Ortovox Safety Academy

Ortovox Safety Academy: perché è importante partecipare

By: Evi Garbolino

Recentemente, lo scialpinismo e il freeride hanno registrato un aumento di appassionati sempre più attratti dall’alta quota e dal fuoripista. Questi sport offrono spazio per la crescita personale e l’esplorazione, ma richiedono una conoscenza specifica del materiale di sicurezza e una gestione responsabile dei rischi legati al contesto in cui ci si muove.

Ortovox Safety Academy, in collaborazione con le guide alpine certificate UIAGM, ha portato in tutto il territorio alpino un ciclo di appuntamenti dedicati alla sicurezza in ambiente alpino che abbiamo vissuto e che vi raccontiamo qui.

Ortovox Safety Academy
Ortovox Safety Academy: di cosa si tratta?

Moduli didattici della durata di uno, due o tre giorni di formazione dedicati agli appassionati di scialpinismo: i nuovi Ortovox Traininge Tour&Training, proposti nelle formule Basic e Advanced sono realizzati in collaborazione con Guide Alpine certificate UIAGM. Una campagna di formazione alla sicurezza in montagna che Ortovox porta avanti ormai dal 2008 con il supporto di esperti in materia di sicurezza, nel comune obiettivo di sensibilizzare e preparare gli sciatori attraverso corsi teorici e moduli formativi sul campo.

La strategia di Ortovox alza decisamente il livello della didattica dei classici atelier formativi: a disposizione non solo materiale cartaceo in formato tascabile di grande completezza, ma anche video didattici, interviste agli esperti, oltre a strumenti realizzati ad hoc (come il 3D Berg SAM) perfetti per rendere accattivanti le informazioni e immediatamente comprensibili le nozioni più tecniche. In particolare durante le giornate di Ortovox Safety Academy, la prima parte teorica e qualche esercitazione pratica in un campo ARTVA, è seguita da un’uscita in ambiente con in una vera e propria escursione. Lì, con un breve itinerario fra pendii e difficoltà tecniche contenute, i partecipanti potranno osservare da vicino i potenziali fattori di rischio, prendere confidenza con il fuoripista e soprattutto, acquisire consapevolezza della reale complessità degli aspetti di valutazione. Ultimo aspetto non trascurabile, il fatto di potersi mettere alla prova sotto la supervisione di esperti della sicurezza, ricevendo immediati feedback per migliorare.

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Valle del Gran San Bernardo, Step 1 – Training

L’appuntamento con le guide alpine di Peakshunter Mountain Guides, nuovo ambassador regionale Ortovox, è in Valle del Gran San Bernardo, mecca del freeride e dello scialpinismo valdostano. Un campo di ricerca A.R.T.VA è stato realizzato per l’occasione a due passi dagli impianti di risalita e dal comprensorio sciistico di Crevacol. Ma prima della pratica sul campo, un po’ di teoria con le slide del Lab Snow per affrontare i principi fondamentali della gestione del rischio valanghe.

Avrete sicuramente sentito parlare della curva di sopravvivenza – spiega Elis – ma forse pochi sanno che dopo 15 minuti tale curva si abbassa in modo esponenziale: è in questo lasso di tempo a disposizione che è necessario agire! Mantenere la calma è molto difficile in queste situazioni, anche per i più esperti. Quando avviene il distacco da un pendio, spesso i travolti sono ancora vivi e l’intervento di autosoccorso è essenziale perché gli stessi vengano trovati e portati in salvo.

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Ci spostiamo poi in località Crévacol e divisi in piccoli gruppi iniziamo la prova di ricerca; capiamo subito che tra il dire e il fare c’è una bella differenza! Nonostante il terreno della ricerca sia un campo costruito artificialmente, senza pendenza e con aspetto omogeneo, la recente nevicata ha reso il manto nevoso morbido ma discontinuo: capita di affondare, correre è difficoltoso, mentre la fatica rende complicata la ricerca.

Ci spostiamo lungo le greche di 20 metri indicate dai display, senza perdere la concentrazione. Che emozione agganciare il segnale e sentire che la distanza diminuisce! Riduciamo la velocità e ci avviciniamo al terreno fino al punto presunto di seppellimento. Lasciamo spazio ai compagni di squadra che hanno già estratto e montato la sonda per iniziare a esplorare il terreno. Trovato! La sonda segna circa 90 cm: probabilmente siamo proprio sopra il nostro travolto.

