Image Alt

Scarpa Experience in terra ampezzana

Text by Ivana Coronet

“No place too far”

È con questo motto che ha avuto inizio “Scarpa Experience” in terra ampezzana. Ospite in uno degli scenari più affascinanti delle Dolomiti ho trascorso sui monti di Cortina una inaspettata esperienza in ottima compagnia!

Partita nel tardo pomeriggio dalla Val di Fiemme assieme a Denise Dellagiacoma raggiungiamo la Baita Bai de Dones, proprio mentre il sole sta per tramontare e le montagne che circondano la conca della Perla delle Dolomiti si tingono di rosso.

Qui ad attenderci e a fare gli onori di casa troviamo il team Scarpa Spa e le Guide Alpine di Cortina.

 

Assieme agli altri ospiti, molti volti nuovi per me e alcuni conosciuti con i quali scambio già qualche parola per rompere il ghiaccio, ci organizziamo per la risalita con gli sci d’alpinismo al Rifugio Scoiattoli, quella che sarà la nostra base per i giorni a seguire.

Siamo pronti!

Frontali accese e si parte: con passo tranquillo e qualche chiacchiera percorriamo un piacevole sentiero nel bosco fino a raggiungere i piedi delle 5 Torri, che troviamo sulla nostra destra, illuminate da una luna piena che sembra essere stata prenotata apposta per noi. Da lì a poco eccoci al Rifugio Scoiattoli, costruito nel 1969 dalla guida alpina Lorenzo Lorenzi e gestito ancora oggi dalla stessa famiglia.

 

Giusto il tempo per portare in camera lo zaino con il minimo indispensabile per queste giornate di Skialp e ci ritroviamo tutti nella bella e ristrutturata zona conviviale del rifugio.

Tanta è la voglia di conoscere un pò tutti e la mia curiosità di capire cosa lega ognuno di loro alla montagna. Sono giornalisti e giornaliste di importanti riviste del settore outdoor le prime persone con cui inizio a chiacchierare. Ci sono poi alcuni negozianti provenienti da diverse parti d’Italia, fotografi, video maker e alcuni influencer con milioni di follower. E poi ci sono io… ahahahah… La Ivy, praticamente un pesce fuor d’acqua penso tra me e me, ex albergatrice e ora maestra di sci full time e grande appassionata della montagna, per la semplice ma difficile scelta di poter vivere questo ambiente il più possibile.

 

Ma quello che si presenta ben presto essere il comune denominatore è la passione per la montagna, senza etichette ne tanti titoli. È con questa sensazione di essere semplicemente con un gruppo di nuovi amici che vado a dormire, serena e gasata per la gita del giorno dopo assieme alle Guide Alpine di Cortina.

Oggi mi sento come cenerentola in cerca della sua scarpetta

La mattina non poteva che iniziare con una bella alba. Dalla terrazza del rifugio vedo il sole nascere e illuminare tutte le montagne attorno. È un panorama a 360°. E con la mia tazza di caffè americano in mano mi prendo qualche attimo tutto per me e per i miei pensieri.

Siamo pronti e carichi. Ho ai piedi i nuovi F1 che verranno presentati assieme alla versione F1 LT all’ISPO tra pochi giorni e che troveremo sul mercato la prossima stagione invernale. Belli sono belli, hanno il Boa per l’avampiede e questo già mi commuove.

Il problema è che io con le scarpe sono un pò “difficile”.

I miei piedi in inverno hanno l’appuntamento fisso con sovraossi e geloni e la mia soglia del dolore non è sicuramente paragonabile ad una Alba De Silvestro che potrebbe con tutte le ragioni ridermi in faccia.

In montagna assieme al mio compagno Matteo e ai nostri amici le uscite e le gite sono sempre abbastanza modalità “fast&light” – come direbbe una mia amica – pensandoci bene io forse più light che fast… Ad ogni modo la verità è che sono alla disperata ricerca di uno scarpone abbastanza leggero e che non mi faccia male. A Natale ho ricevuto sotto l’albero un bellissimo paio di sci che aspettano di sapere di che morte morire.

A prima vista lo scarpone esteticamente mi piace. Attraente ma grintoso. La calzata risulta facile e veloce. Lo chiudo e lo sento fasciarmi bene il piede. La scarpetta è intuition e termo formabile. Il sistema di chiusura oltre al Boa è dato dalla leva Fast Buckle con fascia a velcro per l’area tibiale. Veloce, intuitivo e facile il passaggio dalla modalità walk a quella ski e viceversa con leva posteriore non ingombrante.

