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Lavaredo Ultra Trail 2024: 5 cose che non ci sono e 5 che ci sono piaciute

By: Filippo Caon

Come The Pill siamo stati a Cortina da prima che iniziasse l’evento a dopo che è finito, dal mercoledì alla domenica, e con tre giornalisti. Per voi abbiamo corso, gareggiato, dormito su panchine e marciapiedi (e anche hotel), registrato ore di interviste e di conversazioni, fatto assistenza, seguito le gare, testato prodotti e partecipato a presentazioni. Ecco cinque cose che, a caldo, ci sono piaciute, e cinque che ci sono piaciute meno.

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L’atmosfera che si respira a Cortina i giorni precedenti alla gara. Un’occasione per vedere persone che incontriamo solo qui, una volta all’anno. La LUT è una grande festa del trail italiano e si sente sia in Corso Italia che a Col Gallina il sabato mattina. Lavaredo Ultra Trail appartiene alla storia del nostro sport e si sente (come e perché ve lo racconteremo tra qualche settimana).

Sempre più gente alle aid station. I nostri giornalisti sono stati sul percorso di tutte le gare, tutti i giorni e tutta la notte. Fino a pochi anni fa, ai ristori si trovavano soltanto tre o quattro persone a fare assistenza, ma quest’anno sono davvero aumentate. Se un anno fa si andava a Ospitale a patire il freddo nella desolazione della val di Landro, sperando che gli ultimi concorrenti passassero in fretta, quest’anno l’organizzazione ha predisposto un piccolo ristoro anche per gli assistenti e gli spettatori, con tè gratis e musica per tutta la notte. Questo genere di servizi diventa sempre più necessario in un evento che ormai da tempo va nella direzione del grande evento di stampo UTMB, piaccia o meno.

Gli eventi collaterali. Come a Chamonix durante UTMB, LUT è la scusa per organizzare anche tante presentazioni, e quest’anno ce ne sono state diverse. La più importante, una serata organizzata da La Sportiva alla Alexander Girardi Hall il giovedì sera e moderata da Francesco Rigodanza, con John Kelly, Sabrina Verjee, Anton Krupicka e – ospite d’eccezione – Tommy Caldwell. Il talk “Rock & Run” è stata una bella occasione per parlare di etica e di stile nella corsa e nell’arrampicata, e più in generale negli sport di montagna. Rigodanza ha introdotto gli ospiti e poi ha lasciato Kelly, Krupicka e Verjee (i tre corridori della situazione) fare le loro domande a Caldwell, per poi invertire i ruoli solo alla fine della serata. Sono emersi tutti i punti di contatto ma soprattutto le grandi differenze tra due modi idealmente molto simili di spostarsi nello spazio.

Il livello più alto nella gara regina. L’anno scorso la concomitanza con i mondiali aveva privato la LUT 120 di alcuni grandi atleti, mentre quest’anno ha visto la partecipazione, oltre di nomi già noti a Cortina, anche di Tom Evans. Gara vinta alla fine da Hannes Namberger, desideroso di dimostrare che le sue vittorie a Cortina non erano state delle meteore. Al contrario degli altri anni, i primi otto hanno gareggiato abbastanza compatti fino a Cimabanche, ed Evans e Namberger insieme fino all’ultima discesa, staccandosi alla fine di soli tre minuti e registrando il nuovo record del percorso in 11h57’.

Il caldo. Quest’anno il tempo è stato decisamente più clemente degli anni scorsi, soprattutto per chi correva la 50, e per chi faceva assistenza: se la notte del 2023 è stata segnata dal vento, soprattutto nei passaggi in quota, quest’anno è stata tiepida anche nei punti normalmente più freddi del percorso, come Misurina e Cimabanche. Forse i corridori cucinati in Travenanzes avrebbero qualcosa da ridire, ma, ehi, noi abbiamo fatto assistenza.

5 we didn’t like

L’odore di Olimpiadi. Se andate a Cortina in questi mesi avrete modo di vedere cosa significa organizzare un evento come le Olimpiadi del 2026: troverete cantieri, modifiche alla viabilità, nuove infrastrutture, nuovi impianti. Vediamo cantieri a Cortina ormai dal 2021 e quest’anno ha reso molto più difficoltosa la logistica dell’evento. Orfani anche del Palaghiaccio, gli organizzatori sono stati fin troppo bravi a trovare un piano B per organizzare expo e ritiro pettorali. Purtroppo, ancora per un anno, la Lavaredo sarà intaccata da questo evento.

Germain Grangier ha avuto un incidente poco prima della gara ed è stato costretto a tornare a casa prima della partenza. Questo, oltre che per la sua stagione, è stato un peccato per la qualità della gara, che avrebbe avuto senza dubbio un livello più alto grazie alla sua presenza.

Morricone. La retorica epica nella corsa continua a non piacerci, perché porta con sé tutta una cattiva letteratura caratterizzata da un lessico (e quindi da dei comportamenti) insopportabili, da cui emergono parole quali “eroi”, “giganti”, e “finisher”. La corsa è un piacere quindi smettiamola di comunicarla come se stessimo andando in guerra. Se Vangelis a UTMB fa comunque il suo effetto, Morricone a Cortina è sempre stato un po’ da wannabe – per lo più remixato e massacrato, con ogni probabilità a causa di pedestri questioni di diritti. È il 2024, l’anno prossimo è il 2025: anche basta.

La musica alle aid station. Chi è stato tutto il giorno a Col Gallina sa quanto pesante sia stare per dieci ore fermi in un prato a ustionarsi. C’è chi cerca di sopravvivere aprendo birre alle otto del mattino, chi a un certo punto cede alla tentazione di spendere in modo irragionevole per uno strudel al rifugio, ma passare lì la giornata è davvero duro, se inoltre ci aggiungiamo pessima musica sparata nelle orecchie per tutto il giorno diventa impossibile. Per carità, non è la musica a rovinare l’atmosfera bucolica di Col Gallina (ci mettono del loro anche il traffico, i mille impianti di risalita e i motociclisti che pennellano le curve del Falzarego), ma i Kiss alle dieci di mattina sono davvero di cattivo gusto e acuiscono i sintomi dell’insolazione.

Cortina. Saremo molto scorretti, ma onestamente Cortina non può piacere del tutto a un appassionato di outdoor. Intendiamoci, è forse il posto più bello al mondo: l’angolo più bello delle dolomiti, aperta, circondata da montagne molto diverse tra loro che danno la possibilità di praticare qualunque sport di montagna. Cortina è davvero meravigliosa, ed è il motivo per cui LUT è diventata LUT. Ma ha un solo problema: c’è Cortina. I prezzi sono altissimi, sia per mangiare una pizza che per affittare una camera (fortuna gli organizzatori mettono a disposizione un servizio navetta che collega il centro alla pista di atterraggio di Fiames, in cui si può passare la notte gratuitamente). Non solo, rispetto a Chamonix, dove i negozi sono a misura di atleta, a Cortina questo tipo di clientela sembra quasi fuori luogo. Insomma, forse è grazie a Cortina che LUT è diventata LUT, ma è anche a causa di Cortina che non diventerà mai UTMB. Questo è un peccato, o un’opportunità sprecata. Non c’è un altro posto così in Italia, dovremmo prendercene più cura, tutti noi.