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Francesco Puppi e Cesare Maestri, Nike trail runners

By Denis Piccolo
Photo Alice Russolo
Powered by Nike

Un fisico ed un ingegnere. Francesco e Cesare fanno parte del Mountain Runninng Team della Nazionale Italiana e insieme sono volati in Patagonia dove hanno conquistato due argenti. Entrati recentemente nelle schiere degli atleti Nike, inseguono i loro sogni attraverso i sentieri, la fatica e l’amore per la corsa. Abbiamo chiesto loro di raccontarci le proprie emozioni.

Raccontami un pò di te. Chi sei, i tuoi studi, la tua famiglia, cosa fai adesso oltre il running.

Francesco Puppi
Chiamatemi Supertramp. Ah, scherzo! Solo Fra. O France, o @fra_puppinho. In ogni caso, sono nato nel 1992, sull’altro ramo del lago di Como. Umano, atleta, fisico. Sono un fisico nel senso più classico del termine, ho studiato per capire e interpretare la natura, che è interessantissima e scritta in linguaggio matematico: idee semplici ma di enorme portata, che provo ad insegnare ai ragazzi del liceo scientifico dove lavoro. Sono atleta, correre è da sempre l’essenza della mia vita ed essere atleta significa ricercare ogni giorno una spinta verso il miglioramento e una tensione verso l’equilibrio, prendermi cura del mio corpo, essere libero, convivere con un’amica molto intima e sensibile, la fatica. Sono umano perché ho due stupende sorelle e un fratello, vivo con la mia ragazza, Gloria, e ho relazioni che varcano qualsiasi confine. Questi tre aspetti sono inscindibili e fanno di me quello che sono.

Cesare Maestri
Sono una persona semplice, un ingegnere, un atleta. In tutto ciò che faccio cerco di impegnarmi al massimo e di mettermi costantemente in gioco, creandomi sfide e obiettivi stimolanti. Abito a Borgo Lares, in Trentino, un piccolo paesino di montagna, anche se trascorro tutta la settimana a Trento per lavoro. Ho da poco compiuto 26 anni e nel 2018 mi sono laureato in ingegneria energetica. Nell’azienda in cui lavoro mi occupo di energie rinnovabili e di risparmio energetico, mi piace pensare che questo sia in un certo modo legato anche alla mia attività sportiva: inseguire un futuro più sostenibile che rispetti l’ambiente e le nostre montagne. La mia famiglia mi ha trasmesso la passione per la montagna e per lo sport, mi hanno sempre sostenuto in tutto e per questo non finirò mai di ringraziarli.

Come, quando e perché sei diventato un runner?

Francesco Puppi
É molto semplice, da piccolo correvo per giocare con gli altri bambini, poi ad un certo punto abbiamo iniziato a praticare atletica leggera, sempre per gioco, al campo di Guanzate. Da allora non ho più smesso.

Cesare Maestri
Tutto è iniziato una decina di anni fa quando una persona speciale ha intravisto in me delle belle doti e mi ha convinto ad iniziare a correre. Era il mio primo allenatore e l’anno successivo purtroppo ci ha lasciati a causa di una brutta malattia. Da quel giorno non mi sono più fermato ed ora sono un runner a tutti gli effetti. Mi piace correre, su qualsiasi terreno, a seconda del tempo che ho a disposizione, delle stagioni e di dove mi trovo.

Come si svolge una tua giornata tipo?

Francesco Puppi
Varia a seconda della stagione, anche se vorrei cambiasse più spesso, svegliarmi e fare sempre qualcosa di diverso! Quando insegno tipicamente sono a scuola per tutta la mattinata. A volte, se necessario, riesco ad infilare un allenamento prima di entrare in classe. Dedico il pomeriggio a preparare le lezioni, correggere i compiti e svolgere le mille attività che la scuola richiede, poi, solitamente verso sera, svolgo l’allenamento principale della giornata. Il tempo è sempre poco e cerco di gestirlo con l’aiuto della mia ragazza che è una atleta come me e ha esigenze simili alle mie. Dopo cena non rimangono molte energie, spesso scrivo oppure leggo, poi è già ora di dormire. È molto importante riposare per uno che come me è nato stanco!

