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Sciare sui vulcani in Hokkaido

By: Chiara Beretta

Inverno dopo inverno, il Giappone si conferma una delle destinazioni più desiderate da chi sogna un’avventura fuoripista sugli sci, in questo caso inseguendo la leggendaria japan powder. La situazione sulle Alpi, d’altronde, la conosciamo: secondo il periodico monitoraggio di Fondazione Cima, anche all’inizio di quest’anno il deficit di neve alpino è stato pari a -26% rispetto alla media storica. Non che non si possa più sciare sulle nostre montagne, almeno per ora, ma di certo le finestre in cui è possibile trovare condizioni ottime stanno diventando più brevi e instabili.

“È proprio durante questi periodi che le montagne lontane, dove le condizioni meteo sono più stabili per via della morfologia del territorio, diventano la meta prediletta di chi pensa di poter trovare quello che da noi non c’è” racconta Maurizio Marassi, fotografo, videomaker e sciatore che a gennaio ha scelto appunto il Paese del Sol Levante per due settimane intense di freeride e scialpinismo. Attenzione, però: non dovete pensare al solito viaggio in Giappone con gli sci. Dimenticate le giornate passate esclusivamente a saltare nei boschetti, dimenticate la neve soffice che si deposita tra le betulle. Salite di quota, invece, e allargate lo sguardo (nubi basse permettendo!). L’avventura di Maurizio, insieme ad Aaron Rolph con gli sci e a Rowan Brandreth in snowboard, si è infatti svolta tutta nell’Hokkaido centrale, intorno alla zona di Asahikawa, con l’esplicito desiderio di mettersi alla prova sugli itinerari meno turistici e meno battuti dagli sciatori: “abbiamo cercato di esplorare i vulcani attivi situati tra Asahidake e Tokashi, partendo dalla costa e visitando piccoli resort, per poi salire sulla montagna più alta della regione.”

Maurizio Marassi - JAPAN 2024 - 036

Ciao Maurizio. Qual è stato esattamente il vostro itinerario?

Il viaggio è iniziato a Sapporo, una città con un rapporto unico con la neve, il freddo e il turismo legato allo sci che ne fa un luogo affascinante e originale. Abbiamo percorso la costa occidentale verso nord, visitato i resort di Otoifuji, Nayoro Piyashiri e Kamui per poi scendere al centro dell’isola ad Asahidake, dove abbiamo trascorso giorni a sciare sia nel bosco che sulle cime dei vulcani. A causa del meteo variabile non è stato facile trovare una finestra di bel tempo, ma siamo riusciti a completare itinerari interessanti sfruttando quello che le condizioni avevano da offrirci.

Maurizio Marassi - JAPAN 2024 -127

Come mai avete scelto proprio il Giappone?

Il Giappone offre una varietà di terreno montuoso e qualità della neve che difficilmente si riescono a trovare con certezza sulle Alpi in un periodo così limitato di tempo. Allo stesso tempo, vegetazione e paesaggi diversi da quelli a cui siamo solitamente abituati lo rendono un luogo fascinoso che merita di essere sia esplorato che vissuto. Avevo già avuto modo di sciare in Giappone, ma non nelle zone che abbiamo visitato. Devo dire che questo viaggio è stata una bella scoperta di una porzione di territorio meno popolare, per via del numero minore di impianti di risalita e di strutture ricettive ma che, visto in ottica di freeride e scialpinismo, offre sicuramente un’esperienza di maggiore qualità, lontani dalle code e dai turisti, permettendo di scegliere di volta in volta gli itinerari migliori senza essere condizionati dalla frenesia delle altre persone.

Com’è stato l’impatto con la cultura nipponica?

Per quanto si possa aver viaggiato in Asia, il Giappone conserva caratteristiche uniche nel suo genere. L’ospitalità, la gentilezza e l’educazione in primis sono elementi da cui si rimane piacevolmente sorpresi ogni volta che lo si visita. Allo stesso tempo è un paese in cui muoversi, viaggiare e organizzarsi è molto semplice, al contrario di quanto si pensi per via della barriera linguistica. Sicuramente, sotto molti aspetti, partendo dal verso opposto con cui si chiudono le serrature ai distributori automatici di bevande in lattina calde, al primo impatto si può rimanere spaesati. Appena si comprendono le regole e le dinamiche locali, però, ci si integra facilmente e ci sente più vicini a casa. Discorso analogo si può fare con il cibo, che per quanto possa sembrare diverso dal nostro spesso riprende elementi per noi molto comuni, come la pasta, e specialmente in Hokkaido trovare latticini e derivati è sicuramente un plus paragonato a tutti i vicini paesi orientali.

