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Sometimes they come back

Il 9 gennaio mi arriva un messaggio su Instagram da patrick.schwiembacher.photo: “Ciao Enrico. Joey ti ha già detto qualcosa dello shooting? Denis mi ha chiesto per la vostra taglia, M o L? E il numero di scarpe?”

Rispondo subito: “Ciao Patrick! Si, mi ha detto… per le scarpe un 39,5 o 40 ed un 43. Taglia M o L se gli abiti vestono stretto. Denis Piccolo?”

Subito dopo: “Si, Denis Piccolo mi ha chiesto per le foto.”

Sorrido e penso all’ultima volta che ho scattato con Denis, credo fosse 6 o 7 anni fa e non di certo foto di arrampicata. In snowboard gli shooting erano all’ordine del giorno e come atleta era d’obbligo essere presente agli eventi e nel mirino di foto e telecamere. In arrampicata invece non mi era mai capitato di partecipare ad un servizio fotografico e ho quindi accettato immediatamente la proposta, forse un po’ nostalgico dei bei tempi passati.

“In arrampicata invece non mi era mai capitato di partecipare ad un servizio fotografico e ho quindi accettato immediatamente la proposta, forse un po’ nostalgico dei bei tempi passati”

Il giorno dopo Patrick crea il gruppo su WhatsApp “Shooting the Pill”, l’idea iniziale era di trovarsi domenica 14 gennaio in val Venosta. Idea che purtroppo è durata poco a causa di maltempo e altri dettagli logistici. Con deadline fissata per il 19 ed unico giorno di sole previsto per giovedì 18, avevamo poca scelta. Secondo il motto “o la va o la spacca” abbiamo deciso di trovarci per un caffè il giovedì alle 8 di mattina e spontaneamente decidere la location in base al meteo.

Puntualissimi Patrick e Alex, io e Joey un po’ meno, ma eccoci seduti di fronte a tre cappuccini e un caffè lungo cercando di capire la location migliore. Abbiamo quindi fatto mente locale delle possibili falesie in base agli scatti richiesti, all’esposizione dello spot e scrutando il cielo, che da nord si faceva sempre più grigio. Escludendo l’Alto Adige abbiamo deciso quindi di metterci in macchina in direzione Sarche, con tappa obbligata presso Lunelli che tra un “jawohl” e qualche simpatico tentativo di parlarci in tedesco ci ha preparato quattro baguette con salumi e formaggi locali.

Da lì a poco giungiamo a destinazione. Bassilandia, una perla della valle dei laghi dedicata a Roberto Bassi e conosciuta per la bellezza delle vie e del panorama con vista sul lago di Toblino. Avendo scelto di scattare in settimana abbiamo avuto la fortuna di trovare la falesia deserta e, accompagnati da un cielo privo di nuvole, il resto della giornata è volato tra un cambio di abbigliamento e l’altro. Alle quattro del pomeriggio, con gli ultimi raggi di sole, abbiamo concluso lo shooting con tutti gli scatti di cui Patrick e l’editore avevano bisogno, rendendoci conto che finalmente le giornate si stavano allungando.

Johanna Ratschiller.

 

Sweater – E9 Loop

T-Shirt – E9 Rica

Jacket – Patagonia Micro Puff

Pant – E9 Dolores

Beanie – E9 T

Socks – Calze GM

Enrico Cavada.

 

Hoody – Salewa Agner Cordura

Jacket – Salewa Agner Cordura Shell

T-Shirt – Salewa Slash Tech

Tee Pant – Salewa Agner Engineered

Harness – Mammut

Backpack – Salewa Apex Climb 25

Socks – Calze GM

Alex Unterkalmsteiner.

 

Hoody – La Sportiva Discovery

T-Shirt – La Sportiva Welcome

Pant – La Sportiva Arete

Scarpa Maestro Woman.

La donna acquista sempre più spazio e successo in ambito sportivo e i principali sport brand impostano intere collezioni sul mondo femminile. Scarpa, leader indiscusso nell’outdoor a 360° presenta la rivoluzionaria Maestro Wmn, una scarpetta sviluppata giocando due hatù fondamentali, l’aderenza e la stabilità sui cristalli più piccoli e le superfici più lisce. In questa calzatura è racchiusa la più alta tecnologia del mondo dell’arrampicata. Niente è lasciato al caso, tutto studiato attentamente sino nei minimi dettagli. La tomaia presenta cuciture estremamente elaborate e un’intersuola in plastica Relion dalla forma speciale ed esclusiva, frutto della sapienza decennale dei maestri artigiani di Scarpa. Il profilo della Maestro è diritto e leggermente inarcato con punta poco/mediamente arcuata. La Maestro si rivela quindi una miscela esplosiva di materiali di massima qualità, tecnologia avanzata e esperienza artigiana di un’azienda che sta facendo la storia dell’arrampicata sportiva. Donne siete avvisate!

Salewa Wildfire Gtx.

Tra le aziende che in questi ultimi anni hanno dato un forte impulso al mondo dell’outdoor, Salewa si distingue per aver aperto la strada ad una nuova categoria di calzature, introducendo il concetto di approach o avvicinamento, ovvero la possibilità di utilizzare una calzatura, per così dire ibrida, che permette di effettuare percorsi a piedi e facili passaggi alpinistici, senza dover adottare uno scarponcino vero e proprio. Camminabilità e arrampicata della Wildfire sono garantite grazie alla nuova suola Pomoca Speed MTN realizzata con la mescola Pomoca Butilic, che offre migliore aderenza sulla roccia sia in condizioni di asciutto sia di bagnato. La suola della Wildfire è inoltre dotata di climbing zone in punta, ha una eccellente tenuta sul bordo e tasselli aggressivi per una maggiore trazione sul fango e sui terreni morbidi. La struttura Exa Shell è stata ridisegnata per garantire maggior stabilità torsionale in sinergia con il collaudato sistema 3F System. La Wildfire Gtx è inoltre dotata di una fodera impermeabile e traspirante Gore-Tex Extended comfort.

Scarpa Chimera.

Heinz Mariacher, uno dei più grandi alpinisti dell’epoca moderna: è lui ispiratore e la mente della nuova Chimera e dei progetti di Scarpa legati al free climbing. Il celebre arrampicatore e alpinista ha tradotto la propria esperienza e i moltissimi test in questo modello che ad oggi rappresenta la massima evoluzione di una scarpetta da arrampicata. La Chimera infatti unisce le qualità dei modelli Furia e Drago, migliorando ulteriormente la calzata, che si rivela ancora più precisa e performante degli altri due. Morbidezza e sensibilità sono le sue principali caratteristiche per un free climbing senza limiti, anche ai livelli più alti e competitivi, grazie all’utilizzo della suola Vibram Xs Grip. La forma del tallone decisamente aggressiva permette movimenti estremi, a cui si contrappone la parte dell’avampiede che, grazie allo speciale materiale ad altissimo grip e alla costruzione ergonomica, fascia completamente il piede per prestazioni assolute e performanti. Massima sensibilità e morbidezza, trovano nel bouldering, e in condizioni dove la performance è spinta ai massimi livelli, il suo terreno ideale.

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