EDITO
Seguo, da qualche settimana, il portale (consigliatissimo) di divulgazione scientifica a cura del geologo Andrea Moccia: Geopop. Sono diversi i video in cui affronta il tema del riscaldamento globale ma uno, di cui vi voglio sintetizzare il contenuto, mi ha colpito. La capacità di gestire le quantità di carbonio da parte del pianeta terra viene spiegata, in via esemplificativa, con una bottiglia di vino da 750ml. Siccome mi piace la birra e ancor di più l’idea di una birra da 750ml, vi riporterò la stessa metafora sotto forma di luppolo. Immaginiamo l’atmosfera terrestre come una bottiglia di birra da 750ml. Immaginiamola poi riempita con 750ml di birra (possibilmente ambrata), e cioè il quantitativo che la bottiglia è in grado di gestire. Prendiamo poi un bicchierino (quello che si sversa, ricolmo di genepì, dentro le medie alla spina) e versiamolo nella bottiglia. Immediatamente si riscontra un problema: il genepì aggiuntivo straborda dalla bottiglia. Ci sono ancora diverse persone, spiega Andrea, che considerano le fonti naturali di anidride carbonica una prova che la CO2 prodotta dall’uomo non costituisca un grosso problema. Ma pensiamo alla bottiglia: il problema non è il fatto che la bottiglia contiene 750ml di birra, dal momento che è progettata appositamente per gestire quel quantitativo. Il problema è il cicchetto in più. Lo stesso concetto, continua Andrea, vale per le nostre emissioni. Il problema non sono le 750 gigatonnellate di carbonio che l’atmosfera contiene ed è in grado di gestire. Quei 750 miliardi di tonnellate, poiché emessi naturalmente, hanno trovato un equilibrio naturale impressionante rimanendo pressoché stabili nel tempo. L’oceano, ad esempio, libera ogni anno in atmosfera circa 90 gigatonnellate di carbonio ma ne assorbe, dalla stessa, circa 92. Le piante, continua Andrea con gli esempi, assorbono circa 120 gigatonnellate attraverso la fotosintesi clorofilliana, ma ne liberano, al contempo, 59 con la respirazione delle piante e 58 attraverso la decomposizione dei terreni. Non serve essere Einstein per notare che la quantità di carbonio liberata in atmosfera è quasi la stessa che l’atmosfera perde. In altre parole, la biosfera, la litosfera e l’idrosfera, sono capaci di togliere all’atmosfera la medesima quantità di carbonio che liberano nella stessa. Un equilibrio naturale eccezionale. Ora, tornando alla bottiglia di birra: è come se questa bottiglia scambiasse con altre bottiglie la stessa quantità di liquido facendone uscire sempre tanto quanto ne lascia entrare; mantenendo il livello stabile. Il problema sono quelle “misere” 8 o 9 gigatonnellate di carbonio che rilasciamo ogni anno nell’atmosfera con le attività umane. Questa “piccola” quantità (perché è piccola, sottolinea Andrea, rispetto a quella naturale) è una rottura di scatole per l’equilibrio naturale perché il sistema non riesce a gestirlo. Inoltre, il conseguente grave problema è che una volta che l’equilibrio si rompe non è possibile fare retromarcia, non nei tempi umani quantomeno. Le tematiche sono complesse, ma il messaggio chiave è questo: “Il problema non è la bottiglia, ma il cicchetto.”
Chiara Guglielmina