Maurizio Marassi - JAPAN 2024 - 020

Mentre in Italia e sulle Alpi la neve continua a scarseggiare, il Giappone sembra diventare sempre di più una meta prediletta per sciare su neve ancora in ottime condizioni. Cosa pensi di questa “migrazione”?

Ritengo che il discorso della “migrazione” del turismo invernale verso queste destinazioni sia puramente legato a una tendenza del momento, dovuta alla comunicazione che riceviamo in Europa e sicuramente influenzata dai social network. È evidente come, per via del progressivo cambiamento climatico a cui stiamo assistendo, sulle nostre Alpi le condizioni di neve siano diventate molto più mutevoli ed effimere, ma è anche comprensibile se si pensa alla dinamica con cui le perturbazioni arrivano sulle nostre montagne, a come qualche grado in più di temperatura possa condizionare una nevicata rispetto a un diluvio o a come l’alta pressione possa persistere per settimane sul territorio. È proprio durante questi periodi che le montagne lontane, dove le condizioni meteo sono più stabili per via della morfologia del territorio, diventano la meta prediletta di chi pensa di poter trovare quello che da noi non c’è. Le persone si sono ormai abituate di volere condizioni di neve perfetta durante le proprie ferie, per poi mettere via gli sci all’arrivo della primavera senza realizzare che sulle nostre montagne si riesce ancora a sciare neve di altissima qualità in territori unici, a pochi passi da casa, se si è in grado di avere pazienza e scegliere il momento giusto per godere di questo spettacolo.

Maurizio Marassi - JAPAN 2024 - 112

Nel vostro viaggio avete voluto evitare i soliti itinerari giapponesi, cercandone altri meno battuti. Come è andata da questo punto di vista?

L’approccio del nostro viaggio si è basato sul cercare di avere un modo di fruire il territorio giapponese simile a quello che avremmo avuto sulle Alpi, combinando l’uso di impianti e pelli laddove possibile. Ci siamo posti degli obiettivi, ovvero riuscire a salire su alcuni vulcani e cime, cercando di avere le migliori finestre di bel tempo e non limitandoci solamente a sciare un bosco dopo l’altro come fa la maggior parte delle persone. Questo ha comportato il trovare neve molto variabile, venti molto forti e sicuramente condizioni più complicate della soffice neve che si deposita tra le betulle. Il vento, assieme all’umidità delle nuvole, crea spesso una brina molto dura che si deposita e forma sculture attorno a ogni cosa: è molto suggestiva e caratteristica, simile a quella che si vede in Patagonia. Ovviamente non ci siamo privati del piacere di sciare nei boschi, ma abbiamo cercato di collegare discese più lunghe dalle cime al di sopra della linea del bosco al fondovalle. Allo stesso tempo, piccoli resort con una sola seggiovia, ai più poco appetibili, ci hanno permesso di salire rapidamente in quota ed esplorare in giornata valli più lontane e difficilmente raggiungibili.

Avete anche risalito il vulcano Asahidake all’alba, con notte in bivacco. Com’è stato?

Abbiamo salito due volte il vulcano Asahidake, il più alto rilievo dell’Hokkaido, purtroppo in condizioni di meteo non ideale. Per la seconda salita abbiamo deciso di dormire a metà della montagna in un bivacco, per poter salire all’alba e avere una piccola finestra di bel tempo sulla cima. Condizione che purtroppo si è poi rilevata troppo breve e si è conclusa con una discesa nella nebbia totale. Sicuramente è stato un approccio diverso rispetto a quello che solitamente le persone hanno, partendo dalla funivia e salendo lungo la traccia battuta. Ci siamo organizzati per passare due giornate complete in montagna, allontanandoci dai turisti e stando a maggiore contatto con l’ambiente in cui ci trovavamo. Dopo una notte molto fredda e una partenza nella nebbia, durante la salita sulla cresta, vicini alla cima, si è aperto uno spiraglio di sole che ha illuminato tutta la montagna. È stato un momento suggestivo che ha risollevato il morale e, nonostante le raffiche di vento e frammenti di ghiaccio fortissimi, ci ha motivato ad arrivare in cima rapidamente. Una volta discesi nel bosco ci siamo goduti della bellissima neve in uno dei boschi sicuramente più pazzeschi visti finora. Era molto rado, con alberi imponenti e una qualità di neve eccezionale.

