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Norcha Race: “Never say no to adventure”

Profumo di aeroporto, panini caldi con Jamón ibérico e brioche. Due chiacchiere veloci, ed eccoci di nuovo in viaggio, destinazione: Bragança. Interminabili foreste di conifere, piccole strade di campagna, ampi fiumi che si intersecano nei canyon, qualche casa sparsa qua e là, un vento caldo e colline brulle che sconfinano verso l’orizzonte. Ecco come ci accoglie il Portogallo. 

Perché siamo qui? Per la Norcha Race, una “adventure race” multi-sport con 18 team che in massimo 4 giorni dovranno viaggiare per una distanza approssimativa di 450-500km. Dal trekking alla corsa, mountain bike, sup, nuoto, kayak, orienteering e molto altro, questa gara ci farà capire il verso significato di avventura! La distanza da percorrere non è definita perché varia a seconda delle scelte che ogni team farà, ci sono più strade per arrivare ad ogni check point, alcune più lunghe, altre più ripide e corte, e questo cambierà di molto ciò che ogni racer dovrà affrontare. Se vi steste chiedendo se sono previste delle pause la risposta è: no stop! 

Un mix molto vario ed internazionale di team è arrivato così a Bragança, la piccola città dalla quale in meno di 24 ore partirà la gara. Ci troviamo nel Nord del Portogallo, proprio nella regione Tràs os Montes, la terra tra le colline.

7:00 am, è già tempo di partire! Ci dirigiamo verso la partenza. Ancora nessuno sa il percorso gara e dopo l’ultimo check si preparano tutti sulla linea di partenza: 3, 2, 1, mappe alla mano e via.

Dopo alcuni kilometri di corsa il primo check point è stato completato e ne mancano molti altri. Ora si parte per i primi 60km in bici attraverso il Montesinho National Park, detto anche Terra Fria, la terra fredda. In breve tempo ci ritroviamo in mezzo a sconfinati prati e migliaia di castagni ed ulivi, lunghe strade sterrate e quel profumo nell’aria che ti ricorda qualcosa di antico. Udiamo in lontananza dei rumori e scorgiamo grandi nuvoloni di polvere, pochi secondi dopo a gran velocità scorgiamo i primi team. Pedalata dopo pedalata, il territorio intorno a noi cambia in una foresta più fitta, ricolma di querce lungo il crinale di una piccola montagna. Arriviamo a Vinhais, il primo transition point.

“Il dislivello di 1659m si fatto sentire…però forse la parte più dura sarà adesso. 47km di trekking, di notte, sotto la pioggia”. 

Alziamo tutti la testa verso il cielo. Nuvole scure, squarciate dai primi lampi. Nessuno di noi vorrebbe essere al loro posto. 

La mattina seguente, ammirando un’alba che si porterà via tutto il brutto tempo, scopriamo i primi danni della tempesta e dell’oscurità. Il primo caso di ipotermia, alcune strade sbagliate e tanti, tanti visi stremati, d’altronde 1951m di dislivello sotto una tempesta non sono per tutti. Il trekking e tutte le sue difficoltà finiscono lungo le sponde del lago Azibo: è tempo di un po’ di kayak! Scorgiamo alcune scarpe fradice e alcuni team cercare i primi vestiti asciutti. Tra chi cerca ristoro con delle creme e chi beve il primo dei tanti gel alla caffeina, dopo la perlustrazione del lago li vediamo ripartire in bici verso Macedo. Li ritroveremo a riposarsi sotto un monumento ai caduti, stravolti dalla stanchezza.

77km di bici e un bel sole che scalda, attraverso delle valli ricche di vegetazione, canyon scavati nella roccia e architetture romane. Ci dirigiamo verso Est, lungo il fiume Douro, che segna il confine con la Spagna. Le prime luci iniziano a calare. Ammiriamo il tramonto scomparire lungo la linea delle montagne e attendiamo. Tra le tenebre e, nel silenzio più totale, scorgiamo le prime luci scendere verso di noi. Se prima la visibilità non era ottima, ora basta muoversi di pochi metri per capire che sarà più complicato del previsto raggiungere le canoe poste sul fondo della valle. I primi team si avviano nel buio della foresta, ma in breve tempo continuiamo a vederli salire e scendere. Non trovano la via. Se orientarsi alla luce, in un luogo sconosciuto, con la stanchezza e qualche dolore, può risultare complicato, durante la notte è una vera impresa.

Andranno avanti così per ore. La notte passa. Il sole sta per sorgere e i primi team spuntano dal canyon del Douro National Park. 

A vederli dallalto questi corsi dacqua ricordano proprio i fiordi norvegesi.”

Nelle ultime ore ci sono stati tanti cambiamenti, ma i team non si sono fermati e, dopo le ultime rapide discese e alcuni attraversamenti fluviali, li scorgiamo con un sup lungo il fiume Tua. Ultimi 100m ed ecco il team che dall’inizio gara non ha mai lasciato la prima posizione: Alpha Dental. La vittoria va a loro e finalmente li vediamo distendersi e riposarsi. Gambe piene di tagli e labbra arse dagli sbalzi termici. Visi stravolti, ma felici.

Si conclude così la nostra esperienza in Portogallo nella Tràs os Montes. Tra splendidi paesaggi, magici tramonti e tanta fatica, con un ricordo profondamente radicato nel nostro cuore: “Nunca dizer não a uma aventura” / “Non dire mai di no ad un’avventura” 

Puoi trovare questa e molte altre storie su The Pill Outdoor Journal 49