Ferrino Extreme 2 Galleria del Vento

Ferrino Extreme 2 alla Galleria del Vento

By: Chiara Beretta

Ferrino Extreme 2, un prodotto senza eguali sul mercato. Con le sue forme aerodinamiche e un peso di soli 890 grammi (che diventano 800 senza sacca e picchetti), questa tenda innovativa è stata studiata dal team ricerca e sviluppo in collaborazione con l’alpinista basco Alex Txikon, che da anni utilizza le tende Ferrino nelle sue spedizioni invernali sugli Ottomila. Decisivo è stato il test effettuato nella Galleria del Vento Pininfarina di Grugliasco (Torino), una delle poche al mondo. Qui la tenda ha dimostrato di avere un’alta resistenza al vento, fino a 150km/h, e di poter di fatto garantire sicurezza, stabilità e comfort anche nelle condizioni più estreme.

Ferrino Extreme 2 Galleria del Vento

Ferrino è un brand di riferimento sul mercato per l’attrezzatura outdoor e l’abbigliamento tecnico, ma «è la tenda il nostro prodotto iconico, il nostro DNA», racconta l’amministratrice delegata Anna Ferrino. È così fin dagli anni Settanta, quando l’azienda piemontese inizia a fare tende da alpinismo. Le prime sono canadesi robuste, in nylon.

La grande evoluzione del prodotto avviene durante la lunghissima collaborazione che ha legato Ferrino e Reinhold Messner dal 1979. L’alpinista, impegnato nella salita di tutti gli Ottomila, aveva la necessità di approcciare le ascese in condizioni di alpinismo più leggero e si era dunque rivolto a Ferrino per studiare un nuovo tipo di tenda adatto allo scopo. Ferrino in effetti per gli alpinisti spesso è una sorta di sartoria: l’azienda realizza anche attrezzature su misura per le spedizioni, che siano prodotti ex novo o modifiche a equipaggiamenti già esistenti. È anche un modo per fare ricerca e sviluppo, come dimostra il fatto che questi nuovi prodotti pensati per ambienti e condizioni estreme talvolta diventano uno spunto per altri prodotti che poi finiscono a catalogo.

Alex Txikon

Il frutto della lunga collaborazione tra Ferrino e Messner è stata la realizzazione di tende da montagna estremamente leggere e performanti con sistema a cupola o geodetico, un tipo di volta innovativo per l’epoca e che in quegli anni veniva studiato soprattutto negli Stati Uniti. Si intuiva che queste forme nuove potessero performare meglio rispetto a quelle tradizionali se esposte ai forti venti d’alta quota, ma la conferma definitiva è arrivata nella prima metà degli anni Ottanta con il primo test nella Galleria del Vento Pininfarina alle porte di Torino. Il primo di una serie, in realtà: nei decenni la collaborazione tra Ferrino e la Galleria del Vento Pininfarina ha permesso agli ingegneri di continuare a valutare e ottimizzare la resistenza al vento, l’aerodinamica e la stabilità delle tende, così da offrire prodotti sempre più affidabili e performanti.

Ferrino Extreme 2 Galleria del Vento

Quest’anno i test nella Galleria del Vento Pininfarina sono stati svolti anche sulla nuova tenda della collezione Ferrino Extreme 2, il cui nome, tra l’altro, riprende quello dello storico modello testato in questo stesso luogo e usato da Messner a partire dal 1982. “La tenda mi appassiona e mi affascina” racconta Anna Ferrino. “Ha una longevità che pochi articoli d’uso hanno: mette le sue radici in secoli lontanissimi, basti pensare alle popolazioni nomadi, agli accampamenti romani. È una casa-rifugio dal significato forte, che evoca emozioni, che regala esperienze immersive”. E che, quando è usata ad alta quota e in condizioni proibitive, può fare la differenza tra la vita e la morte. “Per gli alpinisti sentirsi sicuri nella tenda è fondamentale, è come se fosse una capsula di salvataggio. Ne siamo molto consapevoli e dunque cerchiamo di agire con grande senso di responsabilità. Ferrino è sempre stato molto attento alla sicurezza in montagna: non ci interessa seguire i trend di mercato a tutti i costi, ma lo facciamo se pensiamo possa esserci un vantaggio senza rischi per la sicurezza”.

I prodotti Ferrino vengono testati in laboratorio e anche in ambiente grazie agli Ambassador, i cui feedback sono uno strumento prezioso nel processo di ricerca e sviluppo, ma quando c’è un’evoluzione progettuale significativa “riteniamo opportuno fare anche test empirici di questo tipo” mi spiega Anna Ferrino mentre siamo nella Galleria del Vento Pininfarina e stiamo per assistere ai test sulla Extreme 2. Questo prodotto innovativo nasce per rispondere a un desiderio diffuso tra gli alpinisti: avere tende estreme e resistenti, ma al contempo sempre più leggere. Una sfida che Ferrino ha colto e vinto, dato che la Extreme 2 è presentata come la tenda a due posti d’alta quota più resistente e più leggera sul mercato.

Anna Ferrino

La tenda (che quando è chiusa entra in una custodia di 36×12 centimetri) ha, tra le altre cose, pavimento e inserti in Bio-Based Dyneema Fiber 20.000mm, doppio tetto Ecosensor Recycled Nylon Membrane, cuciture nastrate per garantire totale impermeabilità e asole in nastro sugli angoli del pavimento per ancorare la tenda anche con sci e piccozze. Particolarmente innovativa è la paleria in carbonio Easton, molto leggera e performante e che permette un montaggio rapido e sicuro anche in condizioni impegnative, senza il rischio di perdere elementi della tenda. È presente, inoltre, un sistema di tiranti “multi point” catarifrangenti che evita la rottura e la deformazione della paleria in caso di forte vento.