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C’è stato qualche momento del viaggio particolarmente emozionante o inaspettato?

Personalmente, tutti i momenti di stupore maggiore avvengono quando esce il sole, anche solo per pochi minuti. Il paesaggio nebbioso e plumbeo si trasforma incredibilmente. Qualsiasi cosa sia ricoperta di neve assume un aspetto tridimensionale e colori unici nel loro genere. Una discesa può trasformarsi nel ricordo più bello del viaggio per il fatto di essere stata sciata al sole, davanti a un panorama che era rimasto nascosto fino a quel momento nelle nuvole. Si comprende quindi come la cultura giapponese attribuisca forti significati e connotati agli elementi naturali, in quanto si mostrano in tutta la loro bellezza solo per alcuni momenti o solo da determinate prospettive, rendendo l’esperienza in quel preciso momento unica e per sempre impressa nella memoria.

Dal punto di vista fotografico, invece, come ti sei organizzato? Avevi già in mente il tipo di foto che volevi portare a casa o ti sei lasciato ispirare dal momento?

Sicuramente quando si viaggia in Giappone ci sono tutta una serie di scatti che vengono subito alla memoria, visti da sempre sulle riviste. Allo stesso tempo però ritengo sia bene cercare di non farsi condizionare dal fatto di dover portare a casa determinate immagini e cercare a tutti i costi di realizzarle. Avremmo potuto passare le nostre giornate a realizzare scatti mentre sciavamo solo sopra funghi di neve o saltando oltre tronchi spezzati, ma questo avrebbe voluto dire rinunciare agli obiettivi che ci eravamo posti in termini di itinerari da seguire. Abbiamo optato quindi per un approccio più classico, cercando di raccontare quello che abbiamo visto, sciato ed esplorato man mano che accadeva, senza pianificare e cercando di avere sempre un punto di vista sia esterno che in prima persona.

Maurizio Marassi - JAPAN 2024 - 184

Hai qualche dritta per chi vuole organizzare un viaggio in Giappone per sciare?

Il primo consiglio che posso dare è di venire a sciare in Giappone e di visitare l’Hokkaido quando è letteralmente sommerso di neve. La bellezza di questo luogo in veste invernale è unica e credo che raramente si possa vedere un luogo simile e un popolo che vive in queste particolari condizioni climatiche. Bisogna quindi cercare di capire cosa si vuole fare e con quale approccio sciare: le possibilità sono molteplici, dal freeride utilizzando gli impianti allo scialpinismo puro. Quello che cambia sono i luoghi in cui andare e si può dire che ce ne siano per tutti i gusti e soprattutto capacità. Nell’organizzare il proprio viaggio poi la cosa migliore è cercare soluzioni sia per mangiare che per dormire locali, evitando qualsiasi struttura di tipo occidentale. Questo permette non solo di entrare in contatto con la cultura giapponese, ma anche di conoscere persone del posto a cui chiedere consigli e dritte per organizzare il proprio viaggio al meglio. Così facendo non solo si risparmia in termini economici, ma si riescono a combinare attività sportiva e turismo che in molti altri paesi non è così facile combinare.

In estate sei molto presente nella scena del wakeboard. Che cosa accomuna wake e sci secondo te? Ti approcci in modo diverso a uno e all’altro?

Devo dire che sono due sport molto diversi e la cui fruizione è allo stesso tempo differente. Lo sci è uno sport che si svolge in ambiente, completamente immersi nel territorio e sfruttando le condizioni che la montagna ci propone. Il wake è invece paragonabile all’arrampicata in una palestra indoor, un’attività cittadina che si può praticare per qualche ora ogni giorno dopo il lavoro. Sono sicuramente due sport che adoro, che talvolta durante la primavera riesco a praticare piacevolmente assieme a giorni alterni e che sono accomunati dal fatto di scivolare sopra qualcosa, acqua o neve che sia, dando una risposta e un feeling unico nel loro genere sotto i propri piedi.