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Intervista con Laura Rogora: nuovo record femminile italiano 9a+

Text Camilla Pizzini

Photos Sara Grippo & Giampaolo Calzà

Powered Montura, Wildclimb & Camp

Laura Rogora, segna un nuovo record italiano femminile in falesia: 9a+. Stiamo parlando di Pure Dreaming Plus, a Massone di Arco. L’abbiamo intervistata per chiederle come si è trovata in questa esperienza e dei suoi progetti futuri.

Come stai? Come hai passato questi ultimi mesi? Allenamenti particolari?

Questi ultimi mesi sono stati un po’ particolari. Per le prime settimane di lockdown ho potuto comunque andare in palestra poi invece per più di un mese sono stata a casa e ho passato i tempo un po’ come tutti: libri, serie tv, cucina… ho cercato anche di allenarmi nel miglior modo possibile. Ho comprato una sbarra da mettere nella porta a cui appendevo il trave.

 

Come è iniziata la tua vita da climber? Come ti sei avvicinata al mondo dell’arrampicata?

Ho iniziato grazie a mio papà. Lui è sempre stato appassionato di montagna e di arrampicata e così quando avevo circa 5 anni ha cominciato a portarmi qualche volta in falesia. A 7 anni abbiamo trovato una palestra vicino casa dove, grazie al mio allenatore Alessandro Marrocchi, mi sono avvicinata all’agonismo e sono arrivata dove sono ora.

 

Hai appena realizzato un nuovo record italiano femminile in falesia: 9a+, Pure Dreaming Plus ad Arco. Come ti senti? Raccontaci un po’ di questa salita e dei punti più complessi e difficili nei quali ti sei ritrovata. Pensavi di metterci di più? Hai fatto una preparazione specifica? 

Sinceramente si, pensavo di metterci di più. Avevo cominciato provando la seconda parte di 9a e anche quella mi è venuta più velocemente di come pensassi. Il boulder sotto però lo trovavo molto duro e non ero mai riuscita a farlo in continuità e pensavo comunque che, anche se fossi riuscita a passare sotto, sarei comunque caduta in cima sul passaggio chiave del 9a, invece la prima volta che sono passata sono andata in catena. Non ho seguito una preparazione specifica per questa via.

 

Oltre alla motivazione che indubbiamente ti spinge ad allenarti duramente, quanto è importante avere qualcuno che ti supporta nel tuo percorso?

È sicuramente molto importante. Devo ringraziare i miei genitori che in tutti questi anni mi hanno supportato sia dal punto di vista economico ma anche sacrificando spesso le loro vacanze per le mie gare o allenamenti, il mio allenatore Alessandro senza il quale non avrei mai raggiunto questi obiettivi e gli sponsor Montura, Wildclimb e Camp che hanno creduto in  me da quando sono piccola. Un ringraziamento speciale va inoltre alla Polizia di Stato che ha permesso di trasformare questa passione in un lavoro infatti lo scorso anno sono entrata a far parte del gruppo sportivo delle Fiamme Oro.

Preferisci scalare indoor o outdoor? Cosa ti piace di entrambe?

Mi piacciono sia le gare, che la falesia e non potrei rinunciare a nessuna delle due. Le gare danno emozioni uniche, mi piace tutta la preparazione che c’è dietro per arrivare in forma ad un evento dove c’e una sola possibilità di riuscita. Può essere molto stressante ma riesce a darti anche una grande soddisfazione. In falesia invece mi piace stare all’aria aperta con gli amici e arrampicare in maniera più rilassata. La uso anche per togliermi delle soddisfazioni in periodi di forma quando magari in gara non riesco.

 

Olimpiadi di Tokyo 2020 rinviate. Come stava andando l’allenamento indoor per quelle? La disciplina nella quale ti trovi meglio? 

Ero molto motivata e mi stavo allenando più di quanto avessi mai fatto. All’inizio infatti il rinvio mi ha un po’ rattristato, ma poi invece ho capito che sarebbe stata un opportunità per prepararmi ancora meglio, soprattutto per le specialità in cui c’è tanto divario con le altre avversarie (speed e alcuni tipi di boulder).

 

Come scegli i tuoi sponsor? Senti di riconoscerti nei loro valori? Cosa ti piace di loro? 

Con tutti i miei sponsor ho un grande rapporto che va avanti da molti anni. All’inizio magari li ho scelti un po’ per caso anche in base a chi si proponeva, ma devo dire che sono stata sempre molto fortunata e ora sono fiera di rappresentare aziende che oltre a buoni materiali hanno anche ottimi valori.

 

Nell’arrampicata le donne stanno sempre di più dimostrano quanto sia sottile la differenza tra uomo/donna per quanto riguarda la prestazione sportiva. Secondo te le differenze che fino ad ora ci sono state, erano generate da differenze di forza fisica o culturale?

Sicuramente le donne non potranno mai raggiungere gli uomini perché la forza fisica gioca un ruolo molto importante nell’arrampicata. Sulla roccia però ogni via è diversa e su alcuni tiri la differenza si assottiglia perché oltre alla forza entrano in gioco altre componenti come la scioltezza e la tecnica dove magari le donne sono più avvantaggiate.

 

Prossimi progetti?

E un po’ difficile fare progetti vista la situazione. Se le gare riprenderanno punterò alla Coppa del Mondo, altrimenti spero di poter andare ad arrampicare in falesia, speriamo all’estero.

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