EDITO
Il divertimento è un muscolo volontario che richiede esercizio. Una celebre frase dell’antropologa Hortense Powdermaker ricorda come, in tenera età, il divertimento rappresenti “un’educazione più efficace della scuola, perché fa appello all’emozione e non all’intelligenza”. Ma con il passare degli anni, purtroppo, rischiamo di dimenticarci cosa sia, il suo misuratore si guasta o scompare del tutto. Quello che dobbiamo fare è semplicemente ritrovarlo, come cura per sollevare l’animo dal susseguirsi degli eventi, dalle fatiche, dalle preoccupazioni. E da livelli di ansia che sono comprensibilmente ai massimi storici.
Ma prima di fare ciò, è necessario capire quale sia veramente la propria idea di divertimento, che è diversa in ognuno di noi e muta nel corso dell’esistenza. Se durante gli studi cercavamo lo svago nelle feste tra amici, con il passare degli anni abbiamo tramutato questo sentimento in qualcosa di più avventuroso ed esplorativo. Oggi alcuni lo trovano scalando le montagne, altri pedalando in sella ad una bicicletta, altri intorno a un falò con una buona birra. Seppur nella sua banalità, quello che mi ha fatto riflettere sul tema è un recente sondaggio a cui ho partecipato. Il risultato coinvolgeva le attività più disparate: dal surf ai viaggi, dal ballo al canto alla cucina. Nota sorprendente: un numero sproporzionato di intervistati citava il padel.
Tra le tante evidenze scientifiche su quanto il divertimento sia fondamentale per il nostro benessere, mi sono imbattuto sugli scritti di Michael Rucker, psicologo e scienziato comportamentale. Nel suo libro The Fun Habit, Rucker spiega che il divertimento, a differenza della felicità, è un’azione, qualcosa che possiamo effettivamente perseguire. In altre parole, qualcosa che possiamo rafforzare, proprio come un muscolo. Si tratta semplicemente di mettere da parte un elenco infinito di faccende inutili e provarci con spontaneità, senza preconcetti, prendendo esempio dai bambini e dagli animali, perché loro sembrano sapere istintivamente come divertirsi.
Concedetevi questo piccolo esperimento per un determinato periodo. Adottate un approccio spensierato e sorridete nell’imparare qualcosa di nuovo, indipendentemente da quale sia l’attività. Rendete il tempo dedicato al gioco una priorità: con gli amici, con i figli, con il proprio cane. Alimentate gli ormoni del benessere con occupazioni piacevoli, anche brevi. Unitevi alle persone e aumentate la vostra interazione sociale, il divertimento in comune è più allettante di quello individuale. Io lo faccio spesso. Per tenere sempre pieno il mio serbatoio di divertimento. Più uso questo muscolo, più lui diventa forte. Ma sia chiaro che non mi troverete mai su un campo da padel.
Davide Fioraso