Rispetto allo scarpone che attualmente uso, a parità di calzata, l’F1 risulta più lungo e per questo abbiamo dovuto spostare l’attacco. Ad ogni modo leggero in salita, un buon compromesso tra comfort e peso. In discesa lo ho trovato stabile. Sicuramente la costruzione Axial Alpine Evo e la tecnologia Carbon Core migliorano la trasmissione degli impulsi sugli sci, ma credo che questo aspetto dipenda per la maggior parte dal piede dello sciatore e dalla sua sensibilità ed esperienza.

In conclusione mi ritengo soddisfatta. È uno scarpone che comprerei non solo perché fascia bene il mio piede magro, ma anche perché in entrambe le gite non mi hanno fatto male i piedi. Mi sento di consigliarlo anche a chi ha iniziato da poco e cerca uno scarpone versatile. Personalmente sono pentita di non aver provato almeno un giorno anche la versione F1 LT, più leggero ma senza rinunciare alla performance in discesa.

Quel che non mi aspettavo durante una gita con le pelli

La prima gita organizzata dalle Guide Alpine di Cortina ci ha portati dal Rifugio Scoiattoli alla Croda Negra, per giungere poi alla Cima Gallina per un vero e proprio viaggio nel tempo.

Racconti di un passato drammatico, un passato non poi così lontano dai giorni nostri. Parole quelle di Franz Brunner nella sua rievocazione storica, serio e fiero nella sua divisa, che gelano il sangue e l’anima di noi che in silenzio lo ascoltiamo. Ma mai come quello che devono aver patito quei poveri uomini e donne che su quelle montagne hanno provato il vero senso della distruzione. Distruzione di quella che fino a poco prima era la loro vita di montagna, distruzione della concezione di essere umano, distruzione della montagna stessa diventata campo di battaglia. “In quel conflitto immane di 105 anni fa si scontrarono 21 popoli”.

 

Su queste montagne trincee, tunnel, postazioni di artiglieria e baracche scavate nelle Dolomiti a testimoniarlo. “Qua ci sono le radici europee. Dopo anni tremendi di guerra c’è stata la volontà di cessare questo immane massacro. I soldati alla fine di questo conflitto si erano conosciuti uguali, sia nella sofferenza e dal desiderio di voler tornare tutti a baita, a casa.”

Nella gita il giorno a seguire ci ritroviamo a salire sul versante opposto, dal lato del Lagazuoi, proprio dove mirava l’artiglieria della postazione di Cima Gallina. Direzione Cima Col dei Bos dove mi tornano alla mente le parole di Franz. “Sulla Cima Col dei Bos, la notte di Natale del 1916 sull’unico pino mugo rimasto fiero ed eretto sulla parete sud del Castelletto i Tiroler Kaiserjäger pensarono di addobbarlo secondo l’antichissima tradizione della festa della luce, del Tannenbaum. Gli Alpini che erano a 200 m sotto, reclutati quasi tutti dalla Val Cordevole, quindi gente confinante, pensarono anche loro di celebrare questa notte di Natale. È bastato un albero, simbolo del Natale, per questi umani che avevano capito quello che dovrebbe essere il cemento, la base: la solidarietà, la voglia di stare una volta uniti e di finire questo massacro che giorno dopo giorno diventava sempre più impossibile.”

La salita si snoda tranquilla, con un passaggio in una galleria scavata nella roccia e panorami stupendi di una giornata di sole. Qualche chiacchiera prima con Alessandro Fiori, guida alpina di Cortina, che lo interrogo sui nomi delle cime circostanti e mi da qualche consiglio su belle vie d’arrampicata alla mia portata da fare in estate, mentre salendo Tommy Cardelli mi indica il percorso per qualche altra interessante pellata.

Arriviamo in cima per scendere il “Canale de ra Nona”, come lo chiamano gli ampezzani. Salita oggi un pò più lunga rispetto al giorno prima, ma comunque nulla di estremo e che consiglierei tranquillamente alle mie amiche. La discesa ci riporta sulla strada del Falzarego, per attraversarla e imboccare la pista per fare ritorno dove Scarpa Experience ha avuto inizio.

“Nessun luogo è lontano”. 

È vero.

E bisognerebbe ripeterselo più spesso, in qualsiasi circostanza.

Share this Feature