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Maira Occitan Trail: una gara dai tempi diversi

By: Sara Mariotta

Il MOT, Maira Occitan Trail, è “una gara dai tempi diversi”, come indica il claim stesso dell’evento. Un trail atipico che attraversa la Valle Maira, ricca di paesaggi incontaminati e tradizioni affascinanti. Una gara non convenzionale nella sua stessa struttura e e nella sua filosofia.

Abbiamo intervistato uno dei suoi fondatori e organizzatori, Fabrizio Giai, approfondendo insieme le motivazioni, la mission e le curiosità che circondano questo evento.

Maira Occitan Trail

Come e perché nasce il MOT?

Il MOT nasce con l’intento di far scoprire il territorio della Valle Maira in tutte le sue sfaccettature, attraverso una modalità differente da quella utilizzata dal solito turista. Una gara di trail running che permette di coinvolgere chi abita la valle, i produttori e chi fa turismo, in un’unione di forze e di visioni. Non solo sport e competizione dunque, ma soprattutto scoperta del territorio, da vivere giorno per giorno, assaporandolo con la dovuta calma e attenzione.

A proposito di calma, il sottotitolo del MOT è appunto “Una gara dai tempi diversi”. Spiegaci meglio il vostro claim. Nel mondo frenetico in cui siamo immersi, un invito a decelerare è decisamente singolare.

“Una gara dai tempi diversi” è il motto che riassume la filosofia che anima il Maira Occitan Trail. Si tratta ovviamente di una competizione e quindi vince chi arriva primo, ma l’invito che arriva da questo claim è di correre sì, ma cercando di alzare lo sguardo e ammirare quello che sta attorno vivendosi l’esperienza della presenza di sé in questo contesto territoriale di pregio. Sì perché il paesaggio è quello della Valle Maira, una delle valli più selvagge delle Alpi, dove il tempo sembra essersi fermato, dove la Natura la fa da padrona. “È un privilegio correre qui” ha commentato Jacopo, un runner che ha corso l’edizione MOT 2023. I “tempi diversi” sono innanzitutto quelli della gara regina, la 3×50, che attraversa tutta la valle da un versante all’altro e che si sviluppa su tre giornate. Correre per più giorni è molto diverso da farlo in una sola giornata, quando in poche ore si esaurisce tutto: lo sforzo, la concentrazione e anche lo spettacolo. Il fatto di correre una gara a tappe comporta sicuramente un allenamento diverso e anche delle emozioni differenti. Permette inoltre di conoscere il luogo dove ci si trova, fermandosi ogni sera con i propri compagni, condividendo fatiche e conquiste, per poi ricominciare il mattino successivo. “Tempi diversi” sono anche quelli delle 3 gare che compongono MOT nel suo insieme: non solo la lunga, la 3×50, ma anche la Meja 42km e la Viol 19km, ognuna con la sua precisa identità.

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Come ci hai appena detto, le gare sono più di una e quello del MOT è un percorso itinerante, che attraversa tutti i comuni della Val Maira. È un progetto enorme che fa della valorizzazione del territorio la sua missione. Raccontaci quali sono le motivazioni dietro a queste scelte e come avete deciso di declinarle.

Esattamente, la missione del Consorzio Turistico Valle Maira, che organizza il Maira Occitan Trail, è proprio quella di valorizzare tutto il territorio della Valle Maira, in tutta la sua varietà e complessità. Per questo si è deciso di sviluppare una gara di trail running sul tracciato dei Percorsi Occitani, il cosiddetto cammino della valle Maira, che la attraversa da un versante all’altro, toccandone tutti i comuni. Questo perché ogni area di questo territorio ha una sua specificità e per un corridore passare dai boschi di castagni della bassa Valle alle radure a mezza quota, fino ai colli oltre i 2mila metri, al cospetto di montagne iconiche come il Chersogno, il Pelvo d’Elva e Rocca La Meja, è un viaggio, un’esperienza che lascia il segno. Inoltre la formula itinerante ci permette di coinvolgere le diverse realtà di valle, quali i produttori, le locande, tutti coloro che lavorano attivamente per conservare questo territorio.

Ecco, a proposito di questa formula itinerante. Tipiche di questa valle sono le locande occitane. Illustraci cosa sono queste “guest house” alternative e come le avete coinvolte nel vostro trail, che porta nel nome stesso la parola “occitano”.

Locanda Occitana è una definizione che contraddistingue le strutture ricettive della valle: non sono alberghi, ma perlopiù piccole strutture con non più di 30 posti letto, che spesso si trovano all’interno di vecchi edifici ristrutturati nel rispetto dell’ambiente e del contesto storico-culturale, con una cucina e un’enogastronomia di qualità. Luoghi dove sentirsi accolti, coccolati, soprattutto dopo giornate impegnative come quelle del trail. Sono le locande inoltre a fornirci il cibo per i ristori intermedi e di fine tappa. Consideriamo un “fiore all’occhiello” della gara il fatto di offrire cibo di qualità, prodotti locali a km zero.

Sicuramente la valorizzazione enogastronomica locale è un grande punto di forza, soprattutto adesso che anche i turisti ricercano molto esperienze di questo tipo. Ma al di là del turismo occasionale, a chi è rivolto il MOT?

Il MOT è rivolto a tutte/i coloro che amano correre in montagna, in un contesto autentico, lontano dalla massa, in un periodo dell’anno in cui la natura si trasforma, in cui si possono apprezzare i silenzi, i colori e i suoni di un ambiente che ancora si può definire “selvatico”. Inoltre ci rivolgiamo a chi ancora non conosce questi luoghi e desidera scoprirli in questo modo, prendendosi il tempo, oltre alla pura e semplice competizione, per viverli, conoscerli, e sentirsene parte.

Dronero

Qual è l’obiettivo a lungo termine del MOT? Possiamo quindi dire che uno dei vostri goal è la costruzione di una community che si senta in qualche modo parte di questa valle?

Siamo alla terza edizione, il MOT sta crescendo e si sta affermando come una gara apprezzata. Diversi runner che avevano partecipato all’edizione del 2022 sono tornati, hanno deciso di rifarla, per godersela ancora di più. Percepiamo che si sta creando una vera e propria comunità, che comprende non solo con chi corre, ma anche accompagnatori, organizzatori, volontari, persone che credono in questo progetto e dedicano il proprio tempo e le proprie energie perché prosegua, cresca e non perda la propria filosofia, la propria anima. Solo con l’aiuto di tutte queste persone si riesce a realizzare un evento simile, che l’anno scorso, nella sua giornata centrale, quella in cui si incrociano le 3 gare, ha portato oltre 600 persone all’interno del village di Marmora, a conferma del suo apprezzamento via via in crescita.

Tempi diversi allora, e forse tempi giusti, per imparare a godere dell’ambiente, del paesaggio e di tutto quello che ciò che ci circonda è in grado di offrirci, al di là della mera competizione. Valorizzazione territoriale, natura, tradizione e comunità: ecco il MOT.