Image Alt

Mizuno Wave Rider 26: test by The Pill

Ph: Elisa Bessega
Test: The Pill Crew

Le prime Mizuno Wave Rider uscirono nel 1996 e da allora continuano a essere presenti nel catalogo dell’azienda giapponese. Questo autunno noi di The Pill abbiamo provato la ventiseiesima versione, che di anno in anno è riuscita a rinnovarsi tenendo il passo delle tante innovazioni avvenute in questo quarto di secolo.


Mizuno Wave Rider 26

Price: € 160,00

Shop online

Del suo passato, Wave Rider 26 mantiene l’idea generale di una scarpa da corsa tradizionale e senza fronzoli: calzata asciutta, drop molto alto (12 millimetri), uno stack da terra non esagerato e degli stabilizzatori che vedremo nel dettaglio, ma attenzione perché questo non ne fa necessariamente una scarpa “lenta”, anzi. A partire dalla versione 25 infatti Mizuno ha iniziato a montare su Wave Rider la nuova mescola giapponese Enerzy, che fino al modello precedente veniva utilizzata soltanto sulla zona del tallone. Enerzy è una schiuma nuova che riesce a unire le proprietà di ammortizzazione con quelle elastiche e di propulsione, posizionandosi sul mercato come competitor delle altre schiume di nuova generazione utilizzate dalle principali aziende di scarpe da corsa.

L’intersuola delle Mizuno Wave 26 è realizzata in due pezzi divisi sull’arco plantare e sul retropiede da una piastra in materiale plastico con la tradizionale forma ad onda (Wave) di Mizuno. La funzione di questa piastra è principalmente quella di stabilizzare il piede sul piano frontale, ma dà anche una sensazione di maggiore brillantezza e di spinta alla scarpa.

La tomaia è realizzata interamente in un mesh monostrato con una costruzione tridimensionale ed è rinforzata sulla punta. La linguetta è comoda, così come il collarino, che è foderato e leggermente imbottito. Attenzione particolare al tallone, che ha un contrafforte molto rigido che sostiene il piede in fase di pronazione. L’altezza da terra sul tallone è considerevole, il che teoricamente alzando il baricentro della caviglia da terra dovrebbe diminuirne la stabilità. In realtà non è così, perché la base della suola è abbastanza larga da compensare l’altezza e migliorando la stabilità della scarpa. Ad aiutarne la stabilità c’è anche il contrafforte tallonare, che ha una forma allungata e arriva quasi sul mesopiede.

Per queste ragioni ci sentiamo di consigliarla soprattutto a corridori che hanno una dorsiflessione limitata. In altre parole, che hanno scarsa mobilità della caviglia, tendono ad appoggiare di tallone, e per i quali una scarpa con drop basso potrebbe dare problemi. Allo stesso tempo, pur avendo un differenziale tallone-avampiede alto, la scarpa nel complesso non è molto alta, il che col tempo potrebbe accompagnare un lavoro sulla stabilità della caviglia dell’atleta.

Per i corridori che appoggiano d’avampiede Rider 26 potrebbe rivelarsi un’ottima scarpa riposante. Un differenziale alto infatti fa lavorare i muscoli posteriori della gamba in accorciamento, limitandone il lavoro e rendendo meno economica la corsa, e non risultando molto adatto a corridori che appoggiando d’avampiede hanno bisogno di una scarpa che permetta la mobilità del piede. Tuttavia, sebbene qui il drop alto si senta, non infastidisce troppo e non limita più di tanto la corsa, per cui per questi atleti potrebbe rivelarsi una buona scarpa riposante e per il fondo lento.

Come dicevamo, Mizuno Wave Rider 26 è versatile e adatta davvero a tutto. Dopo averci corso sopra ci sentiamo di consigliarla a corridori amatori di fascia intermedia che cercano in un solo modello una scarpa con cui fare tutto: dal lavoro di velocità alla maratona corsa sopra alle 3:30’, forse anche più veloce. Essendo stabile e comoda anche a livello di tomaia, allacciatura e calzata, ci sentiamo di consigliarla anche per distanze superiori. Insomma se state cercando una scarpa con cui correre il prossimo Passatore, e pensate alle 11/12 ore, questa potrebbe una possibilità da tenere in considerazione.