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Fabio Tambosi racconta i 30 anni della Saucony Shadow 6000

By Silvia Galliani

With Fabio Tambosi

Compiere 30 anni è un traguardo importante e quando a raggiungerlo è un modello di scarpa iconico come la Shadow 6000 bisogna celebrarlo come si deve, e così è stato. Lunedì 6 settembre Saucony, azienda statunitense con alle spalle 123 anni di storia, leader nel mondo running, ha scelto Milano come città in cui celebrare l’anniversario di questo modello storico nato nel 1991. Durante l’evento sono stati svelati in anteprima gli special drop della Shadow 6000: la versione OG che riprende fedelmente i colori delle origini – bianco, grigio e blu – e la versione Pearl che sceglie dettagli stilistici che richiamano le perle, gioiello simbolo dei 30 anni di matrimonio. Abbiamo avuto a possibilità di incontrare Fabio Tambosi, il nuovo Chief Marketing Officer di Saucony, che ci ha raccontato come è iniziata la sua collaborazione con il brand e quali sono le sue impressioni rispetto a questo importante anniversario.

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Fabio, prima di tutto raccontaci qualcosa della tua storia.

Sono nato e cresciuto in Brasile, quindi sono brasiliano, ma ho anche origini italiane perché entrambi i miei nonni lo sono. A 17 anni mi sono trasferito negli Stati Uniti, dove ho vissuto per sei anni, giocando a football e a calcio. Negli anni successivi ho girato il mondo lavorando nell’ambito delle tecnologie per compagnie come Nokia e Telecom e grazie a questo lavoro ho avuto la possibilità di viaggiare e vivere sempre in posti diversi, come l’Arabia Saudita, la Gran Bretagna, la Germania… La maggior parte della mia carriera è sempre stata divisa tra tecnologie e sport. In questi anni mi sono sposato ed ho costruito una famiglia. Mia moglie è originaria della Slovacchia, ho una figlia nata negli Stati Uniti e un bambino di sei mesi nato in Germania. Viaggiamo molto e spesso ci chiedono dove viviamo o dove ci sentiamo più a casa. Io rispondo dicendo che è dove siamo felici insieme.

Come è iniziata la tua collaborazione con Saucony?

Ho iniziato a lavorare con loro sette mesi fa, nel mese di aprile. Siamo ancora agli inizi, ma siamo molto affiatati e fino ad ora l’esperienza è stata molto entusiasmante.

Tornando allo sport, negli ultimi mesi ed anni abbiamo assistito ad una contaminazione sempre maggiore tra stili di vita, sport e prodotti sempre più performanti. Qualcosa di simile sta accadendo anche all’interno di Saucony?

Credo di sì. I designer che lavorano in questo settore sono, come tutti, molto influenzati da ciò che accade nel mondo. La contaminazione reciproca tra innovazione e lifestyle è ormai parte del quotidiano, non solo in Saucony. Basta pensare alle Shadow 6000, sono scarpe pensate originariamente per la corsa, ma oggi esempio di come i due mondi possano convergere. La scelta di chiamare la collezione “Saucony Originals” non è casuale. Infatti, proprio con l’aggettivo original vogliamo mostrare al mondo quanto il DNA di Saucony sia profondamente legato all’origine dello sport stesso.  I runner non sono solo runner, ma anche professionisti, amici, musicisti, madri e padri… e l’azienda ha intenzione di mettere sempre più in evidenza la multidimensionalità dell’essere umano. Per spiegare questa nuova tendenza uso spesso questa metafora: quando vediamo un supereroe, come Spiderman, non ci innamoriamo delle abilità dell’eroe, ma di Peter Parker e dei suoi difetti. Questo è quello che bisogna mostrare al mondo, il fatto che la corsa può essere molto di più di un semplice sport.

Hai menzionato le Saucony Shadow 6000, modello che ha appena compiuto 30 anni. Perché questa scarpa è così importante per Saucony?

Il settore in cui Saucony è inserito vive un costante flusso di cambiamento. Tuttavia, la silhouette di Saucony ha qualcosa di speciale, che ha resistito nel tempo, motivo per cui l’azienda ha scelto di riproporlo per così tanti anni. Continueremo a celebrare i classici ed al contempo a reinventarci. Quando un modello diventa così iconico vuol dire che hai creato una tela attraverso la quale le persone possono esprimersi.

Saucony è un brand molto forte sia dal punto di vista del lifestyle che della performance. Attualmente è molto raro in questo campo trovare altre aziende così competitive in entrambi i campi. Secondo te è difficile essere forti in tutti e due i settori?

In questi primi sette mesi di lavoro all’interno di Saucony ho passato molto tempo studiando il brand. L’essere forti sia dal punto di vista del lifestyle che della performance sono caratteristiche radicate profondamente all’interno dell’identità del brand e ormai fa parte del nostro modo di lavorare. È un aspetto interessante, ma al tempo stesso difficile da spiegare perché è così tanto parte di chi siamo.

Ultimamente il mercato ha assistito ad un aumento di persone che scelgono di praticare trail running. Credi sia una tendenza temporanea, destinata a restare legata alla pandemia, oppure pensi possa essere un trend destinato a crescere?

È difficile poter predire il futuro del trail running, ma è evidente come le persone nell’ultimo anno e mezzo siano diventate più attente e consapevoli rispetto al loro benessere. Il trail running dà la possibilità di entrare in contatto con sé stessi, con le altre persone e con la natura. Questo permette di sfuggire dalla vita di tutti i giorni ed è un bisogno che va oltre la pandemia. Siamo stati costretti a restare fermi e credo che, proprio per questo motivo, la necessità di essere più a contatto con la natura e di migliorare il nostro benessere resterà in noi. Un esempio molto simile è legato all’aumento nell’ultimo periodo delle persone che si dedicano allo yoga o alla meditazione: viviamo in un mondo frenetico e iperconnesso e sentiamo sempre più la necessità di sconnetterci e rallentare. Durante le Olimpiadi di quest’estate abbiamo assistito a vittorie sensazionali e nuovi record che si sono realizzati soprattutto perché chi ha partecipato alle competizioni ha avuto la possibilità di riposare e “rallentare” durante i mesi della pandemia.

Un’ultima ultima domanda, qual è il tuo modello di Saucony preferito e perché?

È come se mi chiedessi di scegliere il mio figlio preferito! Dipende molto dall’occasione: oggi sono innamorato della Shadow 6000, soprattutto per il comfort, mentre altre volte se voglio sentirmi più audace preferisco le Grid Web. Uso spesso anche le Endorphin Speed sia per il jogging che per attività di tutti i giorni, come per andare a fare un brunch con mia moglie. Altre volte se voglio dare tutto me stesso nella corsa scelgo le Endorphin Pro. Testo sempre tutti i prodotti e posso garantire che ognuno ha le caratteristiche adatte ad ogni occasione.

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