Image Alt

Irina Daziano: il climbing è uno sport di squadra

With: La Sportiva
ITW: Irina Daziano
By: Ludovica Sacco

18 anni e un palmarès da fare invidia ai più esperti, Irina Daziano entra nel mondo dello sport fin da piccolissima grazie alla sua famiglia di sportivi, praticando diverse attività tra cui l’arrampicata. Tuttavia, solo quest’ultima ha scaturito una sensazione nuova, quella che ti fa pensare “Questo è il mio posto, questo è il mio sport”. La scintilla iniziale fa scattare Irina, che si allena fin da subito in una piccola palestra a pochi passi da casa. Il resto è storia, con basi solidissime per un futuro agonistico e tanti capitoli ancora da scrivere.

Sei stata campionessa italiana U18 boulder e hai conquistato il terzo gradino di Coppa Italia di arrampicata sportiva. Ci racconti com’è andata?
Il campionato italiano ad Arco e la Coppa Italia sono due competizioni che mi hanno regalato molte gioie negli ultimi due anni. Sono sensazioni completamente diverse: il podio in Coppa Italia sicuramente mi rende molto felice e mi motiva sempre di più, soprattutto perché gareggio con le più forti d’Italia, ma al momento nulla mi ha emozionato di più che vincere il campionato italiano U18. Era un titolo ancora mai raggiunto per me e lo scorso anno sapevo che sarei stata capace sia mentalmente che fisicamente di salire sul gradino più alto. Non è stato facile, perché avevo avversarie molto forti ma in testa avevo solo un obbiettivo e raggiungerlo mi ha reso la persona più felice del mondo.

Come ti alleni? Mi racconti una tua giornata tipo?
Dipende moltissimo dal periodo, soprattutto se si avvicina una gara o meno. Tendenzialmente mi alleno 5/6 volte a settimana, alternando vari esercizi in base al bisogno del momento. Una mia giornata tipo è molto semplice: al mattino vado a scuola, quando torno a casa studio un po’ e verso tardo pomeriggio mi alleno per due o tre ore.

Qual è per te la differenza tra arrampicare indoor e outdoor? Cosa preferisci?
Sinceramente solo in questi ultimi anni ho iniziato a scalare outdoor grazie al mio allenatore che mi porta in posti incredibili. Prima di allora scalavo esclusivamente indoor, soprattutto perché dovevo allenarmi. Tuttavia, la pratica migliore è nell’arrampicata su roccia quindi bisogna cercare di esercitarsi in entrambi i modi. Se riesco, di solito mi alleno in settimana in palestra per poi avere il weekend libero in modo da riuscire ad andare a scalare outdoor. Se devo sceglierne una, direi la scalata indoor, ma sono convinta che tra pochi anni non sarà più così.

Qual è il posto più bello dove hai arrampicato?
Il posto più bello è sicuramente Fontainebleau in Francia. Un arrampicatore una volta nella vita ci deve andare, perché per noi è veramente un parco giochi, in ogni posto ci sono dei massi con moltissimi blocchi. Io ci sono andata due anni fa ed è stato veramente bello poter scalare anche su gradi facili ma che erano comunque spettacolari.

Sei entrata nella family La sportiva, come ti trovi? È cambiato qualcosa nella tua vita?
È stato un onore entrare nella famiglia di La Sportiva. Mi trovo molto bene con tutto il team, ma soprattutto con i loro materiali e le prime gare di questa stagione lo possono confermare. Avere uno sponsor è come se qualcuno credesse veramente in te e questo mi motiva moltissimo a fare sempre bene.

Quale scarpa La Sportiva utilizzi?
In palestra uso le Theory, mi sono trovata bene fin da subito e penso che saranno le scarpette che userò più sovente soprattutto nelle gare e allenamenti di blocchi.

Che consiglio daresti a chi vuole iniziare ad arrampicare?
Sicuramente scalare per divertirsi. L’arrampicata è uno sport singolo a livello di competizione, ma fuori dal mondo agonistico è un vero e proprio sport di squadra. Scalare con gli amici penso sia la cosa più bella dell’arrampicata, poter ridere e scherzare, ma allo stesso tempo potersi motivare a vicenda è spettacolare.

Nei momenti più difficili, ognuno ha un pensiero che spinge ad andare avanti. Qual è il tuo?
Non ho un vero e proprio pensiero che mi spinge ad andare avanti dopo un periodo difficile. Quando magari una gara non va come mi aspettavo, come per esempio i mondiali dello scorso anno, cerco sempre di pensare alle cose positive che sono successe e ragionare su cosa è andato storto. Arrivare settima – cioè prima esclusa dalla finale – nella gara per cui mi sono allenata tutto l’anno è molto pesante. Appena finita la gara ero veramente tanto dispiaciuta e quello che mi è servito a stare meglio è stato il sostegno dei miei compagni di squadra. Tante volte un abbraccio è più utile di qualsiasi altra cosa.

Cosa farai da grande?
Da grande sicuramente voglio rimanere nel mondo dello sport e in particolare quello dell’arrampicata. Certamente continuerò a studiare, ma sarebbe un sogno poter entrare in un corpo militare e far diventare ciò che è la mia passione il mio lavoro.