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Like Us: Francesco Puppi e Cesare Maestri correndo verso Cima Tosa

C’è una montagna di 3173 m, la seconda vetta più alta delle Dolomiti di Brenta, chiamata Cima Tosa. Da Madonna di Campiglio, più precisamente da Piazza Sissi, ci vogliono 15,5 km per raggiungere la vetta, con un dislivello effettivo di 2143 m. Una persona con un livello di preparazione medio solo per salire sulla cima impiegherebbe circa 4h15’. Ci sono però due ragazzi, un fisico ed un ingegnere, che guardando questa cima hanno pensato a ben altro che a scalarla semplicemente camminando.

Francesco Puppi e Cesare Maestri fanno parte delle Nazionale Italiana di Mountain Running e, non molto tempo fa, hanno vinto rispettivamente due medaglie d’argento ai mondiali di Villa La Angostura, in Patagonia. Si sentono pronti. Moltissime gare sono state cancellate quest’anno e serviva una bella sfida per ritrovare la voglia di allenarsi. Questa è stata la loro occasione.

La scelta del sentiero non è stata casuale: in queste zone, in mezzo alle cime del Brenta, Cesare è nato come trail runner. E ancora si allena qui tutti i giorni. 

I due hanno studiato per bene il percorso, grazie anche alla collaborazione di Nike Trail e Campiglio Dolomiti, così, un giorno, hanno deciso che su questa montagna avrebbero rincorso un record.

Sveglia alle 6:00 di mattina, una bella colazione e tutto è pronto. Nonostante la partenza della corsa sia stata pre-fissata per le 8:30, Francesco e Cesare sono già vicini alla piazza a prendere un caffè con un’ora di anticipo, valutando insieme se è tutto pronto e ripetendosi a vicenda i vari passaggi nel caso qualcosa fosse sfuggito. Non manca nulla, di questo sono certi e la preparazione c’è, bisogna solo farlo questo nuovo record! 

L’orologio scorre e sono presto le 8:30. Ora tutto quello che c’è da fare è correre per ben 31km. “Prima bisogna arrivare in cima” dice Francesco “e poi scendere”. La discesa non sembra un problema, anzi, una volta superati i punti più ostici della salita sembra la parte più fattibile.

La corsa inizia con 4 km sull’asfalto, fino ad arrivare al Rifugio Vallesinella. Questa prima parte sembra semplice per i due atleti, sono allenati per questo tipo di terreno senza una grande pendenza e la strada scorre senza problemi sotto il loro piedi. Subito dopo si lanciano energicamente su una salita più ripida con moltissimi scalini verso il rifugio Casinei. La parte complessa però deve ancora arrivare. Continuando a sfrecciare, superano la zona boschiva e corrono lungo il sentiero ghiaioso. Esattamente qui si iniziano a scorgere delle lingue di neve a tratti, ma senza grandi difficoltà i due raggiungono il Rifugio Brentei con una crono parziale di 51’00”. 

Superato agilmente anche questo punto arriva la parte più tecnica: l’ultima salita verso la cima. Francesco e Cesare continuano imperterriti a correre verso la Bocca del Brenta fino al Rifugio Pedrotti. I nevai qui non mancano e riservano delle discrete difficoltà, ma nonostante ciò i due runner non si fermano. Prima della partenza ci hanno confessato che era la neve la loro unica preoccupazione, eppure hanno deciso di affrontarla come uno stimolo in più per gestire il percorso con la massima energia possibile, cercando di superare ogni difficoltà nel miglior modo. 

L’ultima sfida rimanente prima di raggiungere la cima è il tratto attrezzato di circa 50m da scalare. Ma anche questo scorre via senza problemi, grazie anche alla collaborazione delle guide di Campiglio che hanno montato le corde di sicurezza. Raggiungono così la cima. Tutto questo in sole due ore. 

Rimane solo la discesa. La neve sembra non essere il terreno migliore su cui correre e la caduta di Francesco ne è la dimostrazione, niente di grave comunque, si rialza subito e i due riprendono a correre per niente frenati dal piccolo inconveniente. Ci racconteranno in seguito che anche questa è la bellezza del correre in montagna: “Si incontrano terreni che non sempre sono quelli che ci si aspetta o dove si è più forti. Ma è questo il bello: correre alla grande su ogni tipo di terreno.” 

Durante la discesa, nonostante i 28km nelle gambe, nella parte finale verso Madonna di Campiglio, avevano una media di 18km/h. Il giorno prima qualcuno ha chiesto: “Quanto pensate di metterci?” Francesco aveva ipotizzato: “Credo 3h40’”, ma alla fine giungeranno a Piazza Sissi in 3h28’26”. “Non era scontato che tutto sarebbe andato per il meglio, ma alla fine abbiamo raggiunto il nostro obbiettivo. Dobbiamo ringraziare Nike Trail e Campiglio Dolomiti per il supporto che ci hanno dato. É stata una bella sfida e siamo felici del risultato” ci confessano. 

Ne abbiamo approfittato per chiedere a Francesco e Cesare come si fossero trovati con le nuove Nike Pegasus Trail 2. L’hanno definita come la scarpa più versatile mai prodotta da Nike Trail, una sorta di Vaporfly da usare in montagna. Risulta una scarpa stabile e protettiva, che regala un appoggio sicuro, mentre il battistrada garantisce il perfetto grip su qualsiasi terreno affrontato. Cesare sottolinea: “Il modello consente di correre sempre in spinta ed è una caratteristica positiva per atleti come noi” mentre Francesco aggiunge: “Un’ottima scarpa per competizioni long-distance e terreni tecnici.”

Nike Pegasus Trail 2: l’hanno definita come la scarpa più versatile mai prodotta da Nike Trail, una sorta di Vaporfly da usare in montagna. Risulta una scarpa stabile e protettiva, che regala un appoggio sicuro, mentre il battistrada garantisce il perfetto grip su qualsiasi terreno affrontato. Cesare sottolinea: “Il modello consente di correre sempre in spinta ed è una caratteristica positiva per atleti come noi” mentre Francesco aggiunge: “Un’ottima scarpa per competizioni long-distance e terreni tecnici.”

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