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Marion Haerty vince per la quarta volta il Freeride World Tour

By Riccardo Zanirato

Photo JBernard Noah Wallace

Marion Haerty è la prima freerider a conquistare 4 volte il Freeride World Tour.  “The game has changed.” Quattro titoli. Un risultato mai visto prima!

Potresti descriverti in 3 parole?

Se dovessi descrivermi in tre parole ti direi: appassionata, audace e non saprei cos’altro!

 

Tuo fratello maggiore ti ha introdotto al mondo del freestyle, cos’è che ti ha attratto al punto da costruirci una carriera?

Con mio fratello trascorrevamo ogni fine settimana nel resort e passavo molto tempo all’aperto con i miei amici, era davvero divertente stare tra di noi in montagna ed è per questo che quell’anno ho chiesto ai miei genitori di regalarmi uno snowboard per Natale. È stato “l’inizio di qualcosa” per me, mi sono davvero appassionata a questo sport e ho iniziato ufficialmente le competizioni intorno ai 14 anni, è stato l’inizio di quella che ora è “una grande storia”.

 

Oggi sei senza dubbio una delle più forti freerider al mondo, cosa significa per te il freeride?

Il freeride, per me, è il punto d’incontro tra la tua creatività e la natura. Significa anche libertà perché puoi esprimere te stesso senza l’aiuto di altre persone, sei solo tu e le montagne. Puoi scegliere dove vuoi andare e dove vuoi snowboardare, il che penso sia magico.

Pensi che nel 2021 lo snowboard femminile sia ancora sottovalutato?

Non credo anche perché abbiamo avuto una buona evoluzione nel dare spazio alle donne in questo sport. Sicuramente ci sono meno competizioni femminili, ma se guardiamo nei negozi di abbigliamento sportivo metà è femminile e metà maschile, quindi penso che siamo sulla buona strada per dare il giusto spazio alle ragazze.

 

Hai iniziato con il cross, poi il freestyle e ora l’adrenalina delle montagne incontaminate, possiamo parlare di un’evoluzione? O sei stata attratta da qualcosa che ti ha spinto a cambiare?

Penso sia stata una bella esperienza aver partecipato a vari circuiti come la Open Cup e World Cup. È stato utilissimo ma, allo stesso tempo, è stata davvero dura stare ad alti livelli all’interno magari della federazione nazionale, anche perché c’erano molti problemi economici. Per me era un rischio rimanere nella squadra nazionale, ma con il freeride è possibile essere più liberi in tutto. Hai il tuo programma, il tuo team e hai la tua azienda. L’unico pilota sei tu, devi organizzare tutto da solo, ed è per questo che mi piace!

 

Il Freeride World Tour è nato solo nel 2008 e tu hai già vinto quattro edizioni, com’è stato fino ad ora?

Penso che sia stato proprio il Freeride Tour ad avermi dato la possibilità di esprimermi al meglio nelle mie linee. Da allora, circa cinque anni fa, tutto è cambiato.

 

Pensi che il freestyle ti abbia aiutato nelle tue linee di freeride? Il tuo trick preferito?

Penso sia davvero utile avere alcuni trick di freestyle alle mie spalle perché è più facile prendere aria…credo. È davvero difficile imparare un trick per la prima volta nel freeride e questa è tutt’ora la mia sfida, ci sto ancora lavorando su, ma voglio chiudere un Backflip 360. Nelle competizioni è davvero difficile ottenere un buon salto ma sto cercando di guardare ed imparare dai ragazzi.

 

Lo sport in generale comporta l’assunzione di rischi, nel tuo caso non sono mai banali, come riesci a distinguere una situazione rischiosa da un pericolo reale?

Innanzitutto, si tratta di lavorare sulla sicurezza ogni giorno e assicurarsi di avere una buona attrezzatura. Inoltre è una filosofia di vita, si accetta il rischio. Preferisco stare fuori tutti i giorni che stare in ufficio a fare qualcosa che non mi piace. Scelgo di stare sullo snowboard con gli amici e di vivere liberamente.

Qual è il tuo setup? La tavola è importante come anche il giusto abbigliamento outdoor. Tu usi prodotti The North Face, quali hai scelto, perché e come ti sei trovata?

Mi piace molto la giacca Brigandine perché ha la nuova tecnologia “Futurelight”. È davvero bella da indossare, impermeabile, buona contro il vento e mi piace la flessibilità del tessuto. Quando sei in cima alle montagne è molto importante avere una buona attrezzatura e devi essere sicuro di quello che indossi, con The North Face non ho problemi. Mi piace tanto la forma dei capi e sono felice che il team del marketing mi chieda di esprimere le mie opinioni ogni anno: è bello aiutare a realizzare prodotti sempre migliori. Sono super felice di avere The North Face come sponsor, mi aiutano a migliorare me stessa nella mia carriera e posso esplorare ancora di più nel freeride grazie a loro. Sono grata per l’opportunità di esprimere il mio modo di vivere questo sport ogni giorno.

 

Studiare la discesa, la pendenza, trovare la linea perfetta, qual è l’aspetto più emozionante di questo sport? 

Penso che la parte più divertente sia creare la propria linea e, alla fine, sentire le emozioni con le montagne. Si tratta della libertà, ma si ha anche questo legame con la montagna e con la natura. La bellezza di una linea è qualcosa che attrae la tua anima, non si tratta di performance, della pendenza, del tuo genere o di chi c’è stato prima, si tratta solo della magia e di ciò che la montagna ti dà per esprimere te stesso.

 

La pandemia ha fermato gli impianti di risalita e ha incoraggiato molte persone a dedicarsi all’alpinismo e al freeride, cosa ne pensi? Potrebbe essere il punto di svolta per un maggiore apprezzamento della natura incontaminata o la massificazione di uno sport meno praticato?

Penso che in questo periodo dell’inverno per molti è stato complesso dover tutto di colpo affrontare le montagne con le proprie gambe. Devi essere in buona salute e avere un corpo forte. Quest’anno per me si è trattato più che altro di esplorare il mio “giardino”. Tutto di colpo scopri un diverso tipo di inverno ed è stato davvero bello stare a casa ed esplorare un nuovo tipo di terreno. Non posso lamentarmi, ma tutto questo ha reso più difficile essere pronti per le competizioni. Ho bisogno di scendere molto per avere le gambe pronte per la giornata della gara, ma quest’inverno riguardava per tutti alla fine affrontare delle nuove opportunità.

 

Come ti vedi tra 5 anni?

Vorrei programmare la mia vita con cinque anni di anticipo, ma sono abbastanza sicura che starò ancora sullo snowboard, continuerò a fare gare o forse insegnerò ad andare in snowboard ai miei figli.

 

Cosa diresti alla te stessa di 10 anni fa?

Penso di essere fiduciosa, coraggiosa e appassionata. Di avere fiducia nella vita perché c’è magia intorno a te e se credi in te stessa e hai fiducia nell’universo, puoi andare più lontano di quanto sogni.

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