Ad assistere ai test sulla Extreme 2 alla Galleria del Vento Pininfarina c’era anche Alex Txikon, che grazie alla sua lunga esperienza sulle montagne più alte del mondo conosce bene quanto è importante la tenuta e la qualità di una tenda in ambienti estremi. L’alpinista spagnolo nel 2016 ha partecipato alla prima salita invernale del Nanga Parbat con Simone Moro, Ali Sadpara e Tamara Lunger (che si è fermata poco sotto la cima). All’inizio del 2023 invece Txikon ha raggiunto, al suo terzo tentativo, la cima nel Manaslu in invernale, senza l’uso di bombole d’ossigeno e completando ascensione e discesa in meno di 60 ore.

Alex Txikon e Anna Ferrino

Alex, che tipo di condizioni trovi di solito durante le tue spedizioni?

Da circa dodici anni faccio spedizioni invernali, ma negli ultimi anni le condizioni sono cambiate completamente. In passato gli inverni erano molto stabili, mentre ora è il contrario. In una settimana puoi trovare nevicate intense, venti molto forti… Le condizioni possono cambiare molto anche nell’arco della stessa giornata. Non è facile. Anche se riceviamo le previsioni meteorologiche quotidianamente, poi bisogna sapersi adattare al meteo reale. Normalmente a 4000-5000 metri di altitudine di notte ci sono -20 °C. Di giorno nei campi più alti si possono trovare da -15 a -25 °C e i venti possono diventare molto forti, come esplosioni. È successo lo scorso inverno: non avevo mai visto un vento così forte, ma negli ultimi anni il clima invernale è cambiato. Un anno sul Manaslu siamo ricoperti di neve, quello dopo non ci sono precipitazioni. È assurdo.

Alex Txikon
Alex Txikon

Raccontaci di più della tua ultima spedizione al Manaslu.

La spedizione al Manaslu è nata, potrei dire, da un errore. Dopo la spedizione al Nanga Parbat nel 2016 ci sentivamo positivi ed euforici, pensavamo di salire l’Everest, il K2. Questo a mio parere è stato un errore, ma dagli errori nascono le opportunità. Ora che sono passati anni, e dopo i tentativi fallimentari su Everest e K2, capisco che se fossimo passati subito dal Nanga Parbat al Manaslu o ad altre vette le cose sarebbero state diverse. Sapevamo che il Manaslu è una montagna facile, ma abbiamo fatto il primo tentativo nel 2020-21, durante la pandemia, quindi non è stato semplice. Le condizioni erano buone all’inizio di gennaio e così abbiamo pensato di adeguare di conseguenza i tempi della seconda spedizione, ma alla fine non è stato possibile fare nulla per via della troppa neve. Le condizioni sono cambiate completamente dal primo al secondo tentativo. Quando infine abbiamo avuto successo, non abbiamo fatto niente di diverso rispetto al passato. Siamo stati fortunati con il meteo, come non lo siamo stati nei sei anni precedenti. Giocare con la sorte può essere molto pericoloso, ma negli ultimi anni abbiamo lavorato e ci siamo impegnati e finalmente la fortuna è arrivata. È strano, perché dopo aver raggiunto la vetta ti senti completamente vuoto. È normale per noi alpinisti provare e riprovare tante volte senza avere successo, ma quella volta che raggiungi davvero la cima poi ti chiedi: e adesso?

A questo proposito: qual è il tuo prossimo progetto?

Sto lavorando per l’Annapurna. Non avevo in mente di fare altre spedizioni invernali, ma poi sono tornato nell’area del Baltoro, in Pakistan, è mi è venuta come un’ispirazione. È come quando ti piace una persona e hai le farfalle nello stomaco: anche le spedizioni nascono con questa stessa sensazione.

L’attrezzatura che usi nelle tue spedizioni invernali è salvavita, letteralmente. Quanto è importante la tenda?

Non puoi immaginare quanto mi fido della mia attrezzatura, per esempio Ferrino. Durante le spedizioni sono sempre in tensione: è ciò che mi permette di tirare fuori la migliore versione di me stesso, di prendere le decisioni giuste. Quando sono vicino al campo, indipendentemente dalle condizioni meteo, questa tensione si allenta: so che sopravvivrò. Quando sono dentro la tenda è un bel momento: posso riposarmi, recuperare le forze e anche sentirmi un po’ più al sicuro, più vivo, perché posso sciogliere il ghiaccio, bere, preparare ciò che mi serve… Le notti sono difficili, soprattutto in inverno, e non solo per via delle basse temperature e della carenza di ossigeno. Secondo me non c’è macchina più perfetta del corpo umano, ma quando si è ad altitudini elevate anche questa macchina perfetta fatica a funzionare bene.

Che caratteristiche cerchi in una tenda?

Mi piace che all’interno gli spazi siano ben organizzati. E poi deve essere resistente e darmi sicurezza. Mi fido molto delle tende Ferrino, brand che ha grande esperienza e che conosco da quando ero bambino: le ho usate fin dal 2011, quando ho iniziato a fare spedizioni invernali. Se ti fidi del tuo campo base e lo allestisci bene, non importa se il vento soffia a cento chilometri orari: sai che il campo non sarà distrutto, e questo è fondamentale. La verità è che quando fai un’ascesa, la cima è il punto più alto che raggiungi, ma non è la “vera vetta”: quella è il ritorno al campo base.

Alex Txikon
Ferrino Extreme 2 Galleria del Vento