Cesare Maestri
Le mie giornate sono molto intense, anche troppo a volte!. Lavorando cerco di ritagliarmi lo spazio per gli allenamenti: il mattino presto, in pausa pranzo o la sera a seconda della stagione, qualche volta anche due sessioni al giorno. Fortunatamente posso permettermi un po’ di flessibilità sugli orari per organizzare il tutto con maggior tranquillità. Cerco di vivere al meglio ogni momento, concentrandomi sulla corsa o sul lavoro a seconda di quello che sto facendo, anche se spesso mi capita di pensare ad un progetto di lavoro mentre corro o al percorso del mio prossimo allenamento mentre lavoro! Le giornate mi scappano via sempre troppo velocemente mentre la sera è il momento più rilassante in cui vedo la mia ragazza, i miei amici o guardo qualche serie TV.

Il running è una disciplina che impone molto impegno ma che regala tante emozioni. Quali sono i sacrifici più grandi che devi fare e quali le soddisfazioni più importanti che hai ottenuto?

Francesco Puppi
Non faccio alcun sacrificio per correre. Spesso, purtroppo, è la corsa a dover essere sacrificata per altre attività. Correre è il momento più felice della giornata e quello attorno al quale orbita tutto il resto. Anche se non riesco ad organizzare tutto il mio tempo in funzione della corsa, il mio pensiero e le mie energie sono focalizzate su di essa, ed è lì che metto il massimo impegno. La soddisfazione sta nel miglioramento, nella pulizia del gesto, nelle sensazioni indescrivibili che si provano, nei chilometri solitari, silenziosi, primordiali. I risultati sono una conseguenza.

Cesare Maestri
Per me il running è uno stile di vita, l’impegno e la fatica che ci metto sono molti ma non li considero grossi sacrifici perché li faccio volentieri e mi sento ripagato dalle emozioni che la corsa mi trasmette. Certo, a volte la sveglia prima delle sei del mattino che mi ricorda il mio allenamento non è così entusiasmante, ma una volta uscito mi sento leggero e vivo, sono solo io, libero, con le mie sensazioni e il mio passo. Un’altra cosa ancora sono le emozioni che mi regalano certe gare, il risultato è solo la punta di un iceberg ma ti ricorda che tutto ciò che c’è dietro, nascosto, è stato fatto bene. Per inseguire i miei sogni sono disposto a tutto. Se poi quei sogni sono condivisi da un gruppo di atleti ed amici fantastici, tutto diventa più facile.

Trail e strada, raccontami le differenze dal tuo punto di vista.

Francesco Puppi
Sul trail i riferimenti sono pochi e spesso soggettivi, conta l’equilibrio tra qualità aerobiche, di endurance e di forza. Sulla strada le componenti elastiche ed il ritmo diventano fondamentali. Li amo e li frequento entrambi, il mio stile di corsa è #anysurfaceavailable, correre forte su ogni superficie disponibile.

Cesare Maestri
La strada impone un ritmo alto e costante, la ripetizione dello stesso gesto in maniera automatica, sempre alla ricerca della fluidità e dell’efficienza nell’azione. La velocità ed il cronometro sono sempre sott’occhio e ritengo che la corsa su strada sia fondamentale anche per chi vuol correre forte in montagna. Nel trail la ricerca del ritmo si lega all’interpretazione del terreno, le variabili diventano moltissime ed entra in gioco la capacità di muoversi su percorsi tecnici. I paesaggi fuori strada sono spesso suggestivi ed il mix tra corsa e natura è fantastico. A me piacciono entrambi, anche se in estate mi viene spontaneo spostarmi sui sentieri!

Quale scarpa utilizzi per correre in trail e quale invece per la strada? Che feeling hai con queste scarpe?

