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Nnormal Tomir 2.0 Test Review by The Pill

C’è questa idea, tutta europea e dovuta ad anni di cattiva letteratura, secondo cui ad una scarpa leggera serva un corridore veloce. Così, siccome di corridori veloci non ne girano molti, anche aziende nate con tutt’altra vocazione e che puntavano dichiaratamente a creare scarpe leggere, reattive, tecniche, e che in altri anni avremmo definito minimaliste, si sono trovate ad accostare al loro modello più alto, forse più per necessità che per volontà, una versione più nazional popolare, inclusiva, trasversale, che potesse sostenere il brand durante il suo tentativo di fare, altrove, vero sviluppo. Questa, in buona sostanza, la ragione con cui era nata Tomir: almeno la prima.

Nnormal Tomir 2.0

E così effettivamente è successo: i corridori più coraggiosi, e autoproclamati più veloci, si sono gettati su Kjerag – che è oggettivamente una delle due, al massimo tre scarpe migliori uscite negli ultimi cinque anni – mentre tutti gli altri, comunque attratti dal magnetismo di Kilian e dalla curiosità del questo nuovo progetto, si sono accontentati – si può dire? – di Tomir.

Nnormal Tomir 2.0

Cos’era Tomir 1.0?

Riassunto per gli assenti: 284 grammi di scarpa nella taglia 42 2/3, 8 millimetri di drop, stack da terra di 31 millimetri sul tallone e 23 sull’anteriore, suola in Vibram Megagrip Litebase con disegno standard sviluppato da Vibram (al contrario di Kjerag, che ha una suola disegnata ad hoc, e in effetti molto più leggera ed efficace), soletta interna (Kjerag non ce l’ha), tomaia molto resistente, leggera in termini di peso ma abbastanza rigida e per niente elasticizzata, ma soprattutto, schiuma a bassa densità in Etilene Vinil Acetato 50, EVA per gli amici. Il risultato era una scarpa che riusciva a unire un peso molto contenuto rispetto al suo segmento di mercato: non era una scarpa leggera, ma per essere una scarpa strutturata, protettiva, adatta alla montagna, per corridori abbastanza pesanti, era relativamente leggera, e quindi in linea con gli ormai decennali propositi di Kilian, che hanno sempre ruotato attorno al peso.

Nnormal Tomir 2.0

Se Kjerag era una scarpa nata con l’obiettivo di essere tecnica, adatta ai terreni tecnici (obiettivo del tutto raggiunto), ma, per volere della sorte e di un ottimo designer, si ritrovava inaspettatamente a suo agio anche su asfalto, strade bianche, terreni secchi, rocciosi, umidi e fangosi. Tomir – e questo vale sia per la prima versione che per la seconda, di cui adesso parleremo – è una scarpa che trova il suo terreno ideale nei duri, tecnici e soprattutto lenti sentieri di montagna.

Nnormal Tomir 2.0

Cos’è cambiato?

All’occhio, niente. Tomir 2.0 è il perfetto esempio di come le intenzioni al momento della progettazione possano essere riviste una volta lanciato il prodotto sul mercato. Lanciando i primi due modelli si è visto che la risposta dei corridori a Kjerag, che inizialmente sembrava adatta a pochi, era stata molto positiva grazie soprattutto al materiale con cui era stata sviluppata l’intersuola, capace – come scriviamo in tutte le recensioni, ma questa volta davvero – di unire leggerezza, risposta un’incredibile durabilità e una discreta ammortizzazione. Discreta non tanto per le proprietà del materiale, ma per la quantità di materiale utilizzato e in generale per la costruzione di Kjerag, di per sé gran poco protettiva. Al contrario, la risposta di Tomir 1.0 era stata più sonnecchiante: la scarpa funzionava, non aveva grossi difetti, ma restava imparagonabile a Kjerag.

Nnormal Tomir 2.0
Nnormal Tomir 2.0

Da questo nasce Tomir 2.0: prendere tutto quello che funzionava della prima versione (disegno, struttura, tomaia, suola) e unirlo alla cosa che più funzionava di Kjerag, e cioè l’intersuola EExpure supercritical foam. Tutto senza ridisegnare la scarpa, senza grandi sensazionalismi, senza accondiscendere troppo alle necessità di un mercato che cerca di volta in volta il prodotto completamente nuovo, più per una bulimia visiva che per altro. Nnormal ha cambiato la sostanza della scarpa, principalmente l’intersuola, e ha lasciato invariato tutto il resto.

Ci sono altre piccole modifiche, che vale la pena indicare: guardando la prima e la seconda versione una accanto all’altra si potrebbe notare che la curva dell’intersuola, il cosiddetto rocker, della seconda versione è più spostato verso il mesopiede. La scarpa è leggermente più curva e rotonda, e dovrebbe favorire un po’ di più la rotazione della scarpa sul terreno durante la fase di appoggio. Nel frattempo, Vibram ha introdotto nelle sue suole i traction lugs, ossia delle micro caratteristiche – così si legge sul sito di Vibram – che, stando ai dati comunicati dall’azienda, dovrebbero aumentare la trazione (in laboratorio) del 25%. In buona sostanza si tratta di una maggior “rugosità” del tassello, che aumenterebbe la superficie di contatto della suola al terreno. Il peso della seconda versione, sulla bilancia, si alza di 4 grammi rispetto alla prima, una differenza ovviamente impercettibile al piede, dove invece si sente molto di più la miglior risposta dell’intersuola.

Cosa succede a Tomir 1.0?

Niente, resta sul mercato ma a un prezzo più basso rispetto alla Tomir 2.0, che l’azienda stessa dichiara essere stata migliorata rispetto alla prima.

Nnormal Tomir 2.0