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Garmin Beat Yesterday Awards 2021

by Ilaria Chiavacci

A dicembre a Milano sono stati premiati i cinque vincitori dei Garmin Beat Yesterday Awards: premi che ogni anno il brand dà ai progetti active più meritevoli

Da sei anni Garmin Italia offre dei premi a chi si voglia cimentare in progetti sportivi speciali, non importa siano cose incredibili: il disclaimer per tutti è arrivare al superamento di un proprio limite. Ecco i cinque vincitori dell’edizione Garmin Beat Yesterday Awards 2021: dal trail running al ciclismo, dalla nautica al motociclismo, passando per l’outdoor con la costante della determinazione e della passione messa per raggiungere il proprio obiettivo.

«Senza ombra di dubbio il 2021 è stato un anno molto impegnativo. Dopo mesi in cui il mondo ha dovuto fermarsi, è poi ripartito con ancora più energia e tanta voglia di lasciarsi alle spalle le difficoltà. Ed è stato così anche per i protagonisti dei nostri Garmin Beat Yesterday Awards 2021 – ha dichiarato Stefano Viganò, amministratore delegato di Garmin Italia – Cinque mondi, cinque storie, cinque personalità e cinque obiettivi, con le relative paure e complessità. Tutte accomunate da una sola cosa: la passione e la voglia di farcela».

I cinque vincitori sono stati premiati da idoli sportivi nei rispettivi campi: Michele Cannoni del Team Luna Rossa, l’alpinista Hervé Barmasse, l’ex campione del mondo di ciclismo Alessandro Ballan e il motociclista italiano Alessandro Botturi mentre a tirare le fila del discorso c’era il conduttore televisivo Matteo Viviani. Noi abbiamo parlato con due dei vincitori, dalle storie più belle: Roberto Carnevali e suo figlio Manuele e Enrica Gouthier

«Manuele è un autistico ad alto funzionamento, quindi il relazionarsi con lui è un po’ complicato: è difficile da interpretare in alcune cose e lui vive la stessa difficoltà nei nostri confronti, quindi fa fatica a interpretare il nostro mondo. Ci conosciamo da tanto tempo, ma dobbiamo esplorarci a vicenda costantemente. – racconta Roberto Carnevali – Oltre ai “metodi classici”, ovvero studiando affiancati da uno psicologo, abbiamo provato anche la via dello sport. Io sono uno sportivo e ho provato a portare Manu in montagna, isolato, a camminare e a far fatica, per vedere se, in questo mondo che ti richiede per forza collaborazione, cambiasse qualcosa. La montagna presenta sfide e imprevisti, cosa per la quale chi ha questa patologia non è per niente portato, e la scoperta è stata che, facendo questa cosa insieme, abbiamo fatto moltissimi passi avanti, non solo io verso di lui, ma anche lui verso di me, nel capirmi e conoscermi meglio». 

Enrica Gouthier invece ha completato i 170 km dell’Ultra Trail du Mont Blanc: «Questa è una gara che fanno tantissime persone, non c’è niente di eroico i quello che ho fatto, ma per me, vincere e avercela fatta, significa aver realizzato un sogno, ma rappresenta anche il fatto che impegnandosi si riescono anche a portare a termine idee che possono sembrare irrealizzabili. – si confida Enrica. – Ho avuto un vita molto complicata, vissuta per lo più da sola, sono stata mamma a 18 anni e mi porto sulle spalle problemi con ex compagni difficili da superare. Per me aver chiuso la gara significa abbracciare l’inizio di una nuova vita che si realizza».

Gli altri progetti premiati sono stati quelli di Marco Martinez, che è andato in barca dall’Arno alla Turchia, di Wolfango Poggi, che ha raccolto 10.000 euro per la fondazione Novak Djokovic andando in bicicletta da Firenze a Belgrado, e di Domitilla Quadrelli, che ha completato lo Swank Rally di Sardegna a soli due mesi dal parto.