Francesco Puppi
Sui sentieri utilizzo la Nike Pegasus Trail. In questo periodo in cui le temperature si abbassano prediligo la sua versione impermeabile in Gore-Tex che tiene i piedi all’asciutto. La Pegasus Trail è confortevole e protettiva, sebbene altrettanto reattiva: la considero ottima per un door-to-trail su terreno misto. Per correre su strada la mia alleata contro le basse temperature è la Nike Pegasus 36 Shield che mi garantisce di ritrovare la stessa calzata della versione in Gore-Tex.

Cesare Maestri
Nel trail utilizzo molto le Nike Pegasus Trail, hanno una risposta simile ad una scarpa da strada ed allo stesso tempo un buon grip per affrontare i tratti più tecnici. Se le condizioni del terreno diventano più cattive la scarpa più adatta è la Nike Pegasus Trail Gore-Tex che ti permette un appoggio sicuro anche nei tratti più scivolosi! Per la strada adoro le Nike Pegasus 36 Shield, hanno una reattività e un’ammortizzazione incredibile e sono perfette per i miei allenamenti invernali.

La gara che ti ha regalato più emozioni?

Francesco Puppi
La gara che ho nel cuore è la Sierre-Zinal, la competizione perfetta, il punto di incontro di trail, sky, road e ultra runnering: 31km disegnati sui traversi della mitica Val d’Annievers, nel Vallese, in un’atmosfera pazzesca che proietta l’agonismo alle stelle. Sono salito sul podio di questa competizione una volta, nel 2016, ed è la gara che sogno di vincere da quando corro in montagna, la sua storia parla chiaro.

Cesare Maestri
Difficile scegliere. Forse è stata la vittoria al Mount Washington, New Hampshire, lo scorso anno. Sono partito senza grandi aspettative e metro dopo metro mi son reso conto che potevo raggiungere per primo la vetta di una gara simbolo del mountain running negli States. Sapere di essere il primo italiano ed il primo europeo a vincere lì mi ha riempito di orgoglio, l’ultimo chilometro è stato un continuo crescere di adrenalina ed emozioni, ho ricevuto festeggiamenti entusiasmanti ed un trattamento davvero unico.

Hai ottenuto un grande risultato nella tua ultima gara in Patagonia, ti va di raccontarci com’è andata?

Francesco Puppi
Sapevo di stare bene, nei tre mesi precedenti la gara la mia preparazione era stata ottima. Mi aspettavo di poter lottare per il podio, anche se il risultato in un campionato del mondo non è mai scontato, per livello tecnico e difficoltà. La Patagonia è stata un’ispirazione, lo specchio perfetto del mio stato d’animo, questo per me è stato importante. In gara volevo fare selezione fin da subito, sulla prima salita siamo rimasti io e l’americano Jim Walmsley. Ho avuto paura di saltare ma ho deciso di rischiare, non credevo che avremmo corso così forte! È stata una cosa tra me e Jim e basta. Ci siamo spinti oltre il limite che potevo immaginare. Ci siamo conosciuti nell’intensità della competizione. Il nostro testa a testa è durato oltre tre ore ed è stato entusiasmante, straordinario, durissimo. Ero felice, e anche Jim lo era,  siamo stati genuinamente felici per ciò che abbiamo condiviso in gara. Ha vinto lui.

Cesare Maestri
È stato un risultato fantastico, inseguivo questo sogno da tutta la stagione e in gara, nel momento in cui ho capito che poteva arrivare un grande risultato, sono riuscito ad utilizzare tutte le energie che erano rimaste per raggiungere il mio obiettivo. Una competizione così ti riempie di emozioni che difficilmente dimentichi, dà un senso a tutta la passione che metti in ciò che fai. Nei giorni prima della gara abbiamo avuto modo di vedere il percorso ed ho cercato di studiarlo per gestire la corsa in maniera ottimale, sfruttando al meglio i tratti più favorevoli alle mie caratteristiche. Più volte mi sono immaginato le varie situazioni che si sarebbero potute creare in gara, convinto che sarei riuscito ad affrontarle al meglio perché la mente e l’approccio alla competizione in certe occasioni contano più delle gambe. L’unico rammarico è stata la caduta ad un chilometro dall’arrivo nel momento in cui più mi ero avvicinato all’americano Joseph Gray, ma fa parte del gioco e questo argento per ora vale quanto un oro!

