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Esplorando il Sud America: dal Cile alla Bolivia

Era febbraio 2019, stavo lavorando quando mi arrivò una mail da Mapify dandomi l’opportunità di organizzare un viaggio, dove, come e quando volessi io. Così ho fatto una chiamata ad un amico, Felix, e abbiamo comprato i voli. In sostanza il sogno di ogni esploratore. 

Non vi dico l’emozione dopo questa mail, ho iniziato infatti a pensare a tutti i posti in cui sarei potuta ritornare, ma alla fine abbiamo optato per un paese in cui non eravamo mai stati: il Sud America. Per la precisione il Cile, da nord a sud toccando la Patagonia, e un piccolo assaggio della Bolivia. 

Dopo un lungo ed estenuante viaggio, non ricordo quante ore in aereo, siamo arrivati a Santiago del Cile, primissima tappa dove però ci siamo fermati proprio solo una notte, giusto il tempo di riprendere coscienze per poi ripartire. 

Infatti, il giorno dopo siamo subito scappati a nord del Cile alla scoperta del deserto di Atacama. Qui avevamo due scelte per girare la zona o essere comodi e prenotare tour organizzati o essere spartani e noleggiare una macchina. Ovviamente abbiamo scelto la secondo opzione, così non avendo vincoli di orari e tappe da visitare obbligatoriamente, ci siamo organizzati a modo nostro e accampati in mezzo al deserto e sotto le stelle per alcune notti. Il deserto di Atacama infatti è uno dei migliori posti al mondo per osservare le stelle perché l’inquinamento luminoso è bassissimo e non si scende praticamente mai sotto i 2000 mt di altitudine.

Abbiamo girato in lungo e in largo tutta la zona di San Pedro de Atacama vedendo posti che ho sempre e solo visto sui libri e nei documentari, come lagune immense e balneabili tipo la Lagunas Escondidas de Baltinache, famosa sia per il colore turchese sia per l’alta percentuale di sale presente nell’acqua che ti permette di galleggiare senza problemi. Una delle cose che più mi ha affascinata di queste zone del nord Cile sono le strade interminabili e completamente in mezzo al nulla, ma questo è proprio quello che ci piace e che ci fa emozionare in un viaggio, infatti ogni secondo in macchina era un “fermati che devo fare una foto”. 

 

Altra cosa pazzesca è stato trovare questo bus abbandonato nel mezzo del deserto, sì è vero ormai è diventato un’attrazione turistica, ma vederlo al tramonto senza persone, con solo il rumore del vento e con questi colori rosa, è stato come essere in un film. 

Abbiamo poi fatto una piccola tappa nel sud della Bolivia per visitare altri luoghi da National Geographic, come la Laguna Colodara e il Deserto salato Uyuni. Si tratta di un deserto di 12mila km2 di bianco, sì bianco totale, sale e qualche montagna qua e là. Ci siamo alzati alle 4 del mattino per arrivare in cima alla Isla Incahuasi, piccola montagnetta dominata da cactus, per goderci l’alba e le prime ore del giorno. Trovarsi in mezzo a questo deserto pare di essere in un sogno tangibile, si vede solo bianco a terra e il cielo azzurro.

 

Qui arriva la parte che forse tutti aspettavate, la famosa Patagonia. Ci sono volute ben 5 ore di volo, da San Pedro a Punta Arenas e poi altre 3 ore di macchina per arrivare alla città più vicina al famoso Parco nazionale Torres del Paine, ovvero Puerto Natales. 

Qui siamo rimasti qualche giorno per acclimatarci, perché sì da nord a sud il clima e il paesaggio cambiano completamente, e anche per prendere tutto il necessario per il trekking. Sono stati 93km percorsi, 7 giorni, tante scatolette di tonno mangiate e tanta pioggia, neve e vento sui capelli, ma tutto per una buonissima ragione: il “O circuite” il trekking che percorre tutto il parco nazionale, comprendendo il “W circuite” che è la parte più famosa. 

A metà trekking ci si imbatte nel ghiacciaio Grey di 270 km quadrati, uno dei più grandi al mondo. Negli ultimi 30 anni ha perso circa 2 km a causa dell’aumento delle temperature e della precipitazione che velocizzano lo scioglimento del ghiaccio. È un circolo vizioso che riguarda anche altri ghiacciai cileni che ricoprono circa 20mila km quadrati di terra del paese. 

Come tutti i trekking ci sono state giornate più facili di altre, ma il paesaggio era sempre una gratificazione e il dormire in tenda in paesaggi simili è stato una vera emozione.  

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