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The Pill Magazine 48 Women’s Issue

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EDITO
Donne vs Donne

Ho sempre avuto una posizione super partes nelle cose della vita. Dalle sciocche discussioni casalinghe sui tempi di cottura di uno spaghetto o di un maccherone, a temi più urgenti come l’uguaglianza; di razza o di genere. È un tema trito, ritrito, mal digerito e rigurgitato all’infinito. Sono convinta non servano altre opinioni a riguardo. Pensieri già pensati, sentenze già pronunciate, parole già scritte. La mia visione della faccenda non farebbe altro che nutrire un calderone già traboccante di rabbia, frustrazione e polemiche (spesso prive di fondamenta). Non è inutile o sbagliato combattere per una causa in cui si crede. È tuttavia fuori luogo, addirittura pericoloso, vestire i panni di suffragetta contemporanea che sbandiera fiera il suo “Votes For Women”. Bisogna fare attenzione a non confondere tempi e modi. Saper scindere le realtà, le epoche. Stiamo confondendo la gravità del non avere accesso al voto, e la conseguente tragica esclusione dalla vita politica, con qualcosa che spesso mi sfugge.

Che poi, peraltro, non che le nostre madri non si siano fatte valere. Per sfregio agli uomini si incatenarono alle ringhiere delle città, incendiando o imbottendo di marmellata la cassette postali. (La violenza non è mai una soluzione, ma hanno fatto bene.)
È tuttavia una mancanza di rispetto, ora, paragonare le due situazioni. C’è chi si è dovuta guadagnare il diritto all’avere un’opinione pagando con la ghigliottina. Si confonde spesso, oggi, la difesa dei diritti che abbiamo in quanto donne, con una presa di posizione a tutti i costi, non sempre informata e consapevole. Non voglio elencare gli esempi, talvolta sottili, prova di quanto ancora si debba lavorare sulla questione; non è questo il luogo. Preferisco invece concentrarmi sui risultati raggiunti.

Sono compiaciuta, alla fine tifo per la mia squadra, quando una donna vince una gara di ultra running (avvenimento poi non molto raro), ma non comprendo e non riesco a ridurre, lo sport e la vita, a una mera questione di genere. Siamo semplicemente diversi; donne e uomini. La nostra vera mancanza, come donne, è stata quella di volerci confrontare con la stessa misura. Piuttosto che comprendere la forza delle nostre “debolezze”, se così le vogliamo definire. È sacrosanto avere le stesse possibilità, giusto lottare per gli stessi diritti, sbagliato inseguire gli stessi risultati. Non siamo inferiori se scaliamo un grado più semplice o se corriamo meno veloce; siamo differenti. La scienza, Dio, Gesù, Brahma, Shiva o gli Dei dell’Olimpo in colonna, hanno scelto di farci diversi; era necessario che lo fossimo.

Il vero problema, a mio avviso, non sta nella questione “lottiamo per la parità di diritti!”, non perché non sia importante, è vitale, ma perché nel 2021 non dovrebbe esserci ancora bisogno di parlarne, semplicemente. Il problema è il conflitto interno tra donne confuse sulla natura del proprio ruolo. Siamo in troppe a non abbracciare la nostra femminilità, siamo noi stesse, spesso, a etichettarla per prime come segno di debolezza. Dall’altra parte siamo in troppe ad approfittare dei presunti vantaggi che l’essere “femmina” può portare, indossando una camicetta più scollata, per dire. Lo vedete anche voi il conflitto, ne sono convinta. Alle volte ho la sensazione che la nostra sia una battaglia interna. Donne vs Donne, per intenderci. E mentre un plotone guadagna qualche metro, un altro corre in direzione opposta facendo dimenticare all’intera truppa il vero avversario.

Credo, in sintesi, si debba lavorare molto sull’autoconsapevolezza del singolo, prima di parlare di donne o uomini. Credo vada creata un’identità collettiva più affiatata e consapevole: unita. Che quando siamo in lotta per un torto ricevuto, o presunto tale, ci permetta di comprendere a fondo per cosa stiamo combattendo. Impedendoci di cadere in un pozzo senza fondo di luoghi comuni. Non è più tempo.

La specie umana, come tutte le specie, ha un solo scopo, in fondo. Riprodursi. Per progredire. Qualcuno, tra quei tali sopra citati, ha dato all’uomo un fisico robusto, con muscoli scolpiti e forme dure e, alla donna, ha donato dolcezza di lineamenti, muscoli più timidi e un involucro morbido e rotondo.

Non siamo forse stati noi (tutti noi), dunque, a stravolgere le carte in tavola?
Non riduciamo ogni cosa a una questione di genere. Non rende onore a noi. Non rende onore agli uomini. Non rende onore alla vita.

Chiara Guglielmina

Cosa troverai nella pagine di The Pill? 

 

Caroline Cotè
Conosciuta per i suoi meravigliosi scatti tra le montagne e le foreste sperdute del nostro pianeta. Dall’Antartide, al Quebec, all’Alaska, a piedi, in canoa, in bicicletta o sugli scii, da sola o in gruppo, esplorare e raccontare quello che vive è il suo lavoro, la sua missione.

 

Silvia Trigueros Garrote
Vincere il Tor Des Géants è irripetibile. Vincerlo per tre volte consecutive è impossibile. L’ultra runner basca, atleta SCARPA, riesce a dimostrare che l’impossibile è sopravvalutato, conquistando il terzo titolo consecutivo al Tor.

 

Alba de Silvestro
Dopo una scarpinata all’alba e un lungo shooting, riusciamo a prendere un caffè e a fare due chiacchiere con Alba de Silvestro, atleta professionista di sci alpinismo facente parte della Nazionale Italiana.

 

Giuditta Turini
Nata a Gressoney, l’amore per le montagne e per la natura selvaggia l’ha spinta a confrontarsi in alcune delle gare di trail più prestigiose al mondo, sempre accompagnata e supportata dal compagno Franco Collè.

Breaking Stereotypes
Parlare di “donna”, in un mondo nel quale di “donna” si sente parlare molto spesso, non è così scontato. Non vorresti raccontare banalità né sminuire il soggetto, non essere estrema né superficiale. Come conciliare tutto?

 

Courtney Dauwalter
Cresciuta ad Hopkinks, la regina dell’Ultra running è appassionata di sport fin da piccola. I primi frutti arrivano durante la carriera scolastica, risultando quattro volte campionessa di sci di fondo nello stato del Minnesota.

 

Mimmi Kotka
“L’ultra trail running è un viaggio interiore, una metafora della vita”. Mimmi, atleta La Sportiva, racconta della sua infanzia nelle campagne Svedesi e di come ha integrato l’ultra trail running nel suo stile di vita semplice.

 

Mira Rai
Mira è una giovane donna nepalese. Classe 1988, da bambina raccoglitrice di riso a soldato maoista, runner Salomon ora campionessa di trail running e simbolo dell’ottimismo internazionale.

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