Fai parte del team della Nazionale, una bella soddisfazione. Cosa significa per te?

Francesco Puppi
Condivido moltissimo con gli altri atleti del Mountain Running Italian Team. Sono persone che vedo come modelli, esempi da seguire; persone speciali capaci di imprese straordinarie. Essere in Nazionale significa soprattutto correre per una squadra, quella azzurra, con una maglia con scritto “Italia”, quella dei fratelli.
Quando si è in gara tutto questo moltiplica le energie, lo spirito di fratellanza che si prova non lo ritrovo in nessun altro ambiente. Il significato lo diamo noi stessi ed è ogni volta diverso, dipende da come affrontiamo la gara e dalla particolare storia con cui ci arriviamo.

Cesare Maestri
Il Mountain Running Italian Team è un gruppo di persone fantastiche prima che di grandi atleti, le giornate in raduno ed in trasferta volano! Il clima che si respira in squadra è semplice e leggero, si lavora duramente nella fase di preparazione ma si trova sempre il modo di scherzare e di vivere gli eventi con grande serenità. Penso che sia uno degli ambienti più belli che io abbia mai vissuto e noi atleti cerchiamo di portare avanti questo spirito di sportività e correttezza nella vita di tutti i giorni per trasmetterlo anche al di fuori del nostro mondo.

Come ti vedi in un prossimo futuro?

Francesco Puppi
L’idea che ho in mente è quella di coniugare il mio stile di vita con un’attività legata al running, in modo che una occupazione sia da supporto reciproco per l’altra. Ad esempio scrivere, raccontare e ispirare altre persone, cosa che già in parte faccio, oppure creare un pro team di atleti nel settore mountain e trail running, che sarebbe forse il primo al mondo. I presupposti esistono, gli interessi si stanno muovendo. Vorrei lasciare un segno e dare un contributo concreto al mondo della corsa in montagna, soprattutto per chi verrà dopo di me. La realtà è che ho mille idee e pensieri in testa, forse il mio bisogno di libertà mi porterà più vicino all’outdoor, ma anche tornare nel mondo della fisica non mi dispiacerebbe, in un futuro più lontano.

Cesare Maestri
Spero di vedere il nostro sport, il mountain running, crescere a livello di visibilità e di prestigio. Il sogno è quello di vederlo tra qualche anno ai giochi olimpici, perché è lo sport più bello del mondo! A livello personale sono certo di avere ancora margine di miglioramento nello sport e mi piacerebbe trovare un giusto compromesso tra sport e lavoro in modo da fare qualche anno in maniera semi-professionistica o perlomeno con un po’ più tranquillità. Ci tengo anche proseguire la mia esperienza nel mondo del lavoro per crearmi una professione utile all’interno della società e che possa darmi belle soddisfazioni in futuro.

Nike Zoom Pegasus Turbo Shield
Un modello che presenta particolari dettagli riflettenti ed elementi studiati per combattere il freddo. Il rivestimento interno in mesh e le fascette a strappo facilmente regolabili avvolgono il piede regalando una calzata personalizzata che dona comfort e traspirabilità. Le scanalature sulla suola drenano rapidamente l’acqua per una trazione efficace a prova di maltempo. Inoltre il  materiale esterno è impermeabile e aiuta a mantenere il piede asciutto grazie anche alle cuciture sigillate per la massima protezione dall’acqua. Per ultimo, la schiuma Nike ZoomX assicura un ritorno di energia ideale.

Nike Air Zoom Pegasus 36 Shield
Questa scarpa concepita per il trail running viene aggiornata per le giornate umide. La tomaia è idrorepellente e si combina a una suola pensata per la massima aderenza sulle superfici umide, per correre in sicurezza anche in caso di maltempo. Il materiale presenta una finitura idrorepellente che mantiene i piedi sempre asciutti grazie anche alle cuciture sigillate che proteggono dall’acqua. I lacci tradizionali sono estremamente facili da regolare per una calzata personalizzata e avvolgente. Infine il design della suola presenta scanalature che drenano rapidamente l’acqua per un grip eccellente su ogni superficie.

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