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Identities connected by a soft passion

BY GIACOMO FRISON – SALEWA EXPERIENCE

Attualmente la mia vita è una sinfonia composta da movimenti distinti.

Mi trovo comunemente a vivere tre situazioni diverse: “Molte persone”, “Alcune persone” e “Quasi nessuno”. Durante l’anno le tre situazioni si mescolano, ma mai si confondono, anche se vissute nell’arco della stessa settimana. Per qualche giorno vivrò decisamente sul movimento “Alcune persone”.

Questa mattina ho lasciato casa in punta di piedi, passato due ponti, fatto qualche passo sui masegni di una Venezia semi-deserta e poi sei ore di macchina.

Ci siamo dati appuntamento in diciotto persone nel paese di Obergurgl nella valle di Otztal in Austria per quattro intense giornate di scialpinismo.

“Attualmente la mia vita è una sinfonia composta da movimenti distinti.”

È vero che spesso ci si innamora degli opposti, amo la montagna e resistere a una soffice passione come quella della neve fresca mi è diventato qualcosa di impossibile tanto che da anni l’apprezzo con sci e pelli.

Quello che mi interessa di più quando intraprendo una nuova avventura è mettere al centro dei miei racconti le persone e le loro storie di vita.

Sono convinto che “leggere il viaggio sul volto degli altri” racconti qualcosa di molto più speciale. Dà quel tocco in più. Certo lo scialpinismo può essere un luogo di profonda solitudine, ma anche di interazioni sociali e umorismo.

Fuori nevica mentre ce ne stiamo al caldo del Langtalereck Hütte. Al mio tavolo siamo in sei, di sei nazionalità diverse e ciascuno con il proprio accento parla l’inglese che meglio sa per farsi capire. Una polacca, uno svizzero, un ceco, un austriaco, un tedesco ed io italiano. Sembra una di quelle barzellette dove c’è un personaggio per nazione, ma qui è tutto vero!

Qualcuno ha lasciato la famiglia a casa e per la prima volta, dopo tanto tempo, si trova ad avere una buona scusa per essere altrove, per conto proprio. C’è chi quando ha ricevuto l’email di conferma di questa esperienza ha urlato per tutto l’ufficio e offerto il caffè ai colleghi. C’è chi si è trasferito vicino alle piste da sci per insegnare lo spazzaneve. C’è chi scrive e fotografa per alcune riviste di montagna come me. C’è chi non scia in neve fresca da anni, ma ha passato gli ultimi tempi a trasmettere l’amore per la montagna ai figli. Ci sono appassionati, ragazze con ottima tecnica, giovani dalle gambe forti e persone vogliose d’avventura. Un insieme di ingredienti perfetti.

Indossando colori sgargianti in mezzo al bianco della neve abbiamo raggiunto il Hinterer Seelenkogl (3472 m), il Schalfkogel (3537 m) e I’Eiskogele (3233 m).

Trascorrere del tempo sulle cime più alte ti fa capire quanto siamo piccoli. Il vento e il silenzio, il vasto panorama. Tutti particolari che si notano mentre si rallentata nello sforzo di risalire verso il cielo. In cima è come aprire gli occhi e trovare l’atmosfera perfetta, non si tratta sempre delle condizioni ideali della neve o dell’altezza del picco; riguarda la compagnia e la gioia dei momenti in montagna.

L’aspetto più bello di un gruppo che si crea in alta quota è la facilità di diventare subito compagni di avventura. Si scherza, ci si prende in giro, c’è chi è astemio e non ha vita facile in mezzo a tanti amanti della grappa, ma quando la salita si fa dura, il fiato manca e il cuore batte forte, non si smette mai di farsi coraggio a vicenda.

“Al mio tavolo siamo in sei, di sei nazionalità diverse e ciascuno con il proprio accento parla l’inglese che meglio sa per farsi capire.”

Le guide Matthias, Anton e Gabriel hanno l’esperienza e l’energia che serve per trasmettere sicurezza anche ai più insicuri. Tracciano spesso dritti, senza inutili zig-zag – dicono loro, ad ogni pausa ripetono a rotazione i nostri nomi. Sono davvero bravi. In discesa la “polvere” è talmente divertente che sembra di nuotarci dentro. Appena si torna al rifugio beviamo bicchieroni di Himbeersaft, mangiamo dell’ottimo Strüdel e festeggiamo con svariati giri di birra.

Salutarsi non è mai semplice specie se sei diventato amico di Simon Gietl, uno dei più forti alpinisti del momento. In pochi giorni una persona estranea diventa un amico, ci si lega, ci si dà consigli, si scava assieme la truna per la tenda, si dorme sotto le stelle e si prendono decisioni importanti mentre condividi una passione forte. Quando impari a capire come relazionarti nel gruppo è il momento di abbracciarsi e augurarsi buon rientro a casa. La speranza è quella di sciare ancora presto assieme. La voglia non mancherà mai e le montagne sono là ad aspettarci.

Salutarsi non è mai semplice specie se sei diventato amico di Simon Gietl, uno dei più forti alpinisti del momento. In pochi giorni una persona estranea diventa un amico, ci si lega, ci si dà consigli, si scava assieme la truna per la tenda, si dorme sotto le stelle e si prendono decisioni importanti mentre condividi una passione forte. Quando impari a capire come relazionarti nel gruppo è il momento di abbracciarsi e augurarsi buon rientro a casa. La speranza è quella di sciare ancora presto assieme. La voglia non mancherà mai e le montagne sono là ad aspettarci.

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