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What’s up Severin?

By George Boutall 

Photos Matt Georges

«Non voglio spingere lo snowboard in una direzione in cui si devono aggiungere trick su trick per attirare l’attenzione, quello che mi interessa è sfidare me stesso nell’essere creativo e connettermi con gli elementi naturali piuttosto che semplicemente costruire un altro cheese wedge. Con il film Chroma volevamo trasmettere un sentimento, ma al tempo stesso lasciare l’interpretazione aperta agli spettatori»

Severin Van Der Meer.

Ciao Severin, ci siamo incontrati un paio di anni fa per una tua intervista su Sequence. Come stai e cosa hai combinato negli ultimi due anni?

«Che bello ritrovarci! Sono stati due anni fantastici in cui ho seguito un progetto che avevo in mente da un po’. Lavorare ad un film insieme ai miei amici è sicuramente un sogno che si avvera».

Dall’ultima volta che ci siamo sentiti la pandemia ha certamente cambiato il modo in cui viviamo. In Europa ad esempio tanti impianti sciistici sono rimasti chiusi per diverso tempo, sembra però che la Svizzera abbia avuto meno restrizioni rispetto ad altri paesi. Come è andata?

«Sì, sono tempi pazzi e mi dispiace per tutte le persone che hanno dovuto subire restrizioni. In Svizzera tutti gli impianti sono rimasti aperti e quindi siamo stati in grado di snowboardare e filmare».

A causa delle restrizioni riguardo i viaggi sembra che molti rider abbiano riscoperto la bellezza delle loro montagne di casa. È stato lo stesso anche per te o hai sempre amato ciò che la Svizzera ha da offrire?

«Volevo filmare l’intero progetto in Svizzera fin dall’inizio. Conoscevo già questo luogo fantastico e volevo decisamente passare più tempo ad esplorare le montagne di casa».

Dopo tante video part di successo in Absinthe hai deciso di concentrarti per due anni sul tuo progetto personale, Chroma. Com’è andata?

«Realizzare qualcosa con persone con cui volevo passare del tempo e lavorare da anni mi ha motivato tantissimo. Allo stesso tempo è stata una grande sfida e ovviamente ho sentito la pressione di un progetto così importante, soprattutto dopo averlo portato avanti per due anni».

Chroma è un interessante mix di riprese e montaggio sperimentali, sei stato coinvolto anche nella produzione e post-produzione del progetto?

«Uno dei motivi per cui volevo realizzare questo progetto era essere in stretta collaborazione con Alex Tank che aveva il compito di dirigerlo».

Visto il livello tecnico che ha raggiunto lo sport ora sembra che la scelta del terreno e lo stile di riding siano davvero ciò che distingue i rider come te dagli altri. A quale stile di snowboard ti ispiri e quali rider hanno influenzato la tua crescita?

«Sono cresciuto raidando con i miei amici, facevamo snowboard ogni minuto libero che avevamo, ci supportavamo l’un l’altro e ci divertivamo sia in montagna che fuori. Guardavamo tutti i movie di Absinthe, aspettando sempre le video part di Nico e Gigi, quindi in seguito girare e filmare con loro mi ha sicuramente influenzato molto».

Sei l’ultimo arrivato nel team Vans Snowboard, come ti senti ad entrare a far parte di un gruppo di rider così talentuoso? Ci sono progetti all’orizzonte?

«Mi sento molto onorato di far parte di una famiglia così straordinaria. Non vedo l’ora di vedere cosa ha in serbo il futuro. Ho passato più o meno tutta la scorsa stagione con  Arthur. Raidare insieme è decisamente una cosa che mi piace molto e penso che lo stesso valga per lui, quindi cerchiamo di andare avanti il ​​più possibile. All’orizzonte c’è viaggio con Vans in Norvegia e non vedo l’ora di partire».

Da molto tempo collabori con Ride e hai sempre spinto al limite i modelli della serie Pig, usi ancora quelli o stai testando altre tavole?

«È stimolante vedere cosa si inventano di nuovo. Cambiare tavola mi piace, mi aiuta a essere sempre più creativo. Ultimamente sto provando la nuova Peace Seaker e la adoro, sarà presto nei negozi!».