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Intervista con Giulia Gartner, esplorando il mondo alla ricerca dello scatto perfetto

Interview by Camilla Pizzini

Abbiamo intervistato Giulia Woergartner, una fotografa che, con la sua giacca gialla e la macchina fotografica, esplora alcuni degli angoli più belli del mondo.

Come stai? Come va la quarantena? Hai trovato nuove passioni?

Sta andando alla grande, grazie. Sono in Austria, perché quando sono tornata dal Sud Africa, circa due mesi fa, mi sono fermata a casa della mia famiglia e poi è iniziata la quarantena, quindi ero un po’ bloccata. Il che è molto bello adesso. A volte cucino, ma nel complesso mi piace fare il tutto con calma. Gli ultimi anni sono stati piuttosto folli, quindi è bello rallentare un po’.

 

Stai facendo qualche tipo di esperimento fotografico casalingo in questo momento?

Un po’, ma mi annoio abbastanza facilmente fotografando in giro per casa. Preferisco stare all’aperto nella natura, ovviamente.

 

Tornando indietro, cosa consiglieresti alla quindicenne Giulia?

Probabilmente di non pensare troppo a tutto quello che fa. “Fai quello che vuoi, fai quello che ti senti fare.”

Come scegli con quali aziende vuoi lavorare e perché?

Ora sono nella posizione di poter scegliere i marchi con cui collaborare. Mi piace sempre lavorare con aziende che rappresentano qualcosa e che hanno un pensiero indirizzato alla sostenibilità. Penso che oggi sia molto importante concentrarsi su questi aspetti e sopratutto promuovere le aziende che stanno facendo qualcosa di buono anche per l’ambiente.

 

Hai un lavoro che ti permette di viaggiare in tutto il mondo e di vedere posti fantastici, anche se sappiamo che a volte può essere difficile. Qual è la cosa che odi di più del tuo lavoro?

All’inizio era sempre molto eccitante viaggiare, ma ora ogni volta che prendo un aereo mi sento molto in colpa. Anche il viaggio in aereo è difficile: 10 ore senza avere accesso al buon cibo, ti senti stanco e non riesci a dormire. Quando si arriva a destinazione si è molto emozionati, ma allo stesso tempo molto esausti. Di solito i viaggi di lavoro sono piuttosto brevi, una o due settimane e chiaramente si vuole sfruttare al massimo il tempo che si ha a disposizione. Il che significa che normalmente ci si sente presino in colpa per il fatto di riposare ogni tanto.

 

Dicci un posto che ti è rimasto nel cuore e un posto in cui non vuoi più tornare e perché?

Per molto tempo avrei scelto la Nuova Zelanda come luogo preferito, ma ora direi il Sud Africa. Non credo ci sia un posto in cui non vorrei mai tornare, perché per me non si tratta solo della destinazione in sé. Si tratta dell’esperienza, delle persone che sono con me. Di solito viaggio con persone con cui vado abbastanza d’accordo, quindi c’è sempre questa energia positiva nei miei viaggi, anche se qualcosa va storto o non mi piace il luogo. In qualche modo c’è sempre del divertimento.

Quanto è importante, secondo te, inviare un messaggio positivo a tutte le donne che viaggiano nel mondo? Pensi che la tua esperienza possa essere un buon esempio per altre donne per sentirsi ancora più motivate a viaggiare senza eccessive preoccupazioni?

È importante che ci si senta a proprio agio ad andare da soli. Se non vi sentite a vostro agio, allora portate con voi qualcuno di fiducia che forse ha molta esperienza, soprattutto per i vostri primi viaggi. È bello avere qualcuno con cui condividere una esperienza di questo tipo, ad esempio con cui puoi poter scattare foto e viceversa. È davvero importante scegliere le persone giuste con cui viaggiare, perché non tutti sono compatibili. A volte è difficile scoprirlo prima, ma bisgona fidarsi del proprio istinto.

 

Sei fortemente legata ai viaggi, prenderesti in considerazione l’idea di rinunciare a una casa solida e stabile e continuare a viaggiare tutto l’anno?

No, mi piace tornare sulle Dolomiti. È un posto bellissimo in cui tornare. In questo momento voglio avere questa base dove tornare e ricaricare le mie energie. Chissà, magari in futuro cambierò idea.

 

Come vedi il ruolo del fotografo nella società tra 10 anni?

Di solito non mi piace pensare al futuro. Sono una persona che fa del suo meglio per vivere il momento. Tra 10 anni avrei 31 anni. Spero che la fotografia sia ancora una cosa e che possa ancora fare qualcosa di creativo nel mio campo, ma non ho un’immagine di come potrebbe essere.

Durante i tuoi viaggi, hai potuto vedere gli effetti del cambiamento climatico negli anni? Riesci a percepirli? C’è un posto specifico nella tua mente a riguardo?

Sicuramente. È qualcosa che è letteralmente sempre davanti ai nostri occhi. Soprattutto tornando in Islanda nel corso di 4 anni, si può dire che i luoghi si stanno modificando. I ghiacciai sono forse così grandi che non si può dire, ma la gente sta distruggendo la natura anche solo visitando tutti questi luoghi remoti, saltando le recinzioni per avere uno sguardo più ravvicinato o uno scatto perfetto. Nel mio passato sono colpevole di aver fatto anche io queste cose, ma con il tempo si diventa consapevoli di queste azioni nocive. Scelgo consapevolmente quali foto pubblicare sui social media, soprattutto se mi ritraggono in luoghi dove non dovrei stare. Ho visto più volte che le persone, dopo aver visto qualcuno con molti follower postare un determinato scatto, si sente autorizzata ad andare in questi luoghi e fare le stesse cose anche per rirpodurre la stessa foto. Proprio per questo cerco di evitarlo.

 

I social media hanno aumentato notevolmente le visite ad alcuni luoghi naturali in tutto il mondo, purtroppo non solo da parte di persone attente alla natura, cosa ne pensi di questo effetto e cosa pensi che le persone come te potrebbero fare al riguardo?

È fondamentale ricordare alle persone che questi luoghi sono veramente fragili. In tutto il mondo, non solo in posti come l’Islanda, dove tra l’altro sono molto rigidi con le normative. Penso che quest’ultime dovrebbero essere applicate ovunque. Oltreutto fa paura quando si cammina da qualche parte e si vedono pezzi plastica e spazzatura sui sentieri. La maggior parte delle volte quando vedo queste cose in giro cerco di raccoglierle, ma è veramente frustrante. Non capisco perché non ci siano più regole per tenere puliti i posti. Penso che dovremmo comunicare di più su questi aspetti e cercare di motivare le persone a cambiare.

 

Un messaggio che vorresti lasciare alla prossima generazione?

Un consiglio, che è stato molto importante per me e che può funzionare per tutti, è di seguire davvero le cose che amate fare. So che sembra un cliché, ma è vero. Se fai quello che ami e ti piace farlo, sarai felice. Nel complesso, la vostra vita sarà migliore. È molto semplice, si è un cliché, ma è proprio così.

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