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Karhu: alla scoperta dell’orso Finlandese

Nello stato con la più bassa densità di popolazione dell’Unione Europea e con la più alta percentuale di superficie boscosa, nasce ad inizio ‘900 un brand con un unico scopo: far correre le persone. 

Ab Sportartiklar Oy fonda così Karhu (che significa “orso” in finlandese), in un piccolo laboratorio nel centro di Helsinki. Con queste scarpe ai piedi sempre più atleti iniziano a conquistare addirittura medaglie d’oro alle Olimpiadi e infatti, per i decenni successivi, l’azienda è rimasta all’avanguardia nel settore della corsa. Ma c’è una vera e propria particolarità di questo brand di cui molti non sono a conoscenza. Nel 1951, Karhu vendette il suo marchio iconico a tre strisce ad adidas, che lo usa ancora oggi. A quale prezzo? Circa 1600 euro e due bottiglie di whisky.

Questa scelta non ferma la sua crescita, poco alla volta continua ad espandersi senza sosta, si evolve e si modernizza, grazie anche ad innovazioni come l’Air Cushion negli anni ’70 e la tecnologia Fulcrum, che agevola la spinta della corsa, negli anni ’80. Mentre tutti i colossi mondiali di scarpe trasferivano la loro produzione all’estero o in luoghi più economici, Karhu ha mantenuto la produzione dei suoi prodotti in Finlandia, rendendo così il proprio stile sempre più autentico ed ecosostenibile. In un mondo in rapido sviluppo, tutt’oggi questo brand ha continuato a tenere il passo con un’economia globale e delle richieste di mercato in continuo cambiamento. 

Tornando alle origini

Siamo volati in Finlandia, per scoprire il paese delle infinite foreste e fresche spiagge del Golfo di Botnia, pronti per correre, testare e comprendere appieno il fascino di questi luoghi incontaminati. Con noi Ossi Peltoniemi e Hanna-Maija Rantakylä, due runner finlandesi. Destinazione? Pori, una città posizionata tra i boschi e il mare. 

Correre nella natura

“In Finlandia c’è una grande cultura del running ed anzi negli ultimi anni ci sono più runner off road che sulle piste degli stadi. Ormai di appassionati di maratone ce ne sono pochi. I nostri territori sono ricchi di spazi incontaminati, lontano dalle città, con laghi splendidi e percorsi ben tenuti. Oltretutto per 6 mesi all’anno i sentieri, sopratutto in Lapponia dove vivo, sono coperti di neve. Per noi finlandesi è normale correre off road, sul ghiaccio o nella sabbia.” Mi dice Ossi dopo alcuni km di corsa. Ed effettivamente, di strade asfaltate ce ne sono, ma dopo ore passate lungo il litorale, abbiamo corso principalmente su terreni morbidi e dissestati. Qui la natura ha preso il dominio e i finlandesi non l’hanno cambiata, si sono saputi adattare. 

Sei mesi di buio e neve

E quando le temperature scendono ed è buio? “Corriamo comunque” risponde Hanna-Maija “Non ci fermiamo. Ovvio, non è una condizione così agevole e ci sono varie precauzioni di cui tenere conto, d’altronde a -25° hai delle necessità diverse, ma alla fine corriamo e basta.” Ed Ossi, che di neve ne vede tanta ogni anno, annuisce sorridendo. “Raramente io ad esempio uso i chiodi nelle scarpe, fa così freddo che il ghiaccio è secco e ho abbastanza tenuta con delle scarpe con la suola in gomma. Ti vesti per bene ed esci.”

La nostra destinazione

Arriviamo così a Pori, una piccola città posizionata nella Finlandia dell’ovest, nella regione di Satakunta. Un momento di meritato riposo e si riparte. Il mare ci attende. Lunghe distese di sabbia bianca, alcuni cespugli che incontaminati crescono qua e là tra delle splendide dune che sul limitare della spiaggia lasciano spazio alla foresta. Se mi avessero chiesto alcuni giorni fa come mi aspettavo la Finlandia, non avrei mai potuto immaginare un posto così.

“Correre sulla spiaggia mi è sempre piaciuto. Fa bene alle caviglie e fortifica muscoli che di solito non si usano. È anche un ottimo terreno per testare delle scarpe…” 

Insieme a noi, ai nostri piedi, c’è la novità per quanto riguarda la sezione running di Karhu: Ikoni 2.0 Dune Pack. Una scarpa versatile, multi terreno con una grande capacità di ammortizzazione. Leggera, comoda ed adatta sia ad asfalto che a terreni più tecnici. È proprio questa scarpa che ci ha accompagnato nelle nostre corse di queste splendide ed inconsuete giornate di sole. “Ha una bella risposta e il cushioning di certo fa comodo sui terreni più duri. Sicuramente potrebbe essere una buona soluzione se si passa spesso da asfalto a terreni più wild” mi fa notare Hanna-Maija. La Ikoni è stata ulteriormente rinnovata nel suo peso rendendola più leggera, con una costruzione in mesh per traspirabilità e sostegno continuo durante un allenamento. Dopo averla provata sia sulla sabbia che su dei terreni più rigidi non possiamo che esserne felici. 

La nostra corsa continua. Duna dopo duna arriviamo a destinazione: un piccolo golfo al nord dei confini della regione. Ci sono pace e tranquillità. Anche il mare ormai è piatto. Ci rimangono ancora molti km da fare, il ritorno ha sempre un sapore diverso. Ma per ora ci godiamo questo posto. Ad attenderci ci sarà un buon loimulohi (salmone alla fiamma) e tante storie davanti ad un falò.