Patagonia Press Camp Ammererhof 03/2024

Sonnblick Observatory: fantascienza o realtà?

By: Lisa Misconel

Photos by: Julian Rohn

Sulle Alpi Austriache esiste una stazione meteorologica in funzione dal 1886 che si è fermata solamente per qualche ora dopo la prima guerra mondiale. Questo vuol dire 138 anni di attività non-stop: sembrerebbe qualcosa di impressionante già di per sé. Se però vi dicessi che questa è situata ad un’altezza di 3106m sulla vetta di una montagna e che per arrivarci i tecnici devono percorrere l’intera vallata di Rauris, salire una forestale all’interno del Parco Nazionale Hohe Tauern a bordo di un pickup addentrandosi nella stretta valle di Hüttwinkltal ed infine salire a bordo di una cabinovia con un’inclinazione del 47% che sale gli ultimi 1484m di dislivello per arrivare finalmente alla stazione dove il vento soffia a 80km/h…. forse allora possiamo concordare che c’è dell’incredibile.

Eppure è tutto vero. Questa struttura effettua misurazioni e analisi di aria e terreno ogni tre ore alternando a turni due tecnici ogni 14 giorni dal 1886.

Sonnblick Observatory

Nella prima metà di marzo 2024 abbiamo avuto l’opportunità di conoscere da vicino questa realtà quasi surreale. È stato il team di Patagonia a scovare per noi questa storia da conoscere, e portarci insieme a loro in un weekend dove la montagna è stata protagonista indiscussa.

Siamo partiti ripercorrendo la strada che porta nella stretta valle di Hüttwinkl a bordo di un pickup, dove oltre ai nostri zaini non abbiamo resistito nel caricare anche sci e scarponi. Infatti, la cabinovia che sale verticale portando alla vetta di Hoher Sonnblick dove sorge la stazione non è aperta al pubblico, ma solamente ai visitatori autorizzati a numero chiuso e così abbiamo pensato di salire i 1484m sulle nostre gambe.

La sveglia suona alle 7 che, direte voi, non è così male. Infatti, il segreto sta nel punto di partenza: il tratto della valle di Rauris e del pickup lo abbiamo tagliato trascorrendo la notte presso Ammererhof, una struttura che unisce storia e tradizione a piccoli chalet in chiave moderna. Qui non prende il Wi-fi, si chiacchiera molto e si rispolverano le carte, si mangia vegetariano e si può anche trovare un ottimo dahl di lenticchie cucinato da un simpaticissimo cameriere/cuoco/tuttofare che dagli Ottomila del Nepal si è spostato proprio in queste montagne qui.

L’inverno non è sicuramente stato uno dei migliori, e la bella nevicata in cui avremmo sperato non arriva che il giorno seguente, alla nostra partenza. Lo scricchiolio dei rampant ed il soffiare del vento ci accompagneranno dalla partenza fino in vetta, attraverso i boschetti iniziali, lungo i traversi, passando per il rifugio Neubau Hütte. Immersi nel gruppo del Goldberg, parte degli Alti Tauri procediamo a ritmo costante parlando in inglese, tedesco, italiano. Dopo 7 km e circa 1500m di dislivello si intravede per la prima volta da vicino la stazione meterorologica, il Sonnblick Observatory. Sembra quasi di essere in un film di fantascienza: l’intera struttura è avvolta in una coperta di neve e ghiaccio, la sua forma è irregolare, con antenne, scale, torrette. Al comando di questa “navicella spaziale” in mezzo ai ghiacci, c’è la dott.ssa Elke Ludewig, meteorologa e oceanologa che ha lavorato per anni in Antartica e che oggi dirige la stazione di Sonnblick. Veniamo accolti proprio da lei, che ci guida poi alla scoperta di questo posto e del lavoro che si svolge al suo interno.

La vallata di Rauris è un’antica zona di estrazione dell’oro, e grazie alle infrastrutture legate al suo passato, è stata scelta come location per la prima stazione di servizio meteorologico internazionale. Dopo cento anni, nel 1980, sono stati effettuati lavori di restauro per garantire sicurezza ed efficienza di tutti i macchinari e della struttura stessa. La terrazza è dove tutte le antenne e sensori raccolgono i dati: raggi solari, qualità dell’aria, umidità, forza del vento sono solo alcuni dei parametri misurabili.

Per farvi capire la potenza di certi avvenimenti, da qui è stato possibile rilevare particelle arrivate dal Giappone trenta giorni dopo l’incidente nucleare di Fukushima, oppure la presenza di nano e microplastiche nell’aria portate addirittura da metropoli come Londra e Parigi. Anche le nuvole vengono misurate, andando ad identificare la provenienza delle particelle d’acqua e riuscendo così a prevedere future siccità di laghi e corsi d’acqua.

Tutto questo a cosa serve? A mettere le basi per ogni ricerca scientifica legata a clima, meteo ed evoluzione generale del mondo in cui abbiamo vissuto, viviamo e vivremo. Si riesce a misurare l’impatto di avvenimenti ed interventi umani e naturali del passato, ma anche a evidenziare come quelli del presente abbiamo un enorme impatto sulle misurazioni aiutando anche a prevedere cosa ci aspetta nel futuro.

Sonnblick Observatory quindi non è fantascienza ma realtà concreta e operativa da conoscere e chissà, magari anche visitare a piedi o con gli sci in un piccolo getaway nelle Alpi Austriache!

Patagonia Press Camp Ammererhof 03/2024

Con Patagonia alla stazione meteo più alta ed antica d’Europa: