Image Alt

Larissa Arce: il climbing come rifugio

With: La Sportiva
ITW: Larissa Arce
By: Ludovica Sacco

Larissa Arce nasce e cresce in un piccolo villaggio nel nord del Messico, chiamato Namiquipa. Per lei, il climbing è stato un rifugio dai problemi, una famiglia che le ha mostrato una nuova prospettiva – verticale – del suo Paese. Più Larissa arrampica, più la passione cresce, attraverso l’amore per quelle pareti immense e la voglia di impegnarsi a scalarle trovando nuove vie. Larissa attualmente vive in Spagna, dove ha trovato un nuovo team e famiglia: La Sportiva.

Arrivi dal Messico e ti sei spostata in Spagna, che impatto hai avuto con la roccia spagnola?
Sono venuta in Spagna seguendo il mio sogno di spingere i limiti del climbing femminile messicano. Scoprire nuovi tipi di roccia e prese è stato incredibile e impegnativo, soprattutto perché mi sono innamorata di un posto che è completamente diverso dal mio stile: Margalef. Infatti, nell’ultimo anno mi sono allenata in particolare su pockets e monos. Mi sento super felice di vivere in Spagna, la roccia è infinita e le persone sono davvero gentili e accoglienti.

Qual è stato il multi-pitch più complesso che hai fatto?
Per grado penso che il più difficile sia stato Logical progression 7c+ (900m) a El gigante, ma non ho mandato tutti i tiri. Invece, quello che personalmente è stato il più difficile è il “Southwest rarámuri”, un multi-pitch misto che ho aperto con Sergio Almada dove abbiamo dovuto studiare la parete per 10 giorni per cercare di arrivare in cima.

Qual è il posto più bello dove hai arrampicato?
Uno dei posti più belli è Basaseachi. Ci sono alcuni multi pitches accanto alla cascata e la vista rende l’esperienza indimenticabile. Altri bei posti che mi piacerebbe tornare a scalare di nuovo sono Red River George, Riglos e Peñoles.

Hai partecipato al film Pretty Strong di Leslie Hittmeier del 2020. Ci racconti questa esperienza?
Per me questa esperienza è stata davvero significativa, un viaggio che ho percorso principalmente per accompagnare e sostenere la mia amica Fernanda. È come una sorella e per me, come per molte altre ragazze in Messico e nell’America Latina, essere una climber e spingere i propri limiti non è sempre facile, soprattutto per come funziona il nostro mondo. Abbiamo molte responsabilità in famiglia, a volte problemi, quindi dobbiamo lavorare sodo. Dopo, se c’è tempo ed energia, ci si allena. Guardare la sua parte in Pretty Strong mi ha fatto sentire orgogliosa e felice di vedere che la nostra realtà e la passione di Ferys abbiano avuto la giusta visibilità.

Come ti alleni? Mi racconti una tua giornata tipo?
Ogni giorno è diverso. Cerco di organizzare i miei allenamenti giorno per giorno facendo attenzione al mio carico di lavoro. L’arrampicata su roccia è la mia priorità al momento, però se ho molto lavoro faccio qualche fingerboard session, conditioning etc.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi come atleta?
Meno project, migliorare il mio onsight e il mio flash grade, imparare a muovermi meglio in diversi stili e tornare di nuovo ad arrampicare su una big wall.

Sei entrata nella family La Sportiva, come ti trovi? È cambiato qualcosa nella tua vita?
Quando mi sono trasferita dal Messico alla Spagna mi sono lasciata alle spalle tante cose, tra cui sponsor, amici e familiari. Non mi sarei mai aspettata che qualcuno mi avrebbe detto “hey, hai anche una famiglia qui” dall’altra parte del mondo, come ha fatto la famiglia La Sportiva. Quindi entrare a far parte del team è stata una sorpresa preziosa per me, spero che aiuti ad offrire opportunità e dare visibilità ad altre donne.

Che modello di La Sportiva utilizzi per arrampicare nei vari ambienti?
Solitamente uso le Solution e le Skwama, mentre in falesia a Margalef uso solo le Solution.

Nei momenti più difficili, ognuno ha un pensiero che spinge ad andare avanti. Qual è il tuo?
Mi piace motivarmi immaginando la voce di mio padre che dice “Su e avanti” o in spagnolo “Arriba y adelante”. Me lo diceva quando ero bambina e non avevo energia per continuare a fare qualcosa e finirlo.

Famiglia e vita da atleta sono facili da coniugare? Come gestisci questo equilibrio delicato?
Credo che dipenda dalla persona, per me non è stato facile perché ho molte responsabilità con la mia famiglia. Loro non sono climber e per molto tempo mi sono sentita in colpa per essermi allenata piuttosto che rimanere a prendermi cura di mio padre. Ciò che mi ha aiutato a trovare l’equilibrio è stato renderli parte del mio stile di vita, ma anche prendere periodi durante l’anno per stare con loro e concentrarmi su diverse attività di casa.

Come sarà Larissa tra dieci anni?
Con la stessa motivazione, sto ancora crescendo in diversi aspetti della vita, ad esempio la mia carriera. Continuerò a divertirmi e arrampicarmi non per un premio, ma per il piacere di farlo. E spero di saper parlare catalano! 😉