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Left Right: snowboard movie by Nidecker

By: Tommaso Bernacchi

Photos: Ed Blomfield, Sam Ingles

Credo che la cosa migliore dello snowboard oggi sia che ci sono infiniti modi di viverlo. Adesso che la prima generazione di rider stile “spacchiamo tutto” è cresciuta, ha lasciato spazio ad una nuova ondata di rider, dagli amanti del big air a quelli che vogliono solo carvare, gli splitboarder e quelli che la neve fresca la vedono solo in lontananza, dalle immacolate piste dei resort, rigorosamente non troppo ripide. Vogliamo raccontare di tutto la varietà del mondo snowboard attraverso ciò che lega tutti: le curve sulla tavola. – Sam McMahon

Left Right Nidecker

Di recente abbiamo avuto l’occasione di scambiare due parole con Samuel McMahon riguardo il suo ultimo snowboard movie realizzato insieme al team Nidecker, “Left Right”. Uscito sulle piattaforme online a fine novembre e visibile in anteprima presso vari film festival, tra cui il Freeride Film Festival Tour in giro per tutta Europa.

Sam McMahon

Quello che si può definire il risultato di quasi cinque anni di lavoro di Sam insieme ai ragazzi di Nidecker, è un’ode al gesto più semplice ma anche più sublime che si possa compiere su uno snowboard: curvare. Per una volta infatti, i protagonisti non sono salti di 20 metri, quadrupli cork o rail di 15 metri, ma le curve: ciò di cui Sam è veramente appassionato. Un lavoro difficile, che il regista si è sentito pronto a mettere in opera solo dopo 10 anni di esperienza. In un’era dettata da clip di trenta secondi per i social media, non è facile riuscire ad intrattenere uno spettatore per venti minuti davanti allo stesso film.

“Devi essere veramente bravo, ma soprattutto ci devi crederci” spiega Sam. In questo il suo stile rapido gioca un ruolo vincente: ritmo, cambi di scena continui e variazione delle tecniche di ripresa, poi ancora una location da paura come sono la Norvegia ed il Giappone. Cinque anni di riprese che sfociano come sempre in una manciata di minuti di video, dopo tanti tagli brutali. “Cinque anni in venti minuti, tagli di qua, tagli di là… È un po’ come si dice – Killing your darlings – le cose a cui sei più affezionato, devi lasciarle andare in questo tipo di lavoro.”

Due viaggi in Norvegia con tutto il team e uno in Giappone, oltre ad alcune riprese sulle Alpi francesi di Avoriaz insieme a Dave Cruziek e Mat Crepel. Sam confessa che l’intenzione era quella di ispirarsi alle vecchie video-zine, due capitoli diversi che seguono generi di riding diversi differenziando le riprese tra steadycam, drone e treppiede.

Left Right Nidecker

Il film si compone di due generi diversi: da un alto i resort, le curve, il freeride, la neve fresca dall’altro un focus sui local di Nidecker in Giappone. Un po’ come un magazine, mostri un po’ ciò che ti va di mostrare e trovi i giusti tagli. Ciò che mi piaceva fare era di filmare ogni stile con una tecnica diversa, e così troviamo la parte resort molto veloce con tagli steadycam, la parte freeride con i rider francesi è quasi totalmente ripresa dal drone e poi ci sono le scene girate con il treppiede che è ciò che riesce meglio a me.

Parliamo anche dei vari rider presenti, di come sia stato importante dare spazio, non solo alla qualità di riding, ma soprattutto alla personalità di ciascuno di loro per ottenere un risultato divertente che trasmettesse un’emozione. Un dettaglio che spesso viene trascurato, finendo così per avere intere clip monotone senza alcuna variazione. Mi fa l’esempio di John Myhre del team Nidecker, voluto proprio da Sam per l’estro creativo oltre che per le skill sulla tavola. Dice di come non abbia voluto pianificare alcuna clip con lui ma di aver schiacciato soltanto il tasto record e aver lasciato che avvenisse la magia.

Sebbene questi ragazzi sarebbero in grado di produrre un film con i fiocchi anche nel giardino di casa loro, le location giocano sempre un ruolo molto importante nel progetto: sono poi quelle che ti fanno sognare di partire con gli amici per girare in snowboard. Tromsø e Hokkaido, queste due città così lontane e differenti tra loro a livello culturale, ma con una caratteristica molto simile, quella della community.

Riesci proprio a sentire la comunità tipica delle isole, sono luoghi che devono fare i conti con il freddo estremo, l’oscurità degli inverni. Così le persone che incontri lì sono un tutt’uno con il luogo in cui vivono e la cosa bella è sentirsi accolti sentire la loro felicità nel sapere che tu sei lì per fare la stessa cosa che amano fare loro.

Left Right Nidecker

Dieci minuti di snowboard che raccolgono tutta la magia e l’ispirazione per ricordarci che non importa cosa facciamo, se ci troviamo in un resort nelle Alpi, in metri di Giapow o sui fiordi norvegesi, saremo comunque lì a dipingere curve sulla neve, uniti dalla stessa fortissima passione.

Sam McMahon