By Markus Ranalter
Photo Thomas Monsorno
By Markus Ranalter
Photo Thomas Monsorno
Una fresca e frizzante aria di montagna, una calma idilliaca e nessuna nuvola in vista. Queste sono state le mie prime impressioni, svegliandomi nel mio sacco a pelo in cima al Monte Paterno, una montagna alta 2.746 m che sorge nelle Dolomiti di Sesto al confine tra Veneto e Alto Adige.
È un luogo storicamente famoso, durante la Prima Guerra Mondiale si trovava infatti lungo la frontiera, tra il confine italiano e quello austriaco, ed al suo interno furono scavate alcune gallerie strategiche per raggiungere la cima.
Di solito lassù l’atmosfera è piuttosto frenetica, principalmente perché questo monte si trova proprio di fronte alle famose Tre Cime di Lavaredo, che fanno parte del patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO. Ma fortunatamente la mattina presto la situazione è un po’ diversa.
Ho iniziato a fare escursioni sin dalla più tenera età. I miei genitori hanno sempre avuto una grande passione per la montagna e mi hanno portato ad esplorare diverse vette quasi ogni fine settimana durante la stagione estiva. E la passione è rimasta anche dopo, quando sono cresciuto. Adoro stare all’aria aperta in mezzo alla natura, rilassarmi e lasciarmi alle spalle la routine quotidiana. Raggiungere la cima di una montagna mi regala sempre delle sensazioni incredibili, ed è ancora meglio esplorare queste vette prima che il sole tramonti. Una volta arrivato in cima, preparo la mia macchina fotografica per catturare tutti i momenti meravigliosi che Madre Natura ha da offrire. Ogni escursione è sempre diversa, e questo è ciò rende questa passione così speciale per me.
Da poco più di due anni lavoro come filmmaker e content creator a tempo pieno, grazie anche al mio grande amore per la montagna. Quindi sono stato ancora più entusiasta quando ho avuto l’opportunità di creare contenuti per Mammut, il noto brand di outdoor svizzero. Combinare la mia passione per la montagna, in particolare per le Dolomiti, con il mio lavoro mi fa sentire davvero grato.
Quindi con alcuni amici ci siamo lanciati in un’escursione notturna. Mammut mi ha sfidato ad affrontare un’avventura locale, mettendomi alla prova esplorando alcuni posti meravigliosi vicino a casa. Fortunatamente vivo nel cuore delle splendide Dolomiti e tutte queste epiche vette non si trovano lontane dalla mia porta.
Così nel tardo pomeriggio abbiamo iniziato la nostra missione dal Rifugio Auronzo, un luogo usato spesso come punto d’appoggio per il monte Paterno, per il giro attorno alle Tre Cime di Lavaredo, e per l’Alta Via n.4. Dopo 45 minuti di facile camminata abbiamo raggiunto l’inizio della via ferrata De Luca-Innerkofler, un percorso non troppo complicato, ma pur sempre un sentiero per scalatori esperti.
Il tempo non sembrava molto promettente, c’era una discreta nebbia e non eravamo sicuri di poter vedere le Tre Cime di Lavaredo da lassù. Ma abbiamo continuato la nostra salita, divertendoci abbastanza nonostante il peso dei nostri zaini carichi.
Arrivati in cima, abbiamo potuto godere di una vista spettacolare nonostante sia durata solo pochi minuti perché la nebbia ci ha avvolti di nuovo in breve tempo.
Tuttavia, le condizioni meteorologiche avverse non sono sempre delle esperienze negative. In situazioni del genere non sai mai cosa succederà dopo e come cambierà il paesaggio in pochi minuti.
A quel punto abbiamo deciso di preparare tutte le nostre cose per la notte, abbiamo cercato un posto adatto a diventare il nostro campo base, preparato il sacco a pelo e tutto l’occorrente per la serata. Poi non ci è rimasto che attendere.
All’improvviso è successo, la nebbia si è aperta un po’ e ci ha regalato una vista incredibile da tutti gli angoli della vetta. Eravamo sorpresi ma entusiasti e abbiamo scattato foto e creato contenuti fino al termine della “blue hour”, quel momento del crepuscolo in cui il sole si trova a una profondità significativa sotto l’orizzonte e la luce solare residua indiretta assume una tonalità prevalentemente blu.
La notte è stata chiara e super fresca, ma per fortuna tutti noi avevamo un buon sacco a pelo quindi la nottata è passata in modo confortevole. Il mattino seguente ci ha accolto senza nuvole e in poco tempo abbiamo preparato tutta la nostra attrezzatura per catturare l’alba. È stata veramente un’avventura epica che, ancora una volta, mi ha fatto sentire grato di vivere in un ambiente così straordinario e di poter unire la mia passione per la montagna con il mio lavoro.
“Eravamo sorpresi ma entusiasti e abbiamo scattato foto e creato contenuti fino al termine della “blue hour”, quel momento del crepuscolo in cui il sole si trova a una profondità significativa sotto l’orizzonte e la luce solare residua indiretta assume una tonalità prevalentemente blu.”
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