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Kilian Jornet: pensieri e prospettive oltre lo sport

By Sofia Parisi

Photo Matt Georges

 

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Kílian Jornet Burgada, classe 1987, è uno sky runner professionista, trail runner, scialpinista e corridore di lunga distanza. È sei volte campione della Skyrunner World Series e ha vinto alcune delle più prestigiose ultramaratone, tra cui l’Ultra-Trail du Mont-Blanc, il Grand Raid, la Western States Endurance Run e l’Hardrock Hundred Mile Endurance Run. Inoltre Jornet detiene record di velocità per la salita e la discesa del Cervino, del Monte Bianco, del Denali e dell’Everest.

L’abbiamo intervistato per porgli alcune domande su come sta vivendo la situazione attuale e per condividere con lui alcuni pensieri e prospettive oltre lo sport.

Ci siamo tutti ritrovati a cambiare le nostre abitudini e le nostre vite quotidiane da un giorno all’altro. Cosa rappresenta il cambiamento per te? Come pensi influenzi la vita quotidiana di una persona e hai qualche consiglio su come gestirlo?

“Cambiamento” può significare molte cose, dal momento che, di fatto, rappresenta il passare delle cose da uno stato all’altro. Attraverso l’allenamento, ad esempio, puoi cambiare il tuo corpo grazie a diversi aggiustamenti. Oppure potrebbe essere un cambiamento di programma inaspettato o un adattamento del tuo modo di vivere, ad esempio dopo un incidente o una separazione. Alcuni cambiamenti vengono da un intento personale, altri semplicemente accadono. Nel primo caso, sono più facili da accettare, poiché siamo noi i primi a volerli. Quelli che invece non dipendono da noi, dobbiamo semplicemente accettarli e capire, da quel momento in poi, dove possiamo e dove vogliamo andare. Penso che dovremmo adottare una prospettiva che ci faccia vedere il cambiamento, qualsiasi esso sia, come un’opportunità per costruire qualcosa di migliore.

 

Durante la quarantena, abbiamo avuto più tempo per noi stessi. Sarei curiosa di sapere qual è il tuo rapporto con la solitudine e come pensi che gli esseri umani la affrontino? Pensi che essere isolati per un po’, sperimentando un ritmo di vita diverso, ci abbia fatto bene?

Non ne sono molto sicuro: durante la quarantena eravamo in qualche modo distanziati fisicamente, ma mi sembra che l’interazione sociale sia stata molto più forte. Le persone desideravano più che mai essere collegate tra loro, attraverso i social media o le connessioni live. Quindi non sono d’accordo sul fatto che questa quarantena sia diventata una sorta di “tempo per noi stessi”. Anzi è stato quasi il contrario, almeno per me: in un momento normale avrei avuto una connessione sociale di gran lunga inferiore. Sono un introverso, quindi per me stare da solo è più rilassante che stare tra le persone. Penso che essere soli ed in silenzio sia bello a volte, per tutti. Questo è quello che mi piace delle spedizioni, l’essere disconnessi. Trascorrere un lungo periodo di tempo senza alcun rumore sociale, lasciare che la mente voli tra i pensieri senza la necessità di arrivare a definirli, aver la possibilità di riprendere questi pensieri il giorno dopo, ripensarli, scriverli su un quaderno con una penna senza poter cancellare. Abbandonare il bisogno di conoscenza e informazione, poter osservare senza la necessità di descrivere, far sparire la tua persona, ascoltare.

“Cambiamento” e “solitudine” sono parole che per molte persone hanno una connotazione negativa. Un’altra parola che spesso fa paura è “stanchezza”. Per raggiungere il tuo livello, oltre a una buona dose di predisposizione naturale, hai sicuramente dovuto lavorare sodo, sia mentalmente che fisicamente. Cos’è la fatica per te? Ci sono stati momenti nella tua vita in cui hai detto “Basta, non ce la faccio più”? E come gestisci lo sforzo, la pigrizia e la forza di volontà?

La fatica è per me uno stadio necessario nel processo di cambiamento. Quando ci alleniamo, ad esempio, dobbiamo compiere sforzi per iper-compensare e apportare adattamenti. Ci sono sicuramente molti momenti in cui la fatica o il dolore diventano pesanti. Mi capita di pensare: “Forse dovrei semplicemente restare a casa”. Ma alla fine questo sforzo è qualcosa che ho scelto e mi ci impegno. Quando non c’è pericolo e la tua motivazione per raggiungere l’obiettivo è alta, penso che sia più facile abbracciare la fatica o il dolore. A volte pensiamo troppo, ma dovremmo solo smettere di farlo e iniziare ad agire concretamente.

 

Per “valori” intendiamo l’insieme di qualità morali ed intellettuali considerati il ​​fondamento positivo della vita umana: quali sono i tuoi valori? Il mondo gira ad un ritmo che talvolta non corrisponde al nostro, e spesso dobbiamo scendere a compromessi. Qual è il giusto equilibrio per te?

Penso che a definirci siano le nostre contraddizioni, piuttosto che i nostri valori. Credo che uno dei valori più importanti per me sia il rispetto: della natura e degli altri esseri umani. Purtroppo però il mio lavoro ha un’enorme impronta, quindi alla fine amo la natura ma allo stesso tempo la sto distruggendo. Tengo in considerazione l’essere leggeri nel senso di “fare di più con meno” e nonostante ciò, ho un sacco di attrezzatura a casa tra cui poter scegliere il giusto elemento anche quando svolgo un’attività con quasi nessuna attrezzatura. Un altro valore che apprezzo molto è la comprensione, la capacità di mettersi nei panni degli altri.

