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Nailé Meignan Intervista

Per andare a intervistare Nailé, mi sono dovuta accordare con il suo papà. Sì perché Nailé ha solo 15 anni, e una carriera da climber promettente davanti a sé. Così un bel sabato mattina sono partita attraversando i pascoli e i villaggi del massiccio dei Bauges, tra Annecy e Chambéry, nelle alpi francesi, per raggiungere la casa della famiglia Meignan, dove vive “la piccola”. Non sapevo bene cosa aspettarmi, e l’intervista si è rivelata una piacevole chiacchierata con una ragazza dai riccioli biondi, che mi ha accolto sorridente nel cortile di casa, tra un gatto e l’altro, e ha iniziato a rispondere alle mie domande:

Nailé, presentati.
Allora…mi chiamo Nailé Meignan, ho 15 anni, sono nata il 18 dicembre 2003 a Chambéry, e ho sempre vissuto qui. Prima con tutta la famiglia abitavamo ancora più in montagna, ma poi abbiamo deciso di avvicinarci un pochino alla città per essere più comodi, soprattutto con gli allenamenti. In famiglia siamo cinque fratelli: due fratelli e due sorelle più grandi di me, quindi sono la più piccolina. Mamma era campionessa di judo e papà è guida alpina.

A quando risalgono i tuoi primi ricordi di arrampicata?
Arrampichiamo tutti da quando siamo piccoli. Siamo sempre andati ad arrampicare in famiglia, durante le vacanze, o nei weekend, tutti assieme. L’estate partivamo in camper, per due mesi, e andavamo a scalare in Spagna, in Grecia, o qui in Francia.

E quando hai iniziato le gare?
Ho iniziato molto presto, con delle garette che si tenevano qui a Chambery: ad esempio le Petit Duc, che era anche divertente perché era a squadre, eravamo piccoli e la competizione comprendeva l’arrampicata di difficoltà, velocità e blocchi… ma poi anche dei percorsi da fare, dei salti… Avevo 8 anni. Poi ho iniziato a partecipare alla Coupe de France, e mi sono accorta di gara in gara che, beh, andavo abbastanza bene. Spesso vincevo, e quindi voilà. Sono in Equipe de France da due anni.

Mi fa sorridere come racconta la sua giovane carriera, senza dubbio notevole, con la disinvoltura di chi fa qualcosa naturalmente. Sembra che per Nailé sia normale avere il livello che ha. Per farvi capire, la ragazza a 9 anni ha fatto il suo primo 7c+. A 12 anni passeggiava su un 8c. Due volte vincitrice ai Campionati giovanili europei di Boulder nel 2017 e 2018, e lo stesso anni seconda alla Coppa di Mondo, sempre Boulder, sempre giovanile.

La storia in effetti cambia un po’ da quando sono entrata nella categoria Minimes (13-15 anni ndr) dalla quale hai accesso alle competizioni internazionali. Ora sono passata alla categoria Cadets (16-17), e dunque posso anche partecipare anche ai campionati senior.

E nel mondo dei grandi Nailé ci è entrata parecchio convinta. È proprio alla sua prima volta ai campionati francesi di Boulder dello scorso marzo che la signorina si è guadagnata niente meno che secondo posto. Eppure adesso siamo qui, a chiacchierare tranquillamente delle sue giornate di quindicenne impegnata. Per quanto riguarda la scuola, Nailé frequenta una scuola speciale per ragazzi che come lei hanno delle attività parallele, che siano sport, danza, o musica.

Tre mezze giornate a settimana, sono libere sì per allenarsi, ma anche per uscire con i compagni di classe.
La cosa bella è che i miei compagni hanno tutti degli impegni oltre la scuola, un po’ come me, quindi ci capiamo, abbiamo lo stesso stile di vita. Quando usciamo non parliamo tanto di sport… andiamo in centro, mangiamo qualcosa, andiamo al cinema. Il mio film preferito? Inception. E la musica… la musica… a me piace la tecno!”.

Quando sei sulle competizioni com’è il clima?
Io penso che la competizione abbia diversi momenti: cambia molto da quando sono seduta ad aspettare il mio turno, rispetto ai giorni attorno alle gare. Perché quando arrivi il giorno prima, e sei insieme a tutti gli altri, non c’è competizione. Ci divertiamo con gli altri, conosciamo persone di altre nazionalità. Per esempio c’è una ragazza austriaca, Laura Ammer, con la quale mi ritrovo ogni volta e mi fa molto piacere. All’inizio avevo un po’ paura che ci fosse molta competizione e invece no. È un bell’ambiente. E poi viaggio, riesco a vedere un po’ i posti in cui gareggio: Italia, Austria, ma anche Cina, Giappone, Russia…

Dove ti piacerebbe viaggiare, al di là delle competizioni?
Mi piacerebbe andare a Flatanger, in Norvegia… e poi a Rocklands, in Sud Africa. Perché sono dei luoghi che mi attirano, di cui tutti mi parlano, e ho troppa voglia di andarci.

Quali sono le competizioni più importanti per te ora?
Mah sicuramente la Coppa del Mondo Giovani è la più dura, perché il livello è veramente alto e ed è difficile competere. E in più è ad Agosto, il che significa allenarsi tutta l’estate, e d’estate spesso hai più voglia di stare con i tuoi amici e andare al lago, piuttosto che allenarti… e poi quando finalmente a settembre puoi riposarti, beh, riprende la scuola, e questo è un po’ noioso… ma va bene così, fa parte del gioco!

Qual è il migliore momento che mette insieme la tua vita di ragazza di quindici anni e atleta di alto livello?
Io credo che… i migliori momenti sono quando con gli amici a scalare, quando ridiamo insieme e ci divertiamo. Quando non c’è tensione. Questo mi fa stare bene. Mi piace molto. Ma anche essere soddisfatta per un buon allenamento, mi fa sentire bene. Perché so di aver dato il massimo. L’ho voluta lasciare così, a pensare ai momenti migliori di una vita certamente piena di sacrifici, ma che tutto sommato non pesano così tanto quando segui la tua passione, sei giovane e riesci a vivere tutto con leggerezza… che nell’arrampicata, poi, la leggerezza, aiuta!

Io credo che… i migliori momenti sono quando con gli amici a scalare, quando ridiamo insieme e ci divertiamo. Quando non c’è tensione. Questo mi fa stare bene.

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