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Ferrino compie 150 anni

Text Gian Luca Gasca

Tutto è iniziato grazie a un’invenzione, come nella più classica delle storie italiane. Centocinquanta anni fa Cesare Ferrino, nel suo negozio di vernici al numero 107 di via Nizza a Torino, mise a punto una formula con cui impermeabilizzare tele e tessuti. 

Un’idea che avrebbe rivoluzionato il mondo dell’outdoor, ma partiamo dall’inizio. Nell’Italia di fine Ottocento la montagna non era un passatempo per tutti, era un terreno di gioco per pochi. Per nobili e avventurieri con la possibilità di trascorrere lungo tempo lontano dalle faccende della vita quotidiana, un mercato decisamente piccolo e, nell’immediato, non molto interessato a cambiare le proprie abitudini in termini di prodotti. I primi clienti di Ferrino furono così altre realtà come la Fiat o l’Esercito Italiano. I primi utilizzarono le tele impermeabili per realizzare le capote delle automobili mentre i secondi per coprire e riparare i mezzi militari. Gli esploratori arrivarono qualche anno dopo, sul finire del secolo. Furono nomi famosi come quello del celebre Duca degli Abruzzi, o del fotografo biellese Vittorio Sella e ancora l’himalaysta Mario Piacenza. 

Le loro esplorazioni nei luoghi remoti del Pianeta oggi appartengono alla storia, raccontano di un’epoca romantica alla scoperta della vaste aree bianche della Terra. Di un’avventura incognita che oggi non esiste più. Per queste loro esperienze avevano bisogno di un nuovo tipo di tenda, di un riparo che fosse impermeabile, resistente e facilmente trasportabile e chi, se non Cesare Ferrino, sarebbe stato capace di accontentarli?

Furono i primi a portare all’estremo le tende Ferrino, a testarle in condizioni proibitive segnando indelebilmente quella che fu la direzione imprenditoriale dell’impresa. In breve tempo Cesare Ferrino trasformò la sua azienda allargando il settore di competenza alla manifattura delle tende impermeabili per l’outdoor. L’obiettivo fu quello di renderle resistenti, leggere e facilmente trasportabili, adatte quindi a vivere avventure in autosufficienza, in luoghi dove sarebbe stato necessario spostarsi frequentemente portandosi tutto il materiale sulle spalle. Nacquero così vari modelli come la tenda Alpina, resistente a forti venti; o la Sangone, piccola ed economica.   

La vera rivoluzione

Nelle estati degli anni 60 carovane di auto lasciavano le grandi città del nord alla ricerca di aria fresca e ambienti incontaminati, era il periodo delle chiusure estive che svuotavano i centri urbani per riempire montagne e zone costiere. Chi partiva facilmente aveva tra i suoi bagagli una tenda marchiata Ferrino o un qualche accessorio da campeggio dell’azienda torinese. È stata questa una delle prime vere rivoluzioni del marchio, unitamente alle grandi imprese himalayane degli anni Settanta e Ottanta. 

Ferrino è ormai diventata un’azienda leader nel settore outdoor, è conosciuta e in molti la utilizzano, anche tra gli scalatori himalayani. Per questo sul finire degli anni Settanta un giovane Reinhold Messner decide di contattarla per chiedere una tenda su misura. Il ragazzo sta inseguendo il sogno di essere il primo uomo a scalare tutte 14 le montagne che si alzano sopra gli ottomila metri e per farlo ha bisogno di prodotti studiati ad hoc per le sue necessità, tra cui tende forti, leggere e in grado di resistere alle condizioni atmosferiche estreme che si incontrano dove l’aria si fa rarefatta. Quando si rivolge a Ferrino lo fa con le idee chiare: gli serve una tenda geodetica, a forma di cupola, per sopportale i forti venti dell’Himalaya. L’azienda lo accontenta e nel frattempo comprende le potenzialità di questo settore, capisce quanto interfacciarsi con figure come Messner possa giovare nello studio di nuove soluzioni. Inizia così una proficua attività di dialogo con alpinisti ed esploratori che continua ancora oggi. Gli alpinisti sono contenti di poter lavorare con l’azienda, di poter mettere mano a quelli che saranno i prodotti con cui affronteranno le loro sfide; e la stessa cosa vale per Ferrino che può così trarre ispirazione per nuove progettualità.

Quando nell’ottobre del 1986 Reinhold Messner completa la sua cavalcata sui 14 ottomila Ferrino è con lui esattamente come lo è con Silvio Mondinelli nel 2004, quando l’alpinista bresciano diventa il secondo italiano a salire tutti gli ottomila senza ossigeno supplementare. Ferrino è sempre stata orgogliosa protagonista di questi traguardi e continua a esserlo tutt’ora offrendo la sua esperienza e la sua competenza ai polacchi impegnati nella difficile sfida al K2 invernale, l’ultima grande impresa dell’himalaysmo classico, come anche allo scalatore basco Alex Txikon che dopo aver raggiunto per primo (insieme a Simone Moro e Ali Sadpara) la vetta del Nanga Parbat invernale continua a ricercare primati nella stagione più fredda e difficile. Ferrino è una famiglia per tutti questi ragazzi (ed ex ragazzi) che ogni giorno sfidano se stessi inseguendo un sogno per gloria, successo personale o semplicemente per poter dire che l’impossibile non esiste. Ferrino offre loto ripari sicuri, calorose culle di vita nella bufera che imperversa. Forse è questo il vero carattere distintivo di Ferrino, quello che da 150 anni identifica l’azienda in modo univoco. Ferrino è una famiglia. Lo si vede osservando la filiera produttiva, l’impegno messo nel processo di sviluppo dei nuovi prodotti: dall’idea ai test sul campo fino alla commercializzazione, ogni fase è seguita con cura. La stessa che ogni giorno viene messa nelle riparazioni che l’azienda realizza per i clienti affezionati agli zaini, alle tende, ai sacchi a pelo con cui portano avanti le loro piccole avventure personali. Traguardi in cui Ferrino è orgogliosa di esserci, esattamente come è orgogliosa di essere al fianco di uomini e donne che ogni giorno si spendono per gli altri. Da cinquant’anni offre infatti supporto a missioni umanitarie e di aiuto alle popolazioni colpite da guerre o calamità naturali attraverso una linea di prodotti studiata per il primo soccorso. 

Flessibilità, innovazione e continua ricerca sono le tre caratteristiche dell’azienda torinese che quest’anno compie 150 anni. Un secolo e mezzo di esperienza che tutti i giorni viene messa sul tavolo nell’ideazione del prodotto del futuro, senza mai dimenticare il legame con il consumatore. Per questo da ormai 26 anni Ferrino organizza campi tendati in quota dove poter testare i prodotti d’alta gamma, quelli della linea Highlab, di cui fanno parte le attrezzature studiate per resistere in condizioni estreme. Il parere di alpinisti, trekker, ma anche di semplici camminatori, conta. Conta perché è grazie a loro se il piccolo negozio di Cesare Ferrino si è trasformato divenendo nel tempo una garanzia per l’outdoor, in termini di qualità e affidabilità. 

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