prima tappa il ghiacciaio di Les Diablerets a 3000 m di altezza. A fondo valle splendeva il sole mentre qui in alto quello che ci accoglie è un paesaggio lunare spazzato da raffiche di vento. Davanti a noi solo un manto di neve immacolata, fa decisamente freddo. Tiriamo su il cappuccio e stringiamo bene le stringhe dei nostri scarponi. Visti dall’alto sicuramente non sembriamo altro che dei puntini che avanzano in mezzo al bianco. Siamo pronti per il nostro hike.

L’aria pungente del ghiacciaio regala un travolgente senso di libertà che ci fa dimenticare il gelo che ci circonda. Quassù si possono godere di 75 chilometri di sentieri e percorsi alpini segnalati. Da facili escursioni per famiglie a percorsi alpini più impegnative o vie ferrate. Noi ci avventuriamo per il Glacier Walk, un trail che da Scex Rouge ci conduce a Quille du Diable e che è aperto tutto l’anno. Attraversiamo uno per volta i 107 metri di ponte sospeso, unico al mondo, che collega le due vette della montagna. Sotto di noi un precipizio a un’altitudine di 3.000 m, un’esperienza unica che permette di affacciarsi direttamente sul ghiacciaio di Les Diablerets, rivelando una vista panoramica delle montagne più alte della zona, Cervino, Mönch, Jungfrau ed Eiger. Sconsigliato a chi soffre di vertigini!

È il momento di testare le nostre Arctic 600 che si rivelano l’alleato ideale di questa avventura. Confortevoli e caldissime grazie all’isolamento Primaloft e alla membrana impermeabile Danner Dry, mi tengono ben ancorata al terreno per merito della suola in Vibram Arctic Grip, mantenendo al tempo stesso il mio piede caldo e asciutto. Potrei camminare per ore tanto che quando arriviamo al rifugio l’Espace ho decisamente caldo e vorrei proseguire su quella coltre immacolata. Da qui si gode di vista meravigliosa sulla valle di Derborance e su tutto il Canton Vallese. Alla fine mi faccio convincere ad entrare dalla prospettiva di una Tomme Fleurette con formaggio di Rougemont e patate arrosto.

Il giorno seguente sveglia all’alba. Simon ci aspetta per condurci sul Wildhorn, lungo la linea di confine tra il Canton Vallese ed il Canton Berna. La montagna, alta 3.248 m, offre tutto quello che potevamo desiderare, sentieri tagliati fra i dirupi, ripide salite su pendii coperti di ghiaia, pietraie, diverse discese su scale verticali in rapida successione, molti piccoli laghi di montagna, una passeggiata tra le stelle alpine, la splendida vista panoramica sul ghiacciaio della Plaine Morte, Diablerets, Mont-Blanc, Grand Combin e le vette intorno alla Val d’Hérens, attraverso un labirinto di rocce bianche che lasciano spazio a cascate mozzafiato che scendono dalle pareti vertiginose.

Questo piccolo gioiellino delle Alpi Bernesi fu scalato per la prima volta nel settembre 1843 da Gottlieb Samuel Studer. La via di salita più facile avviene partendo dal lago Iffig e passando dalla Wildhornhütte. A differenza del giorno precedente, la giornata è tersa e luminosa. Simon mi indica un punto imprecisato in lontananza, dopo le montagne: “Là dietro c’è Milano, a solo 30 minuti di distanza in elicottero!”. Lo dice come se fosse dietro l’angolo, eppure qui, su questa vetta circondata dal nulla a parte le neve e i miei compagni di avventura, mi sento quanto più distante da casa io sia mai stata. 

Go there. Ora capisco a pieno l’essenza della campagna di Danner Boots. Scappare dalla folla e dalla routine quotidiana in cerca di un’avventura, piccola o grande che sia, ma che ti faccia sentire in armonia con la natura, in grado di resistere alle sue caratteristiche più estreme, ma sempre consapevole che, con i giusti alleati, nessun ostacolo nel tuo viaggio sarà insormontabile.

Mettiamo i ramponi e in fila indiana raggiungiamo la vetta della montagna. Nel punto più alto della cima ci aspetta un meritata colazione a base di pane, formaggio svizzero e marmellata. 

Brindiamo con le nostre tazze Danner con the caldo e caffé solubile. Questa avventura è giunta al termine. 

Share this Feature