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Katia Mascherona: riccioli e grinta

Non è facile dipingere il ritratto di un’atleta. Vorresti sempre raccontare e far emergere ciò che non è scontato, ciò che non è tempo, risultato o routine di allenamento. È facile scrivere e riflettere su figure conosciute che di sé parlano molto e sembra quasi di conoscerle davvero solo grazie a tutto il materiale disponibile sul web e non. Questa volta invece parliamo di un’atleta molto giovane che di sé parla con controllo, precisione e un pizzico di timidezza, la stessa timidezza che però svanisce una volta in gara. Parliamo di Katia Mascherona, classe 2001, riccioli biondi che la rendono inconfondibile anche quando indossa il casco. È nata e cresciuta a Bormio, in Valtellina, come dice lei, il posto ideale per chi ama la montagna e gli sport all’aria aperta. Negli ultimi due anni si è fatta notare dalla Spagna all’Austria scalando non solo i dislivelli ma anche le classifiche fino a guadagnarsi l’oro under 23 nel Vertical ai mondiali di Boí Taüll.

Come ti sei avvicinata alla montagna ed in particolare allo scialpinismo? Qualcuno ti ha trasmesso questa passione?

Già dai tempi della scuola d’infanzia praticavo sci alpino, ma sei anni fa quando i miei amici mi hanno portata a fare una gita in montagna con l’attrezzatura da sci alpinismo, mi sono innamorata subito. Così, supportata da mio papà ho deciso di buttarmi in questa avventura. 

È stata una stagione in cui sei salita sul podio un bel po’ di volte… com’è andata? 

Negli ultimi due anni ho raggiunto vari risultati per me molto importanti; l’anno scorso ho vinto la classifica overall u23 di Coppa del Mondo, mentre quest’anno ho conquistato tre bellissime medaglie u23 ai campionati mondiali in Spagna: l’oro nella Vertical e due argenti in Sprint ed Individuale. Questa stagione è iniziata con un po’ di alti e bassi, ma fortunatamente grazie alle Fiamme Gialle che mi supportano ed al mio allenatore Davide Canclini (Toio) sono riuscita ad arrivare ai campionati mondiali nel pieno della mia forma fisica.

Quale risultato ti ha resa più fiera?

Sicuramente il primo posto da u23 nel Vertical ai mondiali: un risultato davvero inaspettato, non essendo la mia specialità preferita. L’altro risultato è stato il nono posto nella Sprint di Coppa del Mondo in Val Martello. Non mi era mai accaduto di arrivare nelle prime dieci in una gara di così alto livello.

Qual è la tua gara del cuore? E quella che sogni un giorno di poter fare?

Non ho una vera e propria gara preferita, quest’anno sicuramente è stata l’individuale sul ghiacciaio del Presena, dove ho trovato tutte le condizioni a mio favore: partendo dal clima freddo (perché soffro terribilmente il caldo) fino ad arrivare alla neve polverosa nelle discese. In un futuro però mi piacerebbe molto avere l’occasione di prender parte alla Pierramenta: me l’hanno sempre descritta come la più bella gara della Grande Course.

Come affronti una tipica giornata di gara? Come prepari il corpo, ma soprattutto la mente?

Prima di tutto devo puntare la sveglia ad un orario multiplo di 5, sono molto scaramantica! Non potrei mai svegliarmi ad un orario non preciso. Per preparare al meglio il mio fisico per la gara, già dalla colazione mangio sempre le stesse cose. Successivamente ho bisogno di prendermi del tempo per concentrarmi, ma soprattutto rilassarmi. Prima della gara cerco sempre di incontrare “papà” Robert (Antonioli ndr.) per un incoraggiamento. La mente, per quanto possibile, cerco di prepararla prima, quando sono a casa e dove posso contare sul supporto fondamentale della mia famiglia e del mio fidanzato.

Qual è la parte più bella del tuo sport? 

Sicuramente a livello agonistico lo sci alpinismo è fatica e non si ha l’occasione di apprezzarlo fino in fondo, ma basta una giornata di tranquillità in montagna con gli amici per esaltarne tutti i suoi pregi: la tranquillità, i panorami mozzafiato e l’adrenalina nel cercare i canali più belli dove potersi divertire in discesa.

Sei più a tuo agio in salita o discesa?

Visto il mio passato nello sci alpino, sicuramente è la discesa, dove mi sento più sicura e riesco a dare il meglio di me su pendii di diverse pendenze.

Cosa fai quando non pelli? 

Quando non sono impegnata con gare o ritiri mi piace molto andare in montagna con mio papà e i miei amici senza pressioni, con il solo scopo di divertirci. Ultimamente ho scoperto anche la bici da corsa, e grazie all’ambiente in cui vivo dove ci sono diversi passi alpini come lo Stelvio, il Gavia e il Mortirolo riesco ad allenarmi al meglio.

Come vivi l’agonismo?

All’ inizio era ansia allo stato puro, ora la situazione è un pochino migliorata; sarà perché comincio a conoscere l’ambiente e le persone che mi circondano, ma riesco a sopportare meglio lo stress pre-gara. Resta comunque che sono una persona un po’ scaramantica, nessuno mi può togliere l’accoppiata calza/mutanda dello stesso colore per ogni specialità di gara.

C’è un atleta o una figura che è per te fonte di ispirazione?

Certamente, il mio atleta preferito è Robert Antonioli. L’ho sempre apprezzato perché anche se è un atleta di altissimo livello è sempre pronto a dare consigli e ad aiutare noi giovani del gruppo, e grazie alle sue parole pre-gara riesce sempre a darmi la giusta grinta.

Quali sono gli obbiettivi per l’estate e la prossima stagione?

L’obbiettivo per la stagione estiva è sicuramente quello di riuscire ad allenarmi al meglio. Mi piacerebbe anche prender parte ad una gara di corsa in montagna, così da potermi confrontare anche in un altro sport. Per il prossimo inverno sarebbe bellissimo riuscire ad eguagliare le due passate stagioni.

Sogni le olimpiadi? 

Ovvio che sì, come tutti gli atleti anche a me piacerebbe molto poter partecipare alle olimpiadi. Specialmente perché si terranno proprio sulle piste di casa dove mi alleno.

La tua montagna, cima, salita del cuore?

La montagna che fino ad ora mi ha regalato più emozioni è stato il Gran Zebrú. Forse per la compagnia, per le condizioni ottimali che abbiamo trovato, ma una volta raggiunta la vetta, la vista era spettacolare ed è per quello che tuttora è la mia montagna preferita.

Da quando fai parte della grande famiglia Dynafit?

Tutto è iniziato grazie allo sci club Alta Valtellina dove sono cresciuta da quando ho abbandonato lo sci alpino e intrapreso il mio percorso nello scialpinismo. Grazie a loro sono entrata in contatto con questo grande brand con il quale condivido la grande passione per la montagna e gli sport all’aria aperta.