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Intervista con Fanny Schmutz: quando la montagna è casa

By Camilla Pizzini

Photo Mathis Dumas

Fanny Schmutz, classe 1987, nata e cresciuta a Chamonix, è Guida Alpina e parte del team Scarpa. L’arrampicata è sin dall’infanzia parte della sua vita, al punto tale che, come ci confessa, non c’è un giorno nel quale non sia in montagna. Ha viaggiato moltissimo per scalare le cime di alcune delle montagne più remote del mondo. Perù, Alaska, Patagonia, Nepal ed India sono solo alcune delle tante destinazioni che ha esplorato.

Sei sempre stata appassionata di arrampicata o ci sono stati dei momenti nella tua vita nei quali facevi altro?
Vivo da sempre a Chamonix ed è proprio qui che ho iniziato ad arrampicare con mio padre, anche lui Guida Alpina. Nonostante abbia iniziato sin da piccola a frequentare la montagna, ho intrapreso la strada dell’alpinismo molto più tardi. Prima di tutto perché, visto il lavoro di mio padre, eravamo tutti consapevoli dei rischi di questa disciplina e, inoltre, inizialmente volevo diventare maestra e lavorare in ambito scolastico. Dopo pochi anni di lavoro, però, mi sono resa conto che non era quella la mia strada e ho deciso quindi di diventare una Guida Alpina, dato che, comunque in un modo o nell’altro, ero sempre in montagna e passavo moltissimo tempo ad arrampicare.

 

Cos’è l’arrampicata per te?

L’arrampicata per me è tutta la mia vita, anche perché passo tutto il tempo tra le montagne. Mi sento bene quando arrampico, e non è soltanto un lavoro ma una passione che posso condividere con gli amici o che mi permette di pormi delle sfide. Inoltre ritengo che sia soprattutto “avventura” e stare all’aria aperta condividendo ciò che amo di più.

 

Sei nata a Chamonix, hai dei percorsi o delle vie preferite anche lì?

Difficile citarne solo alcuni, però effettivamente ci sono dei posti nei quali torno sempre volentieri a scalare come Le vie sul Les Drus che mi piacciono tutte quante! O anche la parete nord del Petit Dru per alcune mixed-climbing, la traversata del Les Drus da Charpoua Hut, che è una delle più vecchie hut di Chamonix ma al contempo anche la mia preferita. Adoro anche la parete sud del Monte Bianco che è la sua parte più wild con alcune vie lunghe ed impegnative, e la scalata al Grand Capucin intorno al “La Combe Maudite”, uno dei migliori punti in granito di Chamonix!

Hai fatto molti viaggi alpinistici nella tua vita fino ad ora, qual è quello che ti è rimasto più nel cuore?

Probabilmente l’esperienza che che ho amato di più è stata quella nell’Himalaya indiana quando, insieme alla mia amica Elodie, ho scalato il Bhagirathi III. È stato molto divertente perché quando devi andare in quei luoghi ci vuole molto tempo tra preparazione, questioni economiche, acclimamento e molto altro. È stata un’esperienza unica, abbiamo passato alcuni giorni sulla via e quando finalmente abbiamo raggiunto la cima è stato veramente speciale. Questi luoghi sono qualcosa di completamente diverso dalle Alpi, ti richiedono molto tempo ed energia. In questa occasione, oltretutto, eravamo solo io e lei sulla cima ed è stato veramente magnifico e gratificante. Non lo dimenticherò mai.

 

Quanto è fondamentale aver un buon compagno di spedizione?

Un buon compagno è la base fondamentale per far funzionare una spedizione. Se non ti trovi bene o non riesci a fidarti non può funzionare. Essere in spedizione vuol dire anche passare molto tempo insieme ed è bello se si riesce a divertirsi e a fidarsi completamente, sopratutto in fase di arrampicata.

 

Quali sono i tuoi prodotti preferiti per quanto riguarda le scarpe e l’attrezzatura da spedizione e scalata?

Per la maggior parte delle attività che faccio uso quasi sempre degli scarponi Scarpa, sopratutto quando devo affrontare delle vie ad alte altitudini e portare con me tutte la attrezzatura necessaria, per cui prediligo i prodotti di Black Diamond. Ad esempio, quando ho scalato il Bhagirathi III ho usato i Phantom 6000 HD di Scarpa, degli scarponi da alpinismo in quota, insieme a tutta una serie di attrezzature da arrampicata su ghiaccio e anche da roccia.

“Ogni giorno trascorre quasi sempre nello stesso modo, c’è molto da aspettare, soprattutto quando c’è brutto tempo, quindi spesso capita di passare il tempo giocando a carte, leggendo e facendo una bella passeggiata per acclimatarsi.”

Durante le tue spedizioni capita spesso che il brutto tempo ti colpisca e tu debba rimanere bloccata per settimane, cosa fai in questi momenti?

Dipende moltissimo da dove sei. Ad esempio in Alaska dovevamo pensare a tutto noi, dal cibo a sistemare l’attrezzatura e molto altro, mentre quando in Himalaya eravamo in una piccola lodge o comunque avevamo sempre qualcuno che cucinava per noi. Ogni giorno trascorre quasi sempre nello stesso modo, c’è molto da aspettare, soprattutto quando c’è brutto tempo, quindi spesso capita di passare il tempo giocando a carte, leggendo e facendo una bella passeggiata per acclimatarsi. In Alaska ho letto 12 libri mentre attendevamo una finestra di bel tempo, perché oltretutto i pannelli solari non funzionavano quindi non avevamo nulla di elettronico disponibile.

 

Progetti per il futuro?

Quest’anno contavo di poter partire per il Nepal, ma purtroppo le spedizioni al momento non sono possibili. Io ed alcuni miei compagni speriamo di poter muoverci verso primavera, ma non sappiamo ancora né dove andremo, né se potremo effettivamente partire. È la prima volta nella mia vita che non posso pianificare qualcosa per il prossimo anno, ma di certo vorrei andare in India o Pakistan.

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