Le guide spiegano che in questi casi la cosa migliore è lasciare la sonda dove si trova senza spostarla, indietreggiando per una distanza di circa 1,5 volte la profondità di seppellimento in modo da non aggiungere ulteriore peso sopra la vittima per poi procedere allo scavo. Abbiamo a disposizione una pala Pro Alu III allungabile, trasformabile in modalità zappa all’occorrenza. Dopo 12 minuti individuiamo il disperso, ma dobbiamo ancora scavare!

Ci rendiamo conto che il tempo scorre davvero rapidamente in queste situazioni e che la nostra curva di sopravvivenza è già in picchiata.

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Passano altri 11 minuti. In media ci vogliono dai 9 a 12 minuti per scavare un metro di neve fresca. I miei compagni si danno il cambio in modo da preservare le forze. Ci siamo! Sono trascorsi 23 minuti e siamo esausti, tutti e tre. Chissà se in una situazione reale saremmo stati in grado di agire, ma una cosa è certa: ci abbiamo messo troppo tempo per trovare la posizione minima e iniziare il sondaggio. Elis e Claudio ci spiegano che l’unico modo per imparare a gestire al meglio la ricerca è la pratica, tanta pratica. Ok Ecco perché i corsi Ortovox non prevedono solo una parte diTraining” ma lasciano spazio anche al “Tour”, per una simulazione più veritiera.

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Step 2 – Tour

L’indomani la partenza è dal piazzale di Crévacol in direzione Gran Créton (3.000 mslm), sempre nella Valle del Gran San Bernardo.
Prima di mettere gli sci controlliamo il bollettino valanghe facendo le nostre valutazioni e scambiando qualche riflessione a voce alta. Rischio 3 marcato su 5, che le Guide Alpine spiegano essere dove avviene il più alto numero di incidenti. Verifichiamo poi che tutti abbiano con sé il materiale di emergenza personale ed effettuiamo il group check prima di partire. Ci addentriamo nel bosco che conduce verso il Col Serena, notando che la neve è polverosa e che il rischio di valanghe, seppur presente, è minimo. È qui che Elis ci spiega come riconoscere la pendenza del terreno con l’uso dei nostri bastoncini (trucchi del mestiere!). Sopra i 30° il rischio di distacco si alza. Prima di uscire dal bosco, troviamo un punto in cui la stratificazione nevosa è ben visibile: Claudio ne approfitta per mostrarci i diversi tipi di neve in strati sovrapposti, dopo le precedenti nevicate.

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Proseguiamo verso pendii più aperti e analizziamo insieme l’azione del vento. La neve cambia ed effettivamente si nota! Lo scricchiolio sotto gli sci e la crosta sono due segnali ben riconoscibili. Ci fermiamo sopra alcune baite e la guida ci fa notare la presenza di numerosi distacchi lungo i pendii più ripidi. Sono principalmente valanghe a debole coesione, dovute alla pendenza. Una volta in cima togliamo le pelli e ci apprestiamo alla discesa. La bella polvere della scorsa nevicata scaccia tutti i pensieri e l’adrenalina sale! Elis e Claudio ci fermano: ci segnalano i cambiamenti di pendenza del terreno e indicano la neve. In effetti, per quanto la situazione sembri innocua i pericoli concreti esistono, non li avevamo notati. “Per quanto ci si diverta, il livello di attenzione va mantenuto anche durante la discesa. Mai tutti insieme e sempre lucidi nella valutazione”.

La gita è conclusa, il corso no. Insieme guardiamo alcune interviste nella sezione Lab Snow del sito di Ortovox, con alcune testimonianze di coinvolti in valanga.

Ritorno a casa con un bagaglio di esperienza importante che questo weekend formativo mi ha regalato, insieme ad una grande consapevolezza: le nozioni teoriche di base non sono sufficienti per sostituire una formazione completa sul primo soccorso. Ogni sportivo dovrebbe esercitarsi durante un corso che preveda l’insegnamento dell’uso corretto del dispositivo di ricerca e delle tecniche di primo soccorso. Lo scialpinismo è uno sport accattivante che permette di entrare a contatto con la natura ad un livello di percezione (e di rischio!) superiore. Permette di raggiungere luoghi selvaggi e spazi ancora inesplorati, scacciando i pensieri della frenesia del nostro tempo, ma allo stesso tempo può condurci in situazioni di pericolo. Per questo, essere preparati e essere consapevoli è indispensabile almeno quanto essere allenati all’intervento nei modi e tempi determinanti per garantire la sopravvivenza in caso di valanga.

La prevenzione è sicuramente il miglior modo per proteggersi ed i corsi Ortovox, grazie al supporto e alla professionalità delle guide alpine, sono un’occasione di crescita e allenamento alla portata di tutti.

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