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Jussi Oksanen: da snowboarder professionista a fotografo!

By Denis Piccolo

With Alba Optics

Conosco Jussi da quando, da ragazzino, ho iniziato a snowboardare.

Spesso l’ho incontrato durante shooting e contest a cui partecipavo nella mia precedente vita da fotografo. Il suo stile, pulito e inconfondibile, tipico di molti rider finlandesi, ha dato prova della sua tecnica durante eventi importanti come le Olimpiadi, gli X-Games e gli US Open. Essere un pro rider ti porta a viaggiare molto, la maggior parte di loro tuttavia viaggia senza veramente osservare, senza percepire l’immenso valore e le infinite connessioni e contaminazioni che questo tipo di vita ti può regalare. Ma Jussi ha sempre osservato ed assimilato, e da subito, ha documentato il mondo attraverso la sua camera. La vita poi è fatta di incontri e coincidenze, e capita, mentre visioni uno shooting per Alba Optics, di scoprire che il fotografo è proprio lui.

Jussi, sei stato uno dei miei snowboarder preferiti. Mi ricordo che spesso avevi in mano la macchina fotografica.

Mia madre era una fotografa e lavorava sempre in camera oscura sviluppando foto in bianco e nero, sono cresciuto in questo ambiente e sono sempre stato interessato alla fotografia. Ho iniziato a scattare intorno ai 17 anni quando ho cominciato a viaggiare per snowboardare e da lì la mia passione per la fotografia è cresciuta sempre di più.

 

Sembra che dal mondo dello snowboard, skate e surf nascano molti artisti e creativi.

Immagino che skateboard e snowboard siano dei settori creativi, lo stesso vale per la fotografia perché è comunque un modo di esprimersi, in questo caso attraverso un obiettivo invece che su una tavola. Inoltre, come snowboarder devi sempre adattarti ed arrangiarti con quello che hai, ma al tempo stesso devi avere un’etica del lavoro, la stessa cosa vale per la fotografia.

 

Sei uno dei fondatori di Mizu. Mi racconti com’è nato questo progetto e come si è evoluto?

Mizu è nato dal desiderio di ridurre i rifiuti di plastica monouso, volevamo creare un brand giovane che ispirasse i ragazzi a perseguire la nostra stessa missione. È davvero bello vedere come avere una borraccia riutilizzabile è ora la normalità mentre quando abbiamo creato Mizu, oltre 10 anni fa, sembrava uno strano concetto per alcune persone.

Cosa ti manca e cosa non ti manca della vita da snowboarder?

Mi manca il lato avventuroso di quella vita, il poter esplorare nuovi posti in tutto il mondo. Ma, d’altra parte, amo stare a casa con la mia famiglia e avere una vita più tranquilla. Ho spostato la mia passione dallo snowboard al ciclismo e alla fotografia. La cosa che più non mi manca è sentirmi come se fossi avessi fatto un incidente dopo ogni giorno di riprese, il mio corpo sta molto meglio ora, mi ci sono voluti circa 2 anni per rimettermi in buone condizioni dopo 20 anni di abuso.

 

Parliamo di fotografia e di te. Di cosa ti occupi ora? Com’è la tua vita?

Mi occupo di fotografia commerciale active/lifestyle. Ho lavorato con alcuni brand fantastici che apprezzano i contenuti autentici. Lavoro un sacco con alcune aziende del settore come Specialized, Thule, New Belgium Brewing e Alba Optics. Adoro quello che faccio, soprattutto il poter lavorare con persone che amano il loro lavoro e catturare questa passione attraverso le mie foto.

 

Che tipo di fotografia ti piace? C’è qualche fotografo contemporaneo di outdoor a cui ti ispiri?

La chiave per me è lavorare con persone che amano ciò che fanno e vogliono condividerlo, questo crea una forte energia che si vedrà anche nelle foto. Naturalmente il setting e le luci sono importanti, ma penso che le persone siano sempre il fattore fondamentale. Ci sono un sacco di fotografi a cui mi ispiro, ma allo stesso tempo cerco di concentrami il più possibile sulla mia arte, condividendo quello che provo e creando un mio proprio stile, invece che provare ad imitare troppo il lavoro di altri artisti.

“La chiave per me è lavorare con persone che amano ciò che fanno e vogliono condividerlo, questo crea una forte energia che si vedrà anche nelle foto. Naturalmente il setting e le luci sono importanti, ma penso che le persone siano sempre il fattore fondamentale.”


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Siamo entrati in contatto con te tramite i ragazzi di Alba Optics, degli autentici matti, hai fatto per loro delle foto bellissime, mi racconti com’è nata la vostra collaborazione e dove siete stati per lo shooting?

È nato tutto in modo molto naturale, Alba è un brand davvero interessante che vuole mostrare il ciclismo in maniera diverso da altre aziende del settore, una cosa che ho sempre apprezzato. Con un paio di amici siamo partititi per un viaggio in bicicletta e durante la notte abbiamo campeggiato a Joshua Tree. È un posto magico e la bici è il mezzo perfetto per esplorarlo. Non avevamo pianificato granché, abbiamo solo deciso di prendere le cose come venivano ed andare all’avventura. Dormire sotto le stelle nel deserto è un’esperienza fantastica.

 

Cosa significa per te la parola outdoor?

Libertà. Sono sempre in pace quando sono all’aperto, anche solo camminare nel bosco mi fa sentire molto meglio. Inoltre le avventure e i ricordi che ti regala una vita outdoor sono incredibili, mi sento molto fortunato a fare questo lavoro e poter esplorare luoghi bellissimi, è fantastico.

 

Che direzione sta prendendo il mondo dell’outdoor? Sembra che tutto ciò che è competitivo perda di interesse e si vada verso una ricerca dell’esplorazione.

Penso che ci sarà sempre un aspetto competitivo in tutte le discipline, è normale voler gareggiare in quanto essere umani. Ma il lato esplorativo sta sicuramente crescendo, le persone vanno sempre più alla ricerca di esperienze e sfide reali. Come famiglia, i nostri bambini parlano sempre del viaggio che abbiamo fatto in Islanda o di tutte le volte che abbiamo campeggiato da qualche parte. Outdoor significa avventura e questo è ciò che conta nella vita!


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