Questo periodo ha portato la coscienza di molti verso l’ecologia: la tendenza c’era già prima, ma sembra che un numero sempre maggiore di persone si sentano ora più coinvolte. Come agisci personalmente e quotidianamente per ridurre il tuo impatto? Pensi che possa davvero cambiare qualcosa nel futuro prossimo? Cosa desideri per il pianeta in cui crescerà tua figlia?

Credo che questa crisi e lo stop economico possano aiutare ad accelerare il passaggio verso un modo di vivere più sostenibile. Abbiamo visto che, individualmente, sempre più persone si interessano a questa tematica, e anche le grandi aziende stanno facendo passi importanti. Con le misure adottate negli ultimi mesi dai governi abbiamo potuto vedere che, se si vuole, si possono imporre regole più severe per contrastare l’inquinamento ed in nostro impatto. Quindi spero che questo momento aiuti tutti noi a cambiare. È il momento di accettare che non possiamo continuare a comportarci come facevamo prima: possiamo viaggiare, ma diversamente, dobbiamo consumare in un altro modo. Da ottimista penso che possiamo davvero cambiare e personalmente, voglio muovermi in questa direzione. Con la mia famiglia, cerchiamo di avere il minor impatto ecologico nel nostro quotidiano: l’energia della casa proviene da una pompa di calore, e tutta l’energia da energie rinnovabili, mangiamo vegetariano e locale il più possibile ed Emelie ha un grande giardino da cui provengono quasi tutte le verdure che consumiamo. Un altro punto importante riguarda i viaggi di lavoro: smettere di avere training camp lontani o di fare servizi fotografici con fotografi che devono volare dall’altra parte del mondo. O ancora interviste che richiedono un lungo viaggio per il giornalista. Con tutta la tecnologia che abbiamo oggi possiamo fare molte cose con un impatto quasi zero. Abbiamo smesso di filmare con gli elicotteri molto tempo fa e spero che gli organizzatori di varie competizioni ed i brand si interroghino presto anche su altre “cattive abitudini”. Sto insistendo il più possibile con i miei sponsor e quando posso influire per ridurre il loro impatto, ad esempio facendo evitare sprechi o dando consigli rispetto al tipo di materiali che usano, cerco sempre di dire la mia.

 

Come sportivo di fama internazionale, hai molti followers sui tuoi canali social. Cosa ne pensi del tuo ruolo nell’ispirare le persone? Come pensi che il mondo degli sport all’aria aperta possa ispirare le persone e aiutare il mondo ad evolversi al meglio?

Non rifletto assolutamente sul mio ruolo. Penso che se vivi la tua vita per gli altri, dimentichi chi sei e cosa vuoi. Io sono un atleta e voglio performare, sono qualcuno che ama esplorare e ama la natura, e che si prende cura di essa. Comunico questo perché è quello che mi interessa. Penso che ciò che comunichiamo dovrebbe essere essenzialmente quello che ci interessa, e non ciò che gli altri si aspettano da noi. Penso che molte persone del mondo outdoor si preoccupino dell’ambiente: grazie ai social abbiamo l’opportunità di condividere le nostre idee e pensieri con un gran numero di persone e questo è semplicemente eccezionale.

“Penso che se vivi la tua vita per gli altri, dimentichi chi sei e cosa vuoi. Io sono un atleta e voglio performare, sono qualcuno che ama esplorare e ama la natura, e che si prende cura di essa. Comunico questo perché è quello che mi interessa. Penso che ciò che comunichiamo dovrebbe essere essenzialmente quello che ci interessa, e non ciò che gli altri si aspettano da noi.”

Ho ascoltato il podcast di Salomon dove sei protagonista. Alcune frasi mi hanno colpito: “Amo sempre imparare”. Cosa hai studiato? Cosa ti piace studiare o leggere?

Ho studiato scienze dello sport all’università. Adesso mi piace seguire corsi o semplicemente leggere articoli, pubblicazioni medico scientifiche, leggo di psicologia e di bio-meccanica. Mi interesso anche di ambiente e fotografia, tecnologia, algoritmi e dati.

 

“Sono una persona ottimista”. Puoi spiegare meglio perché pensi di essere una persona ottimista?

Quando sono in una brutta situazione non mi blocco pensando “perché sono qui”. Non mi lamento, non mi crogiolo nel problema, ma accetto questa nuova situazione e cerco di immaginare come potrei migliorare da quel punto in poi. Penso che sia sempre possibile uscire da una situazione ed arrivare ad una migliore.

 

“Gli infortuni aiutano molto”. Cosa intendi?

Quando sei infortunato devi riposare. Durante il riposo forzato, grazie all’impossibilità di svolgere le tue normali attività, ovviamente adotti una prospettiva diversa e riesci così a vedere meglio le tue debolezze, le tue forze e le tue reali motivazioni, ed hai l’occasione di prepararti meglio per cosa verrà dopo.

 

“La vita è una, e viviamo per ciò che vogliamo”. Puoi spiegare meglio questo concetto?

Abbiamo solo una vita e non ci è concesso di metterla in pausa o ripeterla. Per questo dovremmo renderci conto di quanto essa sia incredibile e di quanto siamo fortunati. Soprattutto noi che siamo nati in un paese occidentale, con tutte le strutture sociali e con la possibilità di condurre la nostra vita dove vogliamo, ovviamente con scelte e sacrifici, ma con la possibilità di fare ciò che vogliamo quasi sempre. Penso semplicemente che sia importante non dare per scontato tutto quello che